biglie di vetro

EBBASTA BALOTELLI


DICIAMO TUTTI INSIEME:  BASTA PARLARE DI BALOTELLI.   Il mio rammarico è che non ci sia più un giornalista come Gianni Brera, con la sua penna capace di ricamare elogi con una  leggerezza ed una comprensione del mondo della pedata come solo un poeta sapeva fare, ma anche, se necessario, bastonare pesantemente i somari che cercavano invano di correre per i campi da calcio credendosi purosangue. Questo giornalismo è defunto come i suoi massimi autori ed ora è solo cronaca rosa, racconti di sbirciate dal buco della serratura, facezie e nessuna responsabilità, per non parlare dei giocatori, altro che intelligenza, onore, e dignità raccomandati dal Presidente della Repubblica; altro che inno di Mameli cantato (?) “stringiamoci a coorte siam pronti alla morte l’’Italia chiamò”, i migliaia di caduti nei sacrari del Monte Grappa e di Asiago si rivolterebbero vedendo quanto onore dopo quelle parole i nostri pedatori viziati dimostrano di rappresentare.  I veri bamboccioni sono i calciatori italiani visti ai campionati mondiali, nessuno escluso, perché si vince e si perde tutti insieme altro elemento che sfugge ai più: villaggio vacanze con famiglie più o meno regolari, ex mogli che si fanno fotografare con i nuovi compagni granosi e poi corrono a portare all’ex marito i figli, per fare uno scampolo di vacanza gratis e per destabilizzare il già destabilizzato. In una festa di tramonti, spaghettate, sgambate sulla spiaggia e il solito ritornello che caldo fa…. (provare la metropolitana senza aria condizionata a Milano il mese di agosto con 38 gradi esterni e 90% di umidità) i super viziati hanno fatto loro ed hanno fatto fare al Paese una bella figura di mérd, e scusate il francesismo. Al di là di tutti i commenti più o meno banali legati alla disfatta della nostra spedizione brasiliana, che rimane un fatto sportivo (?), un gioco in cui si può vincere o si può perdere, diciamo tutti insieme basta parlar di Balotelli, un attaccante che non fa gol, che non ha grinta e fa i capricci se non gli passano la palla (come quello che ai giardinetti portava la palla e per questo si credeva un fenomeno); non è un fenomeno tecnico, non è un leader, non gioca per la squadra ma per se stesso, arrogante e ignorante come pochi, si permette di menzionare i fratelli neri che non lo avrebbero abbandonato mentre lui ha abbandonato una figlia. Ma non ascoltatelo, lasciatelo in panchina come faceva Mourinho nell’inter e Mancini nel Manchester, e chi se ne frega se twitta, se esce con questa o quella, se ha la porsche o la ferrari: se al Milan ed al suo proprietario serve raccontare di un guitto per riempire le proprie trasmissioni con stucchevoli dibattiti, serve dipingerlo un fenomeno facendo parlare giornalisti pagati per aumentarne il valore essendo in scuderia, fate come me quando inizia il ritornello cambio canale o giro la pagina. Se la ferrari la paga il Milan fatti suoi, ma se la benzina per muoverla la paghiamo noi contribuenti  della nazionale italiana allora un bel calcio nel culo non glielo leverebbe nessuno avendolo a tiro ed ancora di più non glielo leverei a tutti quei giornalisti o supposti tali che ne parlano sempre. Ebbasta!