Torn & Frayed

X


 
Decimo giorno di navigazione"Cosa succede in questo posto?".Gli chiesi sgarbatamente senza nemmeno avere la voglia dipresentarmi. "è una situazioneben strana" rispose, quasicontinuasse un filo nei suoipensieri e nemmeno mi avessevisto arrivare insieme al mioequipaggio "in vent'anni che sonoin questi luoghi non mi è maimai capitato qualcosa di nemmenoavvicinabile." Lo osservai bene mentre cercavo le parole salde,ben dirozzate e decise cheavrebbero dovuto tranquillizzarloe farlo sortire dal suo stato catatonico. "cosa vi è da sorprendersi,padre, in anni di navigazione perogni dove, malgrado la mia giovaneetà, ho visto cataclismi più spaventosidi questo...ho potuto assistere con imiei occhi a isole che si inabissavanocon tutto il loro carico umano, animalee vegetale al tempo di un battito di mani,ho osservato fenomeni più onusti dimalignità di qualsiasi sommovimentovulcanico, che è altresì perfettamentespiegabile scientificamente. Perché scorgo nelle sue pupille un riflessosinistro e ambiguo? Cosa la fa agitarein tale maniera?".  Padre Reynoldsparve finalmente scuotersi e riaversial mondo razionale. Agitò la crinieraleonina e mi sogguardò con la nettaimpressione di distinguermi. "Con chiho il piacere....?". Declinai le mie generalità e funzioni e gli stesi la manoricavandone una stretta molle e sudata."Ah, capitano. Mi perdoni per il miostupore e smarrimento ma il suo arrivoin questo luogo non poteva svolgersisotto una stella peggiore!". "Le stellenemmeno si vedono". Gli replicai,cercando di sollevarlo con una pocofelice osservazione "sono tutte coperte dalle nubi di quel vulcano". "Già" FeceLui e parve ricadere nel torpore che loaveva contraddistinto nei primi minutidella nostra scarna conversazione. Fuallora che mi decisi a estrarre dalla miaanima conciliante una decisione e unaforza che non mi conoscevo. Posai lemie mani sulle sue spalle e presi a terremotare quella figura flaccida e inerte.Lo scossi per buoni due minuti avanti eindietro, poi, quasi a coronare la mia improvvisa rabbia, gli appioppai un sonoroceffone sulla guancia destra. "Padre"deflagrai "Questo è il momento di prenderedelle decisioni, non di starsene sconfitto sulla seggiola del proprio fallimento! Midica, nel nome di Cristo, quando è cominciatatutto questo Orrore!". Padre Reynolds sirifugiò con la testa fra le mani e prese a singhiozzare forte agitando il corpo invaste sinuosità circolari di dolore. "è proprioquesto il punto" si trovò ad urlare attraversolo schermo delle dita ossute "Qui non vi è mai stato nulla del genere. Questa non è un'isolavulcanica! Non lo è mai stata! Il cono che eruttavalapilli e fumi, che anche voi avete sicuramente visto,è apparso all'improvviso, scuotendo in modoformidabile la nostra fede. è come fosse emersodalle stesse profondità degli Inferi!". Lo mollai,sconvolto, e Lui cadde per terra ancora agitato e tutto franto dalla profondissima emozione chestata sperimentando. Mi girai verso il mio equipaggioe lo trovai attonito e cosparso di bocche spalancate.Dal cielo, nel frattempo, stava scivolando di tutto,e venefiche esalazioni si distendevano su quellache un tempo doveva essere stata una spiaggia illuminata dalle grida e dalle risate dei bambini.Mi portai alle narici il mio fazzoletto di batista ecercai con lo sguardo il selvaggio che ci avevacondotto sino lì. Non riuscì a trovarlo.