Torn & Frayed

XXXVIII


 
Trentottesimo giorno di navigazioneDa un lato stava reclinato Fratel Geremia, sorridendo maniacalmente. Il repulisti era riuscito in modo perfettoma avevo ancora dei conti aperti con quello stranoreligioso, incartapecorito dagli anni e dalle privazioni.Per una stupida volontà di bilanciare la strage e le Mortiche, comunque, Mi pesavano sul cuore, Mi piazzai di fronte alla sua minuscola figura, levai la sacca dallespalle e rovesciai i frammenti della statuetta della Vergine nello spazio innanzi ai suoi occhi. Poi Miallontanai di qualche passo per studiare l'effetto di quella scena terribile. Fratel Geremia parve nonreagire come Mi attendevo. Prese alcune scheggedel sacro manufatto e lo rigirò quasi pigramente frale dita, poi rallentò in modo notevole i suoi movimentie notai che una lacrima molle e fertilissima Gli stavasolcando la guancia destra fino a infilarsi nelle suelabbra semiaperte. Null'altro. Mi ero atteso, con un certo malvagio piacere, di vederlo stramazzare al suolo con un gemito disperato, invece stava lì, a tenersi in mano i gelidi pezzi di una statua che doveva essere stata compagna e sostegno di tantenotti disperate e di tante albe colme di speranza,rimaneva lì, intontito e sconcertato, solo con unimmenso e inesprimibile dolore nel petto. Presea stringersi contro il ventre rinsecchito i frammentidella Madonna e a guardare il Mare di fronte a Sé con un'assenza inquietante nelle pupille. Poi, così come s'era sollevato a rimirare la strage dei suoinemici giurati, iniziò a consumarsi in pochi istanti simile allo stoppino che affoga nella cera sempre più rada. Si fece un regale segno della croce eappoggiò la testa sulla sabbia, girandola impercettibilmente verso le onde. Poi socchiusegli occhi lasciando solo una lieve fessura quasi per bearsi di quella visione paradisiaca. Lontanadai cadaveri e distante dalle inutili cattiverie di cui Io pure m'ero fatto tramite. Un profondissimosenso di angoscia mi catturò le gambe e rivoltòlo stomaco. Il Frate stava morendo e portando con Sé ogni segreto di quella strana isola. E Ionon potevo farvi nulla se non assistere come un avvoltoio indigesto a quell'agonia silenziosa.La Disperazione Mi avrebbe fatto sollevare ecercare di scuoterlo a schiaffi oppure a porgerglidell'acqua sulle labbra screpolate per consentirglile ultime parole di una sentita confessione. Ma la anima cristiana Mi rassicurava che ogni speranzaera insensata, e ogni gesto inutile. Non restava nullase non osservare come si dilegua uno spirito dal corpoe come ascende nella quiete ultraterrena della serenacontemplazione della Divinità. A volte Mi si incagliavanotra i pensieri i ricordi di un'ostia nera millantata da Padre Reynolds, oppure la Crudeltà di imbottigliare sotto terra per trent'anni un equipaggio di uomini costretti al cannibalismo pur di sopravvivere. Eppurenemmeno questo rovinava la fissità mistica della Morte del Frate. E i peccati dell'Uomo venivano sovrastati e assordati dalla bellezza di quell'addioper un essere che, comprendevo, era sempre appartenuto alla sfera invisibile e ineffabile dell'esistenza. Non so per quanto tempo rimasi in quella postura ad assorbirmi del trapasso del vecchio frate, ma so che quando Mi riscossiPadre Reynolds Mi stava accanto in piedi, con la testa reclinata sul petto. "è spirato?" Chiesi."Assolutamente sì." Rispose Lui tracciando una croce nell'aria. "E al diavolo i suoi segreti" si lamentò il mio secondo, che stava discostoqualche metro più in là. Non lo guardai nemmenoma compresi che tutte le ragioni per cui eravamoapprodati su quell'isola si erano dissolte in un amen. Avevo perso tre quarti dell'equipaggio in una feroce battaglia con dei cannibali in difesadi un popolo altrettanto selvaggio e pagano. Avevocustodito il Frate per poi vedermelo morire sotto gli occhi senza potere nulla. Avevo, certo, PadreReynolds per delucidarmi su qualcosa, ma la mia forza e capacità di attrazione era venuta menoin maniera inesorabile. Insomma, Con il diffondersidei miasmi della Morte (che sovrastava ormai quellidi un vulcano in veloce assestamento) la mia voglia di trovare spiegazioni per quell'insensata spedizionetracollava inesorabilmente. "Osterberg" dissi in modoquasi narcotico "Prepariamoci a trasbordare a bordodella nave di Stringfellow. Poi recupereremo la nostra Cruiser."