Torn & Frayed

Giorni a terra. IV.


 
Giorni a terra. IV.Mi asciugai la fronte con un fazzoletto lercio e poi affrontaiil mio gabbiere :"Grant, Mi devi aiutare. Padre Reynolds èin questa cittadina e ha sparpagliato alcuni bambini dentrogli orfanotrofi, e altri Li sfrutta facendoli lavorare per Lui.Dobbiamo riuscire a trovarlo e metterlo spalle al muro.Ha fatto un commercio persino delle statuette che FratelGeremia aveva posto a corona della prigione dei bucanieri.Ne ha prodotte in serie, con la stessa forma ed materialee adesso le vende per le strade sguinzagliando i bambinidi quelle povere madri morte." Philipps Mi sogguardò conimmensa tenerezza dopo avere digrignato i denti per tuttala durata del mio breve racconto. Poi, alla fine, mi pose una mano sulla spalla e con l'altra mi sostenne, trattenendola sotto la mia ascella destra. Immediatamente capì che Miriteneva troppo ubriaco per essere in grado di fare un discorso coerente e completo riguardo il reale e cronologicosvolgimento dei fatti. Subito una grande rabbia mi intasò learterie e mi fece roteare le pupille sino a darmi un possentesenso di nausea e spossatezza. "Non Mi credi vero? Pensiche stia mescolando Realtà e Fantasia e che non sia in gradodi infilare il filo nell'ago dell'esposizione. Pensi che le mie chiacchiere sui Bambini siano il delirio di un ubriaco oppureil concione di qualcuno che ha fumato troppo oppio. Va bene.Allora lasciami andare, idiota! Se non hai conosciuto il TuoCapitano durante quella perigliosa navigazione non pretenderòdal Tuo miserabile cervello che lo faccia adesso!" E Gli diediuna spinta con tutte le mie forze dandomi alla fuga da quella calle polverosa e insudiciata. Vagabondai per tutto il giornoalla ricerca dei Ragazzi di Reynolds o di qualcuno che potesseindirizzarmi all'abitazione di quel individuo. Ma, malgrado le dimensioni contenute del Luogo e la sua modesta popolazionedi pescatori e ramponieri, non riuscì a cavare un ragno dal bucoe stavo finendo per rassegnarmi a passare la notte lontano dalmio ostello in qualche ameno boschetto, che punteggia la periferiacome il fiore orna l'orecchio della bella un po' sbiadita, quando udì provenire da una minuscola grotta a fianco di una macchia di lecci delle voci acute di qualcuno che, evidentemente, stavadiscutendo su questioni importanti e non aveva intenzione di ridurre la voce a un sussurro. Ormai lo stordimento dell'alcolera gocciolato dal mio corpo insieme a fiumi di sudore e Mi sentivo pronto per addentrarmi in qualche nuova bizzarra avventura, con le orecchie ben aperte e il corpo prosciugatoben pronto a scattare. Mi avvicinai il giusto per afferrare il nocciolo dei discorsi che in quel luogo ameno prendevano piede ma il rimbombo della grotta MI impediva di donare ilgiusto senso alle voci sottili che si accavallavano. Così, decisiun passo d'astuzia e sormontai l'anfratto naturale cercandouno di quei passaggi che sempre, in una terra carica di fenditure, conducono dall'esterno all'interno. Fui fortunatoe ne trovai uno esattamente perpendicolare. quindi mi posiin ascolto e, per quanto potevo, anche in visione malcerta.