Torn & Frayed

Giorni a terra. XIII.


Giorni a terra. XIIILo invitai a bere una birra in una taverna poco discosta,e quando fummo dentro non girai intorno al motivo per ilquale lo avevo cercato in ogni angiporto di quella zona."Grant" Gli dissi "Voglio riprendere il mare e quello che mi serve è il mio equipaggio, o quanto di più simile vi possa essere su questa terra." Phillips sorrise stanco,sorseggiando lento dal suo boccale. "L'avevo intuito, sa,Capitano. Mi è bastato darle uno sguardo appena l'ho incrociata per capire che qualcosa non Le andava. Mi permetta, ma Lei è un libro aperto per quanto riguardai sentimenti: non riuscirebbe a tenere nascosta nel pugnonemmeno una farfalla!" Sorrisi, e attraverso la vetrata sporca osservai le operazioni di carico e scarico di una goletta, modesta ma ben fasciata, ottimamente lucidatae alberata in modo impeccabile. Lessi sul fianco il nomedi quel piccolo, terso gioiello: "Lebanon" recitava. "Cosa mai avrà a che fare con il Libano?" Mi precedette Grant,che aveva seguito il mio sguardo incuriosito. "Forse l'armatore è un libanese, o vi è un'inflessione biblica in tutto quello." Recitai, quasi senza accorgermene."Andiamo fuori, Phillips. Vediamo da vicina quella splendida carretta." Così vuotammo le birre e ci avviammo, dopo avere pagato, oltre la soglia dellataverna. Noi avevamo gli occhi sul due alberi, ma ancheun individuo che entrava in quel momento pareva non riuscire a distogliersene, tanto che ci venne addosso e ci sbatté contro facendoci quasi rotolare in terra. "Eh,ma che maniere!" Sbottò il mio gabbiere tenendosi in piedi a fatica. L'altro si profuse in ampie giustificazionie cerimoniose scuse, con un accento dell'entroterra così marcato che non mi occorse nemmeno guardarloper capire che la Provvidenza ci aveva fatto incrociarenuovamente il cammino del Mio Secondo: EdwardBlossom Osterberg. Sul momento impazzì dalla gioiae non stetti nella pelle nel vedere due dei miei più fedeli gregari accomunati nuovamente, e forse uniti a Me inun'impresa che si annunciava folle ma improcrastinabile.Io e Phillips trascinammo Osterberg all'aperto, senza tanti complimenti, e gli indicammo la sagoma del Lebanonper saggiare la sua reazione. "Ho abbastanza soldi per comperarmi quel moscardino" Dissi solennemente. "Nessuno ci prenderà come equipaggio, al momento,dopo quello che è successo durante la recente traversata,ma questo non significa che resteremo appiedati in questo buco come topi dentro un muraglione. Il Mio intento, Signori, è di racimolare buona parte del nostroantico equipaggio e di fare rotta verso l'Isola di San Juan De La Réunion. Troppe cose ci sono sfuggite durante il nostro primo sbarco. Altrettante sono ancoraoscure. Ebbene, sento come Nostro dovere dipanarela matassa e sbrogliare i legacci. Il Mistero di queldannato sasso nell'oceano dovrà esserci svelato,e Mi sento sicuro che, quanto il sottoscritto, non indugerete nell'intraprendere insieme questa nuova, pericolosa Impresa."