Torn & Frayed

Giorni a terra. XVIII


Giorni a terra. XVIIIMi avvicinai a Phillips e Osterberg senza fornire l'impressione di essere turbato,poi Li presi sottobraccio e Li accompagnai nei presi di una grande finestra mentre l'armatore e sua moglie discutevano di qualcosa che riguardava il pranzo. La bambina, nel frattempo, continuava a giocare e solo di tanto in tanto sollevava la testina per lanciare delle occhiate penetranti nella nostradirezione. "Una delle piccole selvagge di Padre Reynolds" Sussurrai con ungroppo alla gola "Dio solo sa quanto quell'uomo stia infestando la mia vita."Il mio secondo mi ricambiò la stretta e disse che non potevo, necessariamente,pensare tutto il male possibile di quei poveri orfanelli. Mi fece insomma capire che stavo esagerando e che, se avessi insistito, nella mia ossessione tuttala faccenda avrebbe assunto i tratti della pura malvagità. "Con i miei rispetti"Capitano "Ne abbiamo passate tante insieme che Mi permetto di offrirle il mio parere, senza tema di passare per sfacciato e oltraggioso." Gli risposi che comprendevo perfettamente, e vedendo la testa di Phillips che andava su e giù in segno di pensoso assenso, mi decisi a cercare di sovrastare i miei stessi cattivi pensieri e di godere di un buon pranzetto in compagnia di persone splendide. Ma non riuscivo a sedermi a quella commovente mensacon la spada del dubbio a incombere su di Me. Così abbandonai i miei exsottoposti davanti alla finestra e mi avvicinai alla signora Dawson e al simpatico marito :"Signora, chi è quell'incantevole bimba che vedo giocaresul pavimento? Dai tratti somatici non è sicuramente di queste terre." La signora si pulì le mani nel grembiule di lavoro e poi le sollevo in aria con fare teatrale :"Ah, Ruth. L'ho trovata stamattina davanti al cancello con un carrettino su cui vendeva la sua mercanzia. Statuine di Maria Vergine in mezzo a verdura e frutti tropicali. Mi ha fatto pena e ho chiesto a Lei,insieme al bambino con cui stava, di seguirmi in casa per mangiare qualcosa e ricevere una robusta elemosina. Beh, per farla breve, il ragazzino se l'è data a gambe, Lei è rimasta e mi ha seguito pacificadentro Casa." "E il carrettino? Dove lo ha lasciato?" "Ah, l'ho lasciatoin giardino. è giusto che si dimentichi per qualche ora di condurre una vita così miserevole!" "Le dispiace se vado a dare un'occhiata alla sua mercanzia?" Poi aggiunsi con un sorriso "Le prometto che non ruberònulla: né uno spicchio di ananasso, né un cespite di insalata." "Va bene"Rispose la cara signora "Ma faccia presto, che è già quasi tutto pronto in tavola." Annuì e mi avviai in giardino cercando di non fare allo sguardopungente con cui mi seguiva Ruth. Arrivato nei pressi del carrettino iniziai a rovistare tra le robe, finché in uno scomparto interno trovaiquello che stavo cercando: sei minuscole statuette della Vergine,ma solo una con il piccolo volto rigato dalle misteriose lacrime di sangue.