Torn & Frayed

Giorni a terra. XIX.


Giorni a terra. XIX.Un brivido tormentoso mi scosse dalla gola fino alle caviglie e mi parveche il cielo, fino ad allora terso e immacolato, si rabbuiasse d'un trattogettandomi nello sconforto e nel terrore più cupi. Ripensai alla statuettarecatami clandestinamente dalla bambina e che giaceva, ora, abbandonatanella mia stanza di locanda, magari già ricoperta da una sottile patina di polvere, e Mi maledissi per la mia dabbenaggine. Di certo attraverso quelterrificante manufatto insanguinato mi doveva esser noto un messaggiosegreto, un'allusione chiarissima. Ma faticavo terribilmente a tirare i filidi quell'inghippo. Dovevo essere rimasto per diversi minuti a rimirarequell'orrida visione, tanto che non mi accorsi della signora Dawson che mi stava chiamando dalla soglia di casa. Rimisi lestamente la statuina al suo posto, fianco alla cicoria e ai frutti tropicali, e mi avviai,sfoderando il più amabile dei miei sorrisi verso il pranzo. Betty mi gratificò di un'occhiata significativa ma Io scossi il capo, volendo significare che non avevo trovato nulla che mi avesse particolarmentecolpito. Le transitai vicino e mi avvicinai al tavolo già ricolmo di ogniben di Dio, poi presi posto davanti alle pietanze mentre cercavo in non fare caso allo sguardo che la piccola Ruth mi teneva incollato addosso. Fu una cena allegra per tutti, ma non per Me. Certo,mi dimostrai ancora una volta amabile conversatore nei più svariati campi dello scibile, raccontai sottovoce anche alla signorale nostre perigliose disavventure sull'isola di San Juan de la Réunion,affrontai tematiche teologiche e filosofiche con la disinvoltura delconsumato uomo di mondo malgrado la mai giovane età...Insomma,non lasciai affiorare il turbamento che mi aveva colto e mi stringeva la gola come una mano guantata di ferro. Riuscì, mio malgrado,a divorare buona parte dei manicaretti ammanniti dalla prodigiosacuoca, incoraggiai il tranquillo divertimento degli altri riempiendo bicchieri di ottimo xeres e vuotandone buona parte di quelli a Meconsacrati, raccontai amenità e feci persino divertenti imitazionidegli uomini che mi era capitato di incrociare nel corso di una Vita.....Non feci, quindi, nulla per gettare nello sconforto o nella tristezza l'ottimo convivio, ma nell'angolo più nascosto della miamente le riflessioni contorte e amare su quello che Mi stava accadendo prendevano il sopravvento, e con esse un certo gradodi disperazione e drammatico scoramento. "La bimba non mangianulla?" Feci a metà pranzo fingendo di essermi scordato una cosache mi era rimasta sul limitare del cervello sin dall'inizio. "Oh" replicò Betty "Ho già servito la signorina prima che Voi arrivaste.Adesso lasciamola giocare in pace." Fu allora che, con grande sforzo Tutti Noi uomini voltammo il capo verso Ruth e che Ella ci gratificò di un sorriso agghiacciante e indifeso al tempo stesso:l'espressione di chi sia ormai nei pressi di una trappola per topima si limiti, per il momento, ad annusarla e a squadrarla con curiosità. Indecisa se lasciarsi tentare dal pezzo di formaggiooppure lasciare prevalere la propria innata diffidenza nei confrontidel genere umano.