Torn & Frayed

Sull'Isola. I.


Sull'Isola. I.Appena sbarcato mi precipitai verso il palo marcito con la statuettaalla sommità. Avrei voluto (Dio mi è testimone!) strappare quel grottesco manufatto dalla sua base e scagliarlo lontano per migliae miglia, ma il pensiero di essere sotto lo scrutinio del mio equipaggiodi Fanatici, e di essere responsabile anche per la vita dei miei direttiufficiali sottoposti, pose sabbia nei miei ingranaggi bellicosi. Così Milimitai a osservare una volta di più quell'orrenda contraffazione di Fede, quell'oscena e balorda effige con le sue inspiegabili lacrimedi sangue fuse al materiale di elaborazione. Non so quanto temporimasi in contemplazione dell'orrore ma venni scosso dalle paroledi Osterberg il quale, silenziosamente, si era fatto alle mie spallementre parte della crew si accingeva a scendere a terra. Nel vederequell'esodo dalla Lebanon la rabbia tornò a scuotermi tutto e a farmitremare dalla sacra indignazione. Il sentimento d'avere fatto da traghettatore per quei miserabili mi fece scattare in un empito di ferocia e scandire le parole ad alta voce e con tono feroce :"Manicadi delinquenti! Chi Vi ha dato il permesso di scendere al suolo?"Colti di sorpresa i beceri individui s'arrestarono e restarono immobili,chi sul bagnasciuga, chi ancora sulla goletta nell'atto di sbarcare.Uno dei loro capi, un mozzo chiamato Turner Mi si avvicinò con untuosa lentezza e prese a parlarmi deferente :"Certo, Capitano.Mi scuso a nome dei miei compagni, ma tanto è l'entusiasmo di avere raggiunto la meta dei nostri voti che....." Lo arrestai con ungesto indescrivibile :"La meta dei vostri voti? Voi siete stati reclutaticome marinai, non come pellegrini per qualche fetida adorazionedi feticci blasfemi. E ora, così come siete scesi ritornerete a bordodella Lebanon fino a mio ordine. é inteso, Turner?" Vidi brillareuna luce sinistra nel suo unico occhio sano e capì che stava per rispondermi per le rime e forse per scatenare l'ammutinamentodefinitivo, quando un repentino cambiamento avvenne nelle sue fattezze e gli fece abbassare la testa in segno di obbedienza e rispetto. Poi pronunciò queste parole, in tono untuoso e falsamenteieratico :"Noi Le dobbiamo rispetto e disciplina, Comandante. E per questo accettiamo le sue dure parole. La rispetteremo, masi ricordi che servire due padroni non è possibile, e una voltagiunti alla nostra destinazione, le confermo che non potremo tirarci indietro se il suo parere sarà diverso dalle indicazioni che ci verranno trasmesse dal Nostro Dio." Trasalì. Per la prima volta veniva citata una divinità misteriosa. La stessa evocata da quelle misteriose statuette. "Mi stai minacciando,idiota?" Proruppi inferocito. "No" Fece Lui, facendosi comunqueminuscolo "è solo una constatazione dei fatti." Sventolai la manoper interrompere la fastidiosa conversazione e cercai con gli occhi Padre Reynolds. Lo notai a prua immerso fra tutti i bimbiche agitavano le braccia e sorridevano, contenti di essere tornati a casa. Pensai che qualcosa di buono l'avevo, in ogni caso,combinato e mi rivolsi con voce stentorea al sacerdote :"Allora,Padre, provvediamo a sbarcare i ragazzi, innanzitutto."