Torn & Frayed

Sull'Isola. III.


Sull'isola. III.Mi resi conto che, malgrado la vigilanza degli ufficiali, il mio equipaggiosi stava diradando lungo l'ascesa e, probabilmente, nascondendo frale rocce e gli arbusti che attorniavano il cammino. "Osterberg" Feci al mio secondo "Stiamo perdendo effettivi. Lo ha notato anche lei?"Lui annuì gravemente "Impossibile controllarli. Si defilano uno alla volta e noi abbiamo da badare anche ai fanciulli. Mi permetta, ma forse è stato un errore tirarceli dietro." "Chi?" Risposi "I bambini o la feccia." "La feccia, signore. La feccia, ovviamente." Ricordo cheguardai avanti e borbottai :"Preferisco separarli, piuttosto che averlitutti sulla mia nave. Quella goletta ci è indispensabile, James." "Macosa sperano di ottenere staccandosi dal nostro convoglio? Il terrenoqui intorno è del tutto inospitale." "è evidente che contano di trovaredegli appoggi e delle basi di accoglienza. Forse quest'isola, James,è solo parzialmente in mani umani, e gli umani di cui parlo, forse, fra poco non saranno più nemmeno tali. E mi sa che dobbiamo accelerare il passo, amico mio." Passammo parola e tutta la carovana si mosse con più lestezza ma ancora, secondo il mioparere, inadeguatamente per evitare il peggio o stornarlo verso il mare aperto. Poi, in prossimità dello scollinamento trovammo le tracce di uno strano avvenimento: mescolati insieme stavanoi resti di un selvaggio con qualcos'altro che non riuscimmo adefinire se non come un bizzarro essere anfibio. A prima vista pensammo si trattasse dei resti di un'antica sepoltura ma ci accorgemmo subito della vicinanza temporale dell'evento. Pur se rese quasi irriconoscibili dalle intemperie le testimonianze sui corpi erano inconfondibili. Ed era come se i due esseri sifossero letteralmente sbranati vivi in un'ultima lotta senza quartiere. Lasciando budella, muscoli e tendini esposti all'aria tagliente dell'oceano. "Reynolds - per amor del cielo -di quale cosa si tratta? Lei Deve saperlo..." Il pastore, dopoavere tenuto lontano i bambini, osservò con cura i rimasuglie poi sollevò la testa nella mia direzione :"Uno dei due è sicuramente un essere umano, ma per quanto riguarda l'altronon metterei la mano sul fuoco." "Un mostro, un essere soprannaturale..." Riflettei ad alta voce. "Forse" Replicò il pastore "O forse l'incarnazione dei nostri peggiori incubi.Il momento in cui il muro del sonno viene abbattuto e dalle tenebre emergono i Nemici, forme ancestrali che eravamoriusciti a imprigionare nell'incoscienza e che, per quale sconosciuta e strana ragione, riescono ora a scavalcare lenostre difese e a fare scempio della mente e del corpo.""Esseri che qualcuno ha certamente evocato" Dissi, voltandomi verso quello che restava del mio equipaggioidolatra e stolto, e trovando solo pochissime delle facce che ci avevano seguiti a inizio spedizione. "Non importa"Fece padre Reynolds, osservando la statuetta della vergine sanguinante posta al lato destro di un crocicchio."Di sicuro, durante la nostra assenza la sponda orientaledell'isola è diventata ricettacolo di quegli strani riti che Fratel Geremia aveva propiziato, e il risultato può esseresolo il disastro." "Non si tiri fuori, Reynolds, imprecai digrignando i denti. Lei stesso insieme al Frate, ha portatoavanti strani e atroci sincretismi, e sta stillando solo una piccola parte delle sue conoscenze riguardo i misteri dell'isola... Ma, quant'è vero Dio, glieli farò sputare tutti..."