Torn & Frayed

Casa. I.


Casa. I.Sollevai, scarno, il braccio, cercando di articolare qualche parola,ma venni subito respinto indietro dal dottor Carson, che non la smetteva di passarmi un panno bagnato sul viso e di sussurrarmiparole di ruvido conforto all'orecchio. "Si tratta certamente di un miracolo" Fece il mio pastore Peter Elbows mentre non la smetteva di tracciare grandi croci davanti al mio letto e di biascicare lunghe preghiere. I miei due vecchi amici, JamesFrampton e Isaac Doherty, non riuscivano a trattenere la lorogioia e ballavano assieme, con leggerezza, a fianco del mio letto. Mia madre, Veronica, aveva ritratto il vassoio con il pane e la brocca d'acqua, quasi intimidita mentre mio padre,John Silver Thompson se ne stava rigido al suo posto, senzalasciar trapelare la minima emozione malgrado il brillare deisuoi occhietti la dicesse lunga sulla gioia che albergava in lui.Mio nonno materno Caleb Household continuava a misurareavanti e indietro la stanza facendo risuonare il suo pesantebastone da passeggio e gettando, di sguincio, occhiate soddisfatte al mio giaciglio. "Era febbre terzana, figliolo.non so davvero come tu sia riuscito a cavartela". Mormoravail medico sottovoce, in modo che solo Io potessi udirlo. Nonintendeva spaventare ulteriormente i miei genitori e i presential mio risveglio. Per quanto mi riguardava, ero al settimo cielo,euforico ed esaltato. Con addosso l'argento vivo per avere compreso che la mia avventura nell'arcipelago di San Juan de la Réunion era stato null'altro che un'avventura oniricacausata dalla malaria. Abbassai le coperte e appoggiai lil dorso allo schienale del letto. Mi sentivo talmente beneda esigere spiegazioni sulla vita reale che avevo attraversatoprima di sprofondare in quel sogno allucinato e febbrile. I presenti insistevano a farmi riposare ma ero irremovibile.Agguantai solo un tozzo di pane e vuotai un sorso d'acqua,poi mi misi a braccia incrociate, attendendo che qualcunonarrasse. Tutti i presenti si fissarono, finché James Frampton,il mio carissimo amico di una vita, prese la parola guardandomifisso nelle pupille stanche. "è presto detto, amico. Ti eri imbarcatosu una nave di lungo diporto, che faceva rotta attraverso l'Atlantico,e aveva tappa in un arcipelago di isole chiamato San Juan de la Réunion. Lì ti sei beccato la malaria e sei stato in deliquio sulla nave fino al tuo ritorno in Inghilterra. Il chinino ti ha probabilmentesalvato ma eri talmente malridotto che sei tornato nella tua casaavita da Nantucket su un postale, per trascorrervi gli ultimi giornidi agonia. Si pensava fosse la scelta migliore: farti raggiungere la Casa di Dio partendo dalla tua abitazione terrena. E inveceeccoci qui. Merito del dottor Carson, vecchia pellaccia!" Abbassaigli occhi e cercai di trovare dentro me stesso tutti i frammentidel sogno e di incastrarli con precisione sino a formare un quadro completo. E...sorpresa: la cosa mi riusciva perfettamente.In modo diverso rispetto al risveglio, che tutto cancella delleavventure oniriche notturne, Io ero in grado di ricostruire ognunodei miei fantastici eventi, concatenati e precisi. Come se li avessi vissuti veramente giusto pochi istanti prima.