Torn & Frayed

IV


La Casa di Paglia Alla fine il questore se ne andò, con il suo segretario e le sue certezze.Radice restò solo a guardare sconsolatamente la scrivania, però si reseben presto conto che avrebbe fatto solamente il gioco della delusionee decise di alzarsi e di fare un giro per la Casa di Paglia ad imprimersiper bene nel cervello quello che avrebbe potuto perdere. Fece appena in tempo a uscire dal piccolo ufficio che si imbattè in Matteo Giustiniani,il quale aveva orecchiato la conversazione da dietro la porta malgradoi rimproveri della segretaria, Elettra. Quando era uscito Maccani si era scostato abilmente fingendo di rimestare fra le fotocopie. "Ha annusatotutto, vero?" Fece il medico alla segretaria. Lei annuì diventando rossa.Era imbarazzata ma sapeva bene che fermarlo o buttarlo fuori sarebbestato peggio. Poteva dare in escandescenze, avere reazioni imprevedibili."Quante volte ti ho detto di non spiarmi, Matteo?" "Io non ti spio, Io ho cura di te. Cosa faresti senza il mio aiuto?" Radice fece un gesto con lamano davanti alla faccia del ragazzo quasi a voler pigliare una mosca.In realtà stava solo esprimendo disappunto. "Tu sei il degente Io sono il dottore, non dimenticarlo mai. E devi portarmi rispetto. Questo edificionon è il tuo pied-a-terre personale e non puoi girare dovunque ti prenda voglia di girare senza avvertirmi; nemmeno all'asilo succede così."Matteo fece un sorriso indecifrabile che indispose ulteriormente lopsichiatra: "Ti aumenterò la terapia ad acido valproico e continueremocon il litio. Mi stai mettendo in imbarazzo, lo capisci?" Giustinianiarrovesciò le pupille fino a fare apparire solo il bianco della cornea,poi sputò a arco finendo sulla spalla di Radice che si avviò con tutta calma a un interfono chiedendo l'arrivo di due infermieri robusti, poiarretrò fino a barricarsi nell'ufficio e si accese una sigaretta. Scene similinon erano una novità. Avrebbe potutto contare i secondi che lo separavanodalle urla del ragazzo e dal parapiglio che si sarebbe scatenato nella saladi primo ricevimento. E così fu, infatti. Silvio Bernardi e Luca Vespucci,i due assistenti sanitari più muscolosi della Casa di Paglia, stavano prendendo in consegna il Giustiniani che cominciava a scalciare e a lanciare cazzotti. Le grida iniziavano ad alzarsi facendo arrestaregli altri ricoverati nelle posizioni in cui stavano mentre il dottore andavaverso la finestra e la spalancava. Franco Forbice un depresso cronico che aveva tentato più volte il suicidio e che stava accudendo alle zucchinenell'orto gli diede voce: "é Matteo, vero?" "Certo. Chi altri potrebbe essere?""Gli dia una bella ripassata, signor Emanuele. Una bella flebo di serenase."Rino Pasquali che stava aiutando il Forbice crollò il capo in segno di diniego:"Del sano vecchio valium, o diazepam com e lo chiamano adesso. Matteosi sta prendendo troppe libertà, sta alzando la testa. Un giorno o l'altro qualcuno di noi lo accorcerà." E tranciò una carota con la forbice delle vigne, a sottolineare l'entità del messaggio. Fuori dall'ufficio, nel frattempo,era tornato la calma. C'avevano messo 4 minuti e quaranta a rendere inoffensivo il Giustiniani e a portarlo via. Quei ragazzi meritavano molta più considerazione. Girò la chiave nella porta e fece un cenno alla sua segretaria Elettra Forti che sedeva tranquillamente nella sua postazionedavanti al pc. "Tutto ok?"(Continua)