Torn & Frayed

XII


 
La Casa di Paglia XIILa stretta di mano fu come una carezza e Maccani rimase stupitodall'ottimo italiano che parlava la giovane ghanese. "L'ho appresonell'attesa di venire nel vostro Paese." Mormorò lei piano, quasi senza accento. "è felice della nostra accoglienza?" fece Involsi, completamente dimentico della manifestazione xenofoba al di fuoridella Casa di Carità. Il questore strinse i pugni per la gaffe del collaboratore ma subito lo sovrastò con aria indignata: "Non faccia caso a quello che sta succedendo all'esterno. Ogni Nazione ha le sue pecore nere. Siete i benvenuti." "Ne è davvero sicuro? Non dicabugie." e Adebanke sorrise, come se qualcosa le sgorgasse dal cuore. "Le confido che non è una situazione facile. Il popolino e forse nemmeno Io sappiamo precisamente le caratteristiche del vostro arrivo. Non sappiamo se siete profughi, mutilati di guerra o persone con...problemi di natura psichica e fisica. Noi non sappiamo nulla, il nostro governo ci ha messo di fronte al fatto compiuto, glielo ammetto." La giovane africana scrollò il capo e si mise a digitare qualcosa sul piccolo computer fissato alla sua sedia a rotelle, poi si rivolse nuovamente al dirigente della poliziadi stato: "Come ovunque in Africa c'è un po' di tutto. Feriti della guerra contro gli integralisti in Nigeria, vittime civili di incidenti gravi,malati come me, che da qualche tempo convivono con una situazioneassai difficile. Comunque lei sa benissimo che siamo arrivati in Italiasu un volo speciale della vostra aeronautica militare, non siamo sbarcati con le nostre stampelle sulle coste di Lampedusa." Maccanifu sorpreso dalla fermezza della giovane: "Mai pensato questo, mi spiace se ho dato un'impressione sbagliata. Voi avete tutto il diritto di risiedere in questa terra." "Resteremo in questo edificio, signor questore? Molti di noi hanno bisogno di cure particolari, me inclusaovviamente." E lasciò trapelare un tiepido sorriso. Involsi porse un faxal suo superiore in cui si rammentava la priorità assoluta della sistemazionedei disabili. Era vecchio di due giorni ma lasciava intendere quanto il giovane funzionario facesse il tifo per Adebanke Adhiambo e gli altri malati rispettoa Emanuele Radice, Matteo Giustiniani e i folli della Casa di Paglia. "Nonoccorre." Fece Maccani molto seccato. "Non resterete in questo posto. Viè un grande casolare di campagna riattato per un ampio gruppo di disturbati mentali che farà al caso vostro. Gli attuali degenti verrannotrasferiti in un centro polifunzionale nuovo di zecca e non avranno a dolersene." La giovane distrofica aveva spalancato gli occhioni e cominciato a sudare dopo le parole dell'ufficiale. "Cosa c'è? si sentemale?" "Oh no, solo che lei ha parlato di malati di mente. Nel nostro Paese sono tabù. Si ritiene che abbiano poteri particolari e che possano lanciare maledizioni e anatemi particolarmente efficaci. Lo so che voi,uomini dell'Europa civilizzata tutto ciò è un'accozzaglia di superstizionima non ho potuto fare a meno di sentire un brivido lungo la schiena quando mi ha informata." "Sciocchezze. non nego che vi sia qualche resistenza dentro la Casa di Paglia ma, alla fine, arriveremo a un accordopacifico che soddisferà tutti." Adebanke non annuì alle parole rassicuranti.Un ombra torbida si era addensata sulla piccola comunità di disabili africanie minacciava di esplodere in temporale.(Continua)