Torn & Frayed

XVIII


La Casa di Paglia XVIII"Ascoltami, e scusa l'ora. è possibile organizzare un incontro al vertice fra Matteo Giustiniani e Adebanke Adhiambo? Aspetta, non cominciare a ridere o a strabuzzare gli occhi...Per quanto la cosa possa stupirti è un meeting a cui tengo e che vorrei vedere realizzato al più presto possibile. Giustiniani ha ascendente sugli altri ospiti della Casa di Paglia ed è in grado di sostenere un confronto a viso aperto con Adebanke. Questo è almeno quello che penso. Allora? Sei disposto a buttarti nella mischia?" Involsiall'altro capo della comunicazione stava in silenzio. Cercava di ragionareil più velocemente possibile per non deludere il capo e capire cosa ci fosse dietro quella strana richiesta. "Ma...e Radice?" "è stato lui a inviarmelo.Penso che sappia perfettamente cosa stia facendo e ritengo anche che la situazione lo intrighi non poco. Andiamo, Giancarlo, non possiamo perderetempo inutilmente. Che ne dici di domani mattina alle otto e mezza?" Il vice era ancora ammutolito ma gli ci volle poco per riprendersi. "Ci saràanche lo psichiatra?" "Presumo." "E ci saremo anche noi?" "Suppongo.""Boh, non so che senso possa avere ma mi adeguo. Telefonerò ad Adebanke per avere il suo consenso." "Allora va bene, tu muoviti in conseguenza. Ciao Giancarlo." CLIC. Maccani si spostò sulla sedia girevole e inquadrò con una piccola soddisfazione il volto mefistofelicodel Giustiniani. "Contento adesso? Avrai la tua tribuna ed esporrai le ragioni degli attuali degenti nella Casa di Paglia. Penso che non potevi pretendere di meglio." Matteo, lungi dall'essere euforico, aveva messo su un'espressione contraddittoria e perplessa. Da buon schizofrenico temeva che una simile successione di eventi così semplice e diretta celasse qualche intrigo da parte di Maccani. "Lei sa benissimo che hobisogno di preparare l'incontro in modo dettagliato. Mi sta dando troppopoco tempo." "Cosa succede? Freddo ai piedi? Quando eri entrato dalla porta sembravi l'individuo più baldanzoso del Mondo." Giustiniani abbassòla fronte e fu rapidamente preda di una feroce crisi d'identità. "Io sono unapersona malata." Il questore sorrise e rovistò fra le sue carte: "E chi lo dice?Radice ti dà la massima fiducia, e lo stesso fanno o i tuoi colleghi. Non vorraitirarti indietro proprio adesso?" Il giovane arrossì violentemente e digrignò i denti: "Non ho problemi a tenere testa a una negra. Vengono dalla giungla,nemmeno sanno cosa significhino diritti e doveri da quelle parti. Se pensache Io abbia paura sta prendendo una grossa cantonata." "Dimostriamolo,allora. Ti aspetto in questo stesso ufficio domattina alle 8.30. è la tua chanceper rappresentare la Casa di Paglia, è la tua possibilità di dimostrare quanto quella frase sulla tua malattia sia stata infelice. Sai benissimo quanta fiducianutra in te il Dottor Radice. Secondo lui sei una specie di Mussolini con qualchegrammo di fiducia in meno. Hai un futuro nella manipolazione delle masse, miocaro Matteo." L'altro fece un sorriso spento e dimostrò di capire ben poco della notazione di Maccani: "Mussolini? Mi stai provocando signor ufficiale. Vuoiche domani arrivi qui dentro carico come una molla e cominci a sbarellare.Ma non l'avrai vinta. Resterai con un pugno di mosche e i negri leveranno le tende. Io sono la miglior garanzia di tutto questo." Poi lo schizofrenico si scostò bruscamente, prese la porta, e scomparve nell'imbrunire acido della giornata.(Continua)