Torn & Frayed

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La Casa di Paglia XXXLa luce filtrava a stento attraverso le finestre sporche che davanosulle cantine della Casa di Paglia. Seduto sopra un piccolo tavolino di plastico solcato dalla polvere stava Emanuele Radice, con ingrembo una risma di carte fittamente scritte. Aspettava semplicementeche arrivassero le unità antisommossa e lo portassero fuori tra il tripudio generale dei suoi degenti. Sulla carta, durante una notte insonne aveva trascritto un memoriale sulla sua esperienza nel centro e una sorta di programma politico che lo avrebbe proiettatonell'arena dei partiti e dei movimenti sociali. Sapeva benissimo cosa sarebbe stato di Matteo Giustiniani e il suo progetto era di farneun personaggio in piena regola: la dimostrazione vivente che i metodi del dottor Radice funzionavano e potevano riportare dall'oscurità della malattia alla luce della funzionalità creativa.Ma perché impiegavano tanto tempo? Che fosse successo qualchecontrattempo e Matteo avesse ceduto al suo lato autodistruttivo?Lo aveva incaricato di recarsi al portone e di proclamare la resadella Casa di Paglia. Doveva essere una mossa sorprendente edi grande impatto mediatico; avrebbe spalancato a entrambi la gloria e la popolarità...In un Paese sempre più affetto da soggetticon disturbi di natura psichica la vista di un edificio popolato da pazienti tranquilli che prendono la via dell'uscita cedendo al diktatdi uno stupido questore si sarebbe rivelata vincente e lui e Matteosarebbero diventati delle celebrità. Avrebbero creato un partito politico nuovo di zecca e avrebbero attinto a bacino elettorale degli insicuri, dei perdenti, dei fragili, dei deboli, dei suggestionabilie avrebbero dato la scalata al potere con un programma fortementexenofobo, reazionario e conservatore. Quella casella era vuota e lorol'avrebbero riempita con populismo e demagogia: un'irresistibileascesa. Finalmente udì il rumore di scarponi chiodati sulle scale che conducevano alle cantine. Aveva chiuso la porta leggera per dare più sostanza alla sceneggiata, e quando gli anfibi si arrestaronodi fronte all'ingresso sentì levarsi un fitto bisbigliare, poi un calciopoderoso fece svellere dai cardini la sottile barriera. Il capitano Pierfrancesco Osso entrò per primo e si diresse verso Radice per afferrarlo e trascinarlo all'aperto. Il medico non oppose resistenza ma si lasciò mettere in mezzo da due imponenti bestioni in divisa.Fu spinto lungo le scale e poi fuori all'aperto. La luce del sole gliferì gli occhi mentre metteva a fuoco lo spettacolo dei suoi degentiimmobili su pullman gran turismo diretti alla nuova struttura di San Giorgio. Ma c'era qualcosa che non tornava in quello spettacolo:Innanzitutto la pozza di sangue ai suoi piedi e poi la presenza del Commissario del Governo Maria Teresa Pastrugno e di altri funzionari ufficiali. Radice si arrestò sopra il sangue che colmava gli spazi intorno ai sanpietrini. "Ma..." Riuscì unicamente a balbettare. "Ci dispiace..." Fece la Pastrugno."Matteo Giustiniani ha reagito brutalmente e ha tentato di colpire a morte il questore.Ne è nata una colluttazione e il suo paziente è caduto a terra.Abbiamo saputo da poco che purtroppo..." La vista si annebbiò a Emanuele Radice e cominciò a tremare dalla radice dei capellisino ai piedi. "Comunque la informiamo che il trasferimento degliutenti della Casa del Sole alla nuova struttura è stata sospesa su precisa disposizione del governo centrale, e che il questore Maccaniè stato sollevato dal suo incarico." Il dottore non rispose nulla. Non fece altro che inginocchiarsi, immergere le dita nel sangue di Matteoe portarsele alle labbra.(Continua)