Torn & Frayed

# 6


 
La DittaLa luna storta l'aveva preso all'improvviso mentre succhiava una mentina come faceva da pargolo.In un istante tutte le cose che aveva fatto sino a quel momento avevano perso ogni loro senso e Lui si era ritrovato con una faccia strana davanti a uno specchio immaginario e con una moglie che gli premeva contro e lo insultava. Entrambi erano giovani, di successo e spettacolarmente uniti. Almeno arrivati a quel punto: quando Lui aveva cominciato a pensare e a lasciare il dubbio fluirgli nelle vene. Avevano preso a consultare medici, psicologi e strizzacervelli vari, ed eventuali. Lei, Marika, si era più volte confidata  con alcuni suoi amici per capire cosa non andava in Dawson, e perché la malinconia si fosse fatta spazio dentro di Lui in maniera così subitanea e spaventosa.La Verità, sotto gli occhi di Tutti, era che Lui si stavaritirando e abbandonava la Ditta e i suoi intrattenimentiextracurriculari ed extralavorativi. Si ritraeva nel buio e al di là degli sguardi e degli hobbies, sicuramente non avrebbe più parlato con nessuno della vecchia guardia e sceglieva l'isolamento e l'intangibilità. Addio alle caccie allo straniero, au revoir alle case incendiate, agli stupri collettivi, alla cocaina, farewell agli scherzi atroci, alle scopate sadiche e alle velleità masochiste, baci alle corse folli in auto truccate e alle trasferte con gli hooligans per sfasciare teste, gambe e piccole rivendite, saluto con la manina alle bevute colossali e ai giochi violentissimi sulla PS.Dawson s'era svegliato e aveva trovato al suo fiancouna donna lasciva e stupida. Qualcuno che gli parlavasolo per frasi fatte, e metteva in luce solo il peggio di Sestessa. S'era alzato e s'era lavato i denti con il saporeasettico del dentifricio che non gli cancellava "quel gustoin bocca". Aveva salutato distrattamente Gino, il rottweiler di Marika e s'era vestito elegantemente come al solito. Il suo lavoro nella Swell & Fordes Trades glielo richiedeva.Aveva preso la ventiquattrore e stretto la cravatta beigementre, chissà perché, dal mobiletto prendeva una mentina di nonna e se la ficcava, di nascosto, in bocca. Marika lo scherzava sempre per questa passione da fanciullo, l'unica  che gli era rimasti dagli anni imberbi. Negli ultimi mesi nonl'aveva più fatto e ora si sentiva colpevole mentre scendeva in ascensore, e succhiava avidamente la mentina. Però,da un altro punto di vista, se ne fregava. Assaporava i frammenti della caramella e qualcosa di puro e innocentesi riaffacciava al suo palato e alla sua Storia. In modo improvviso i beceri comportamenti dei suoi colleghi e della sua conseguente ballotta gli vennero a noia e disgusto e, quando fu sul punto di uscire dal lift, scagliò a terra la valigetta e tornò indietro.Pigiò il bottone per risalire e diede un saluto scombinato a sua moglie prima di chiudersi in camera. Da lì stanno ancora tutti aspettando che esca. Non che rifiuti le visite: alla fine ha aperto a tutti quelli che volevano entrare ma, semplicemente, se ne sta ad ascoltare con lo sguardo perso nel vuoto. A volte segue il volo di una mosca o si fissa su un punto indefinito lungo il muro. Fletcher la chiama depressione, Ross stanchezza da improvviso breakdown nervoso, Travis è sicuro che stia pensando  qualche nuovo giochetto strano, e che, prestissimo, tornerà alla luce con cattiveria e decisione raddoppiate. Sua moglie si tiene l'animo fratturato e piange a dirotto. Insomma: uno psicodramma. Fuori, nel frattempo, ci si continua a divertire: si frantumano malleoli, e si sniffa alla grandissima, si corre ai buffet aziendali per fare il pieno, ci si fa un tatuaggio trendy, si scelgono i selfie e si evadono le tasse. Ma tutto questo, a Dawson pare, davvero, non interessare più.