Torn & Frayed

# 13


 
Faccia pulitaPierre era esausto mentre tornava a casa a Sterzing,dopo sei ore di insegnamento ai bimbi delle elementaridi lingua tedesca. Non lottava contro la noia, l'esasperazione oppure la mancanza di autorità... Lottava contro sé stesso. Decine di volte si mordeva le labbra e si tratteneva dall'allungare le mani verso quei piccoli, acerbi corpi e donargli una carezza strana.Lo inebriavano quelle figurine seminude (ora che l'estate eranel pieno del suo infuriare) che gli mandavano curiosi brividilungo la spina dorsale fino ai lombi. A 31 anni era nel pieno della sua maturità sessuale e voleva sfogarsi su una faccina come quelle che gli stavano davanti, composte nei banchi. Lo aiutava il fatto di essere il migliore maestro della scuola e lo sosteneva un cv immacolato e una vita composta e regolare insieme alla sua compagna albanese, Gisela, di sei anni più giovane e laureanda in lingue. Lo incoraggiava la realtà che Gisela era incinta da 3 mesi e tutti si congratulavano con Lui per il prossimo, lieto evento. La macchia di essere stato denunciato per avere rubato una tenaglia da un cantiere, quando aveva 22 anni era stata cancellata grazie alle trame dell'attiva e onnipresentemadre. Così come la responsabilità nella morte del padre quandoaveva 12 anni non era mai stata provata. Il padre era arso vivo nel garage di casa, come una torcia sotto gli occhi del bambino sconvolto.Si era archiviato tutto come uno spettacolare suicidio, tanto quanto la tragica fine di una sua compagnuccia di classe, trovata con la testa sfasciata nel cortile della scuola. Pierre sudava e sbatteva le ciglia: sarebbe stato padre! Si lisciò la camicia madida d'acqua e parcheggiò con grazia negli appositi spazi, incamminandosi verso la sua casettaa schiera. Dondolava la bellissima borsa in pelle e scricchiolava le scarpette Logan's, mentre sollevava i tondi occhialetti appannati da quel continuo, strano benessere. Appena entrato in casa avrebbe baciato Gisela e si sarebbe fiondato in bagno a farsi una sega sotto la doccia, pensando a quei corpicini inermi e bellissimi, e alla sua vogliainsopprimibile di prenderli. Bussò e la bellissima compagna lo accolse struggente d'amore. Pierre la baciò ridendo tranquillamente. Dopo le avrebbe raccontato del piccolo, innocente scherzo che gli avevano fatto i suoi alunni: avevano messo un piccolo patibolo, con tanto di minuscolo pupazzetto impiccato, sulla sua cattedra immacolata. fine