Un filo di trucco...

Eccomi a casa


Sì, sono a casina. Ma che avventura!Partiamo dall'inizio e cioè da quando sarei dovuta partire domenica, perché dovevo essere ricoverata lunedì alle 07.30. Peccato che c'era lo sciopero dei treni regionali (esattamente quelli che dovevo prendere io). Ho aspettato in stazione per tutto il pomeriggio ma nulla da fare. Quindi disdico il b&b che avevo prenotato per la notte ed avverto il reparto. La cosa che mi è sembrata strana è che non mi hanno neppure chiesto il nome... come se la cosa fosse di poca importanza ed allora mi domando: perché farmi andare così presto visto che sarei stata operata martedì? Vabbè... quindi lunedì alle 7 prendo il primo dei 4 treni che mi porteranno a Ponte San Pietro (BG), tutto bene finché non arrivo allo sportello ricoveri dove mi accorgo che non ho con me l'impegnativa del medico. Ero straconvinta di averla messa in valigia ed invece l'ho dovuta faxare in azienda ed è rimasta sulla scrivania.Non vi dico che attacco di panico di fronte alla signora dell'accettazione che continuava a dire che non mi avrebbe potuto accettare se non avevo l'impegnativa in originale. Incominciano a salirmi le lacrime agli occhi e la signora mossa dal compassione mi dice che posso anche inviargliela con raccomandata. Chiamo mia figlia e chiedo di cercarla.Ora... una ragazzina che di solito non trova l'acqua nel mare e che ha al telefono una madre disperata secondo voi come può risolvere la situazione!??!?! Più lei continuava a dire che non la trovava più io impazzivo ed alzavo la voce... finalmente la trova e quando me lo dice scoppio in un attacco isterico di pianto da non riuscire a respirare... tanto da farmi soccorrere perché mi accascio in ginocchio...Di solito non ho questa realzione ma questa nuova avventura non me la sentivo addosso. Non so spiegarvi ma avevo la netta sensazione che tutto mi dicesse di non proseguire. Ho salutato mia figlia come se non dovessi rivederla... insomma per farla breve ero terrorizzata.Arrivo su in reparto e mi provano la pressione, avverto della crisi di panico e che forse me la troveranno troppo alta... ma invece è 40 la minima e 60 la massima. Si chiedono, e mi chiedono, come faccio a reggermi in piedi... mi mettono subito a letto e mi portano il pranzo anche se era abbondantemente passato l'orario.Martedì mattina il medico mi fa i soliti disegni modello picasso, mi fanno indossare il camice blu e... si parte per la sala operatoria dove incominciano a forarmi, legarmi, svestirmi... ma un apparecchio non parte... al lettino non si aggancia la prolunga... insomma io sempre più in panico. Il dottore se ne accorge e mi accarezza, mi coccola, mi asciuga le lacrime, mi rassicura e finalmente mi addormento... e sogno... ma soprattutto mi risveglio! Evvai, sono viva!!! E' la prima cosa che mi passa per la testa ed il primo obiettivo è stato raggiunto. Ohhh che vi devo dire... io ormai dovrei essere abituata ed invece...Mi portano il camera e reagisco così bene che riesco persino a scherzare con i medici alla sera sulla lunghezza dei letti... Eccheccazzo ma non sono capaci di farli un po' più lunghi!?!Tutto è bene quel che finisce bene... e mi ritrovo al posto delle tette due missili sulla rampa di lancio.Ora si tratta di non alzare troppo i gomiti... e non si riferiscono a bevute ma nel senso più stretto del termine, in quanto devo tenere i gomiti vicino al corpo come se un elastico mi trattenesse la braccia. Facile da dire ma decisamente non facile da fare.  Non dovrei guidare... condizionale d'obbligo visto che ho già provato questa mattina ed è tutto gestibile anche se in effetti alcune manovre sono un po' difficoltose.Arriveranno anche le foto... prometto...