Un filo di trucco...

Ho cambiato dottore


Ora che tutto è concluso vi racconto questa: quando ci fu detto che per mio padre la situazione era senza speranza ci fu suggerito di rivolgerci all'Ant. E' stata sicuramente un'ottima scelta perché ogni settimana per quasi due anni è venuta una dottoressa che non solo prescriveva cure immediate ma portava i medicinali e istruiva l'infermiera per i prelievi che venivano fatti a domicilio.Nel periodo terminale c'è quasi ogni tipo di servizio dal trasporto, se si deve andare a fare visite ed esami, all'infermiera addetta alla pulizia della persona, inoltre, ti riforniscono di ogni cosa/materiale/medicine/presidi medici (letto antidecubito) insoma una bellissima iniziativa, ma...  purtroppo c'è un ma!Ma, questa associazione, è contraria all'ospedalizzazione. Ed è contraria perché passa il concetto che, se si arriva a mandarli in ospedale, è per una loro mancanza nella gestione dell'ammalato, mentre in realtà spesso si arriva a questa scelta perché è la famiglia che non è assolutamente in grado di gestire situazioni così gravose.Noi abbiamo stravolto casa per far spazio ad un letto ortopedico, poi ho dovuto affidarmi ad un "caregiver" valido che ho scoperto essere il nome trendy per definire un "aiuto alle cure". Casa mia si è trasformata in un succursale di un ospedale compresivo di farmacia. Il tutto per non mandare mio padre in ospedale sebbene a due passi da casa ho una struttura d'eccellenza per i terminali, l'Hospice.Per entrare in lista occorre che il medico di base ne faccia richiesta ma questo mi è stato detto a mezzavoce dall'infermiera dell'Ant che probabilmdnte non ha subito il lavaggio del cervello.Quindi mi presento dalla mia dottoressa speranzosa, ma ovviamente, avevo riposto male le mie speranze, poiché come prima cosa ha detto che sarei andata allo scontro con l'Ant, e poi che avrei dovuto fare come fanno tutti... e cioè gestire il "problema" sborsando soldi e facendo spazio in cucina per una brandina per una badante (testuali parole). Ma visto la mia insistenza ha dovuto procedere con la richiesta. Richiesta fatta su un modulo non appropriato, e lei lo sapeva bene, perché me l'ha proprio detto spudoratamente.Con il mio bel foglietto mi presento il giorno dopo all'Hospice e, come supponevo, mi hanno rimandato al mittente, ma almeno sto giro portavo come trofeo il modulo da compilare. C'è da aspettare altri giorni per andare in ambulatorio e lunedì mi ripresento e la dottoressa, anche piuttosto scocciata, dice di non ha tempo per compilare le solite domande (generalità e patologia, non le veniva richiesto di scrivere il seguito della divina commedia) e che potevo farlo io... e che l'Italia andava male per questo. Tanto per precisare, l'ambulatorio era vuoto.Non si hanno parole davanti a certe baggianate. Unica certezza è che appena usciti dal bailamme, sono andata a cambiare dottore di famiglia per i tre componenti.A tanto per precisare è la stessa dottoressa che ha curato per anni mio padre per diverticoli e non per i reni (da dove poi è partito il suo problema), è la stessa dottoressa che non ha riconosciuto la pertosse a mia figlia, la stessa che non voleva darmi la mutua dopo i miei interventi perché diceva che erano estetici... sì insomma... una demente!Finalmente il mercoledì riesco a mandare il fax all'Hospice, il giovedì mi telefonano per darmi appuntamento e il venerdì ero al colloquio... quando mio padre era "soporoso" come definiscono ammalati che dormono, in coma come direi io.Struttura incredibilmente accogliente (un mix tra spa e residence), una dottoressa davvero brava e che non ha voluto vedere la cartella ma mi ha fatto un sacco di domande su come stiamo in casa... su come mia madre sta affrontando le cose... su come una nipote vive la morte del nonno nella sua stanza... Da quel momento ho saputo di avere una porta aperta e ad un mio cenno avrebbero ricoverato mio padre. Era consolante sapere di avere questa possibilità anche se avrei fatto di tutto per non usarla... ma intanto era lì. Oggi ho cambiato dottore. Non so da farmene di un'incompetente, fredda e stupida. P.s. prima giornata di ritorno alla normalità.