Teilhard de Chardin

Con Darwin e Teilhard salviamo la noosfera


 Nella prospettiva della gestione del pianeta, io vorrei far notare che sono perfettamente conciliabili due visioni della natura, due modelli di universo: quello darwiniano e quello teilhardiano. Per Darwin, l'evoluzione è determinata da un insieme di eventi scelti e prodotti dalla selezione naturale; Teilhard de Chardin ritiene invece che la evoluzione organica muova verso il punto Omega, la riconciliazione di tutto in Cristo. Nel modello di Darwin, non c'è un fine ma un processo; in quello teilhardiano, c'è un processo che ha un fine. Già Sant'Agostino dice che all'inizio Dio ha conferito la "potenzialità evolutiva". E poi il filosofo francese Henri Bergson si schiera per "l'evoluzione creatrice": ogni novità che si verifica nel processo evolutivo è frutto di un atto creativo. Teilhard prevede il passaggio dalla biosfera alla noosfera, un momento della storia dell'umanità in cammino verso il punto Omega, in cui tutti i cervelli degli uomini si connetteranno, in una specie di pensiero collettivo globale. E mi pare che con ciò il filosofo gesuita abbia previsto un'importante tappa nell'evoluzione dell'uomo, che in un certo senso può cominciare a delinearsi con Internet. All'avvicinamento fra i due percorsi, il darwiniano e il teilhardiano, contribuisce l'attuale tendenza dell'ecologia a risacralizzare la natura. Il mondo sta ridiventando un valore in sé da proteggere, riacquista un carisma che durante il positivismo aveva perduto. Sul fronte del rispetto della natura, io noto molta sensibilità nella cultura cristiana, perché lo scopo condiviso è salvare il mondo. Il Vangelo dice: tutto il bene che farete a questi piccoli lo farete anche a me. Ritornando a San Francesco, potremmo estendere il messaggio evangelico: tutto il bene che viene fatto a una creatura vivente (e perciò a un prodotto della creazione) viene fatto a Dio. Giorgio Celli (amante dei Gatti!!!)