Teilhard de Chardin

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PADRE AGOSTINO CANTONI INCONTRA TEILHARD DE CHARDIN   Padre Agostino Cantoni era un uomo, un sacerdote che non aveva mai paura di  pensare. Nella sua parrocchia a Crema spingeva i suoi parrocchiani alla testimonianza di una fede che partiva dagli abissi della materia e ascendeva attraverso l’evoluzione umana verso Cristo, Alfa e Omega, Principio e Fine,Non per niente padre Agostino Cantoni aveva approfondito la teologia di padre Teilhard de Chardin arrivando a testimoniare attraverso numerosi scritti la sua passione per il gesuita che ha parlato di Cristo con un linguaggio aderente all’uomo moderno.Abbiamo trovato in rete un bellissimo lavoro di Patrizia di Capua su:  La parola e il Gesto nell’opera di don Agostino Cantoni.Patrizia di Capua dedica un capitolo all’incontro tra Don Agostino e Padre Teilhard.Ve lo proponiamo invitandovi nel contempo a leggere gli scritti di Don Cantoni su Teilhard ancora rintracciabili nelle librerie cattoliche. PATRIZIA DI CAPUALA PAROLA E IL GESTO NELL’OPERA DI DON AGOSTINO CANTONI ………..n  Pierre Teilhard de Chardin: il rischio non è un erroreNel 1994, quindici anni dopo il libro su Madinier, presso le stesseedizioni Benucci di Perugia, Cantoni riunisce una serie di articoligià pubblicati a partire dal 1978 in un testo per alcuni aspetti profetico:Pierre Teilhard de Chardin. Saggi di antropogenesi42.Lo studio, dedicato al “gesuita proibito”43, si avventura coraggiosamentenel cuore di un pensiero accolto con prudenza, per nondire con sospetto, dalle gerarchie ecclesiastiche: quello, per l’appunto,del geologo e paleontologo al quale si deve un grandiosotentativo di mediazione fra l’evoluzionismo e la tradizione cristiana.Se poi veramente la “Gaudium et spes” possa essersi inqualche modo ispirata alla filosofia teilhardiana44 è questione chelasceremo ai teologi.Premessa di ogni discorso su Teilhard de Chardin è la negazionedi un illusorio antropocentrismo e del connesso geocentrismo.L’uomo non è centro dell’universo, bensì freccia ascendente diuna sintesi biologica. Dall’immobilità di un uomo che si credestabilmente collocato in una sede privilegiata, al dinamismo diun essere capace di conquistare una posizione superiore solo se siimpegna a riflettere e pensare: materia (molteplicità) che diventaspirito (unità). Le direzioni indicate da questa freccia sono il superamentodell’individualismo nel segno di una solidarietà armonizzatrice,e la convergenza verso Omega, nome con cui il filosoforibattezza il dio dell’evoluzione cosmica. La fragilità della magnanimavisione che non esiterei a definire utopistica sta nell’inverificabilità(o, se si vuole, nella non falsificabilità) dei postulatidi base: “il postulato dell’unità e della coerenza dell’universo,da cui deriva l’infallibilità della sua marcia in avanti versolo spirito” e “il postulato dell’irreversibilità della crescita dellospirito”45. In una sconcertante simmetria con le utopie dell’ottocentescosocialismo autoproclamatosi scientifico, Teilhard deChardin propugna o per meglio dire proclama il passaggio dallafase forzata della collettivizzazione umana alla fase libera, “incui gli uomini, riconoscendosi finalmente elementi solidali diun Tutto convergente e di conseguenza iniziando ad amare i determinismiche li rinserrano, sostituiranno l’unanimità di affinitàe simpatia alla forza di coercizione”46. Ritorna alla mente ilpassaggio marxiano dalla società naturale alla società volontaria,dove naturale è sinonimo di forzata, ossia quella società in cui ladivisione del lavoro e la proprietà privata dei mezzi di produzioneprovocano una “scissione fra interesse particolare e interessecomune”47, mentre volontaria e dunque libera risulterà la societàcomunista. Solo in quest’ultima, infatti, “la società regola laproduzione generale e appunto in tal modo mi rende possibile difare oggi questa cosa, domani quell’altra, la mattina andare acaccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopopranzo criticare, così come mi vien voglia; senza diventare nécacciatore, né pescatore, né pastore, né critico”48.La socializzazione preconizzata da Teilhard de Chardin segnal’inizio dell’Era della Persona, dove tutti, animati da un amoreuniversale, intravedono la cima, il centro supremo, sommamentepersonale e personalizzante, che è l’ipotesi Omega, fuoco diattrazione e polo che magnetizza l’azione umana. All’universo in stato di cosmogenesi, fatto di energia, risponde la noogenesi,genesi dello spirito, a sua volta radicata nella psicogenesi e nellabiogenesi. L’impotenza delle tradizionali categorie scientificheè a più riprese denunciata dallo studioso, con particolare riferimentoalle leggi della termodinamica: l’energia non si conservacostante, né si entropizza; al contrario: l’energia cosmica crescecostantemente. E parallelamente la creazione, da quando l’evoluzionesi è imposta in campo scientifico, non può più essere concepitacome un atto puntuale, o come un intervento di rotturanella continuità dei fenomeni, bensì va intesa come “un atto coestensivoall’intera durata dell’universo”49.Ancora una volta, al di là delle sue ben documentate argomentazioniermeneutiche, quale preziosa eredità vuole trasmettere donAgostino con questo saggio?Molteplici messaggi ricchi di insegnamento morale sono estrapolabilida un testo tanto dotto quanto – come si diceva – profetico,per la volontà di porsi in ascolto e dialogare con le più recentiacquisizioni delle scienze50. Innanzitutto il peccato vienequi ridefinito come l’inerzia, come colpevole fissismo tendenteall’involuzione, mentre il bene altro non è che un “contributoalla evoluzione del mondo”51. Valori e disvalori vanno anch’essiri-gerarchizzati all’interno di una morale e di una religione dinamica,di bergsoniana memoria, a cui corrispondono un neoumanesimoche indica il futuro in un maximum di personalità, diamore e di socialità, e perfino un’iperfisica, “sintesi in un’unicavisione omogenea di tutti i settori e di tutti gli aspetti della ricercafenomenologica”52. Affascinano soprattutto le considerazionisulla morale dinamica, quella che afferma che “non è benese non ciò che concorre alla crescita dello spirito sulla terra”,che “è bene tutto ciò che procura una crescita spirituale dellaterra” e che “il meglio è ciò che garantisce il più alto sviluppodelle potenze spirituali della terra”53. Quanto alle religioni storiche,da un confronto fra le religioni mistiche dell’oriente e quelleoccidentali, emerge che le prime “hanno preteso dall’uomo unatteggiamento di passività e di rinuncia alla terra, di disimpegnodalla storia”, mentre le seconde, “panteistiche o umanitaristiche,del Progresso universale, animate dalla fede in uno Spiritosenza immortalità, senza personalità e trascendenza, nongiustificano lo sforzo umano”. E se “l’oriente ha il senso del Tuttoa scapito della persona, l’occidente ha il senso del progressoa scapito dello spirito”54. (segue al prossimo post)PATRIZIA DI CAPUA