Teilhard de Chardin

IN RISPOSTA A " TUTTOSCIENZE"


Vari siti hanno  pubblicato l’articolo di Giorgio Celli: “Il volenteroso gesuita di Darwin. Per lui l’evoluzione convergeva verso Cristo. E nella noosfera anticipò la nascita del Web”  pubblicato dall’inserto del quotidiano La Stampa, Tuttoscienze.:E’ certamente utile parlare e scrivere di Teilhard de Chardin, che il grande storico Arnold Toynbee  aveva apostrofato come un gigante della cultura mondiale, ma riteniamo che ciò debba essere fatto prendendo in esame la globalità  del pensiero del gesuita per poterlo presentare in forma giusta, ma anche critica , ai lettori (e sono molti quelli “affamati” di Teilhard: basti girare per il web per rendersene conto).Il Prof. Giorgio Celli è un eminente etologo, ma forse non avendo  approfondito l’opera di Teilhard   non riesce a centrare l’obiettivo in senso giusto.Il Prof. Fabio Mantovani,che ha scritto  e tradotto varie opere del gesuita francese  è l’ estensore del famoso : Dizionario delle opere di Teilhard de Chardin, opera unica in tutta Europa edito da I Gabrielli, ed ha scritto una lettera aperta, cortese ma ferma,  al Prof. Giorgio Celli.  La lettera aperta è stata inviata a Tuttoscienze, del quotidiano La Stampa,  che fino ad oggi non ha ritenuto pubblicarla e portarla a conoscenza dei suoi lettori a completamento, come dicevamo, dell’informazione su Pierre Teilhard de Chardin.Anche il Centro di Documentazione Teilhard de Chardin di Roma ha inviato copia della lettera aperta a tutti quei siti che avevano pubblicato l’articolo di Celli, ma fino ad oggi nessuno si è sentito in dovere di pubblicare la lettera aperta di Mantovani. Dopo aver atteso invano un qualunque riscontro, la lettera aperta è stata pubblicata nel sito www.biosferanoosfera.it curato dallo stesso Mantovani.Dispiace dover ancora una volta constatare che il nome di Teilhard de Chardin susciti atteggiamenti di chiusura di questo genere.  Di lui di vuoe parlare solo per criticarlo o per fare del gossip gratuito come nel recente libro  bibliografico di J. Arnould su Teilhard di cui non si sentiva affatto la necessità.Voglio pubblicare nel mio blog la lettera aperta di Fabio Mantovani così da ampliare la lettura e la conoscenza di padre Pierre Teilhard de ChardinGiovanni FoisCentro di Documentazione Teilhard de Chardin Roma   LETTERA APERTA AL PROF. GIORGIO CELLI «Si riderà di colui che pronuncerà queste parole davanti all’Aeropago,come si ride di un sognatore, e lo si condannerà».Pierre Teilhard de ChardinLETTERA APERTA A GIORGIO CELLCaro Professore,nell’articolo “Il volenteroso gesuita di Darwin. Per lui l’evoluzione convergeva versoCristo. E nella noosfera anticipò la nascita del Web” (a p. 4), Lei ha presentato ai lettoriuna succinta valutazione del pensiero di Teilhard de Chardin, che merita alcune parole dicommento.Mi permetto di rammentare che l’opera di Teilhard è una grande “Sintesi”, l’unica sinoratentata nel nostro tempo. In quanto tale si presenta nella sua interezza, ma deve essere esaminata, in successione e senza salti, nelle singole tre grandi parti che la compongono:1 – dall’inizio dell’evoluzione cosmica sino all’uomo;2 – da un’umanità dispersa ad un’umanità unita nel Punto Omega (“umano”);3 – dall’Incarnazione alla Cristogenesi, sino al Punto-Omega (“divino”, Cristo).Nella prima parte, Teilhard:- tiene conto di fatti accertati (come il graduale ingrossamento della capacità cranicanella specie Homo);- non si occupa delle casualità profonde1 (p.es. dei fattori in gioco nelle mutazioni);- formula l’ipotesi di un lato “interno” nella materia e di due energie, “radiale” e“tangenziale”2;- assume come asse portante della sua visione evolutiva la dinamica di “complessificazione”,associata a livelli crescenti di psichismo.In questa prima parte vi sono argomentazioni che possono essere oggetto di critiche scientifiche.La seconda parte è la più caratteristica del pensiero di Teilhard in quanto riguarda il futurodell’umanità e la formazione della Noosfera, il cui sviluppo corrisponde alla fase prettamente lamarckiana dell’evoluzione culturale e sociale.In effetti, bisognerebbe verificare se, e fino a che punto, la complessificazione si realizzanell’Umanità, che Teilhard considera come una “seconda materia”.Questa parte, però, è praticamente ignorata dalla sociologia e dalle scienze della comunicazione.La terza parte compete alla teologia cristiana, non alla scienza.3Nel Suo articolo questi diversi piani sono confusi, sicché la visione teilhardiana che ne risulta sembra effettivamente un gran pasticcio. Analizziamo le Sue affermazioni una aduna:- “l’evoluzione di Teilhard de Chardin era conforme nei fatti a quella di Darwin”.Non è esattamente così: Teilhard ritiene che la teoria darwiniana sia valida, ma inmodo insufficiente.4 La sua ipotesi di un lato “interno” nella Stoffa dell’Universo lasciachiaramente intendere che egli include nel processo evolutivo un fattore lamarckiano,il quale diviene preponderante, come già sottolineato, a partire dall’uomo;- “Per Teilhard [invece che svolgersi alla cieca e senza scopo], l’evoluzione degli organismi obbediva a un grande progetto”.Non c’è traccia negli scritti teilhardiani della parola “progetto”. Egli ammette il “caso”e il “gioco dei grandi numeri”, ma la curva gaussiana non è… piatta (!) e pertanto:«il gioco dei grandi numeri si unisce e si confonde con la finalità».5Statisticamente, il moto evolutivo procede nel senso di una sempre maggiore complessificazione, a partire dal Big bang in avanti. La complessità del fenomeno nonconsente però di conoscere in anticipo i suoi precisi esiti (per esempio di affermareche l’apparizione dell’uomo, così com’è, era un evento del tutto prevedibile). Tuttavia,Teilhard de Chardin – collegando sperimentalmente la crescita di complessitàall’incremento di psichismo – può sostenere che nell’umanità la coscienza collettivaaumenta a mano a mano che in seno ad essa le interazioni si moltiplicano.Questo processo, essendo illimitato (è esponenziale, ad esempio, l’accumulazione delsapere), determina l’aumento di complessità-coscienza, che è tendenzialmente sollecitataa raggiungere un suo apice massimo, il Punto Omega (“umano”).Non compete alla scienza, ma alla teologia valutare se questo Punto Omega possacoincidere, come Teilhard proclama, con il Punto Omega (“divino”), cioè con il Cristo;- “Alcuni punti di vista del sistema teilhardiano hanno qualcosa di profetico: comequando pensa che la biosfera, l’associazione dei corpi di tutti gli organismi, finiràper evolversi nella noosfera”.Mi dispiace constatare che Lei è un po’ all’oscuro della problematica Biosfera-Noosfera, già ben delineata da Teilhard, Vernadskij e altri.6 Dalla sua affermazioneparrebbe inoltre che Teilhard abbia “indovinato” la formazione della Noosfera. Lameraviglia sparirebbe se fosse tenuto presente che il processo di complessificazione èininterrotto, anima tutta l’evoluzione, fisica, biologica e sociale; - “L’evoluzione di Teilhard de Chardin può vantarsi, o addirittura millantare, di esserescientifica? Non direi proprio: però è come se la scienza si fosse messa a sognare”.Teilhard tiene in gran conto le acquisizioni scientifiche riferite ad un quadro temporaledi 13,5 miliardi di anni, in cui si sviluppa in modo continuo e crescente la complessificazione della materia atomica, molecolare e pluricellulare.7 Egli estende inoltre nel futuro la complessificazione sociale e spirituale dell’umanità.La sua visione, come detto all’inizio, è una grande “Sintesi” che include evidenzescientifiche, interpretazioni filosofiche e una lettura evolutiva della Rivelazione cristiana.Certamente, prof. Celli, anche Lei avrà elaborato una propria personale Weltanschauungche, - al fine di poter unificare la sua vita interiore, - non sarà esclusivamentescientifica!Anche la Weltanschauung di Teilhard de Chardin ha il medesimo fine.Il Suo articolo dimostra quanto sia ancor oggi difficile l’accesso al pensiero di Teilhard deChardin. Ciò dipende da vari fattori, come ho messo in luce in altri luoghi.8 Ma un etologo,qual è Lei, ha una particolare responsabilità nella valutazione del pensiero teilhardiano,proprio perché la qualifica di “scienziato” conferisce maggior credito alle valutazioniespresse, anche quando sono troppo sommarie e non documentate.La saluto cordialmente Fabio Mantovani(dal sito www.biosferanoosfera.it )  Nota:la presente “lettera aperta” è stata indirizzata alla Redazione de “La Stampa” l’11. 06. 09e non ha avuto alcuna risposta. Sarà pubblicata in questo spazio qualora fosse ricevuta. 1 P. Teilhard de Chardin, La visione del passato, il Saggiatore, Milano 1973, pp. 366-367.2 P. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, Queriniana, Brescia 1995, pp. 49-61.3 Molti teologi, sovente allergici ai concetti scientifici, non si curano granché della prima e seconda parte, cui sono invece strettamente collegate le proposte teologiche di Teilhard.4«Emergenza del più adatto, selezione naturale: non sono parole vane, purché non le si consideri come ideale conclusioneo come spiegazione ultima…Un processo che non è soltanto il Caso, con cui lo si è voluto confondere, ma una Casualità orientata», cfr. P. Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, op. cit. p. 103.5 P. Teilhard de Chardin, L’avvenire dell’uomo, il Saggiatore, Milano 1972, p. 174.6 Cfr. http://www.biosferanoosfera.it/scritti/NOOSFERA.pdf7 Le acquisizioni fisico-matematiche che hanno portato alla definizione del “principio cosmologico” confermano questo lungo percorso di “complessificazione”: cfr. J.D.Barrow & F.J.Tipler, Il principio antropico, Adelphi, Milano 2002.8Cfr.http://www.biosferanoosfera.it/scritti/OPACITA%20E%20SPLENDORI%20OPERA%20TDC%20per%20pdf.pdf