Teilhard de Chardin

UNA NUOVA ERA


E INIZIATA L'ERA PLANETARIA    Il pianeta terra è l'unico simbolo in grado di accomunare tutta l'umanità sotto un'unica bandiera. Filososofi, astronauti e sociologi invocano il risveglio di una "identità terrestre" per affrontare con una coscienza più alta i problemi di questo nostro mondo in trasformazione.    "L'era delle nazioni è già passata. Se non vogliamo morire è ora di liberarci dei vecchi schemi preconcetti e di costruire la terra. La terra non diventerà cosciente di se stessa se non attraverso una crisi di riconversione e di trasformazione". Sono le attualissime parole del padre gesuita Teilhard de Chardin, scritte nel 1933, anticipando un concetto che oggi si sta affermando sempre di più: la necessità della nascita di una coscienza planetaria. Un concetto espresso con chiarezza anche nel racconto di un astronauta, John W. Young, di ritorno dal quinto viaggio sulla luna, con l' Apollo 11: "Laggiù, in basso c'è la terra, un pianeta bianco-azzurro bellissimo, splendente, la nostra patria umana. Dalla luna lo tengo tutto sul palmo della mano. E da questa prospettiva non ci sono bianchi o neri, divisioni tra est e ovest, comunisti e capitalisti, nord e sud. Formiamo tutti un unica terra. Dobbiamo imparare ad amare questo pianeta di cui siamo tutti una piccola parte." "Oggi siamo ancora nell'età del ferro dell'era planetaria", afferma Edgar Morin, il sociologo francese che crede fermamente nella nascita di un nuovo atteggiamento nei confronti della propria identità e cittadinanza: "Ciascuno di noi ha la propria genealogia e la propria carta d'identità terrestre. Ciascuno di noi viene dalla Terra, è della Terra, è sulla Terra". E' l'inizio dell'"era planetaria", in cui non possiamo più non riconoscere gli stretti legami di interdipendenza che legano tra loro realtà e società diverse del nostro pianeta. La presa di coscienza di questa comunanza terrestre è l'evento chiave che può consentirci di uscire dall'età della barbarie, facendoci comprendere che il destino della nostra specie si gioca collettivamente. L'immagine del nostro pianeta è forse l'unico simbolo in grado di rappresentare un valore significativo, anzi basilare, per ogni singola diversa cultura del mondo, senza privilegiarne una piuttosto che un'altra. "Assumere la cittadinanza terrestre è assumere la nostra comunità di destino - conclude Edgar Morin in Terra-Patria - il compito è immenso e incerto, e siamo alla vigilia non della lotta finale, ma della lotta iniziale".     
 MARCELLA DANON