Teilhard de Chardin

Il papa e Teilhard


Ratzinger cita Teilhard e tutti gridano alla riabilitazione  Poco più di un mese fa,  ad Aosta Papa Benedetto XVI ha, bontà sua, citato Teilhard de Chardin nell’ambito di una omelia per i Vespri. Due importanti giornali  di opinione (la Stampa e il Corriere della Sera) passavano due pezzi ( che potete leggere su Internet) dei loro inviati in cui traspariva un notevole ottimismo per questa breve citazione.Il giornalista Vecchi e il giornalista Galeazzi hanno scritto che il papa riabilitava Teilhard de Chardin che come ricorderete era stato colpito da un Monitum del Santo Ufficio, ai tempi del Card. Ottaviani (noto mastino della tradizione cattolica)Ma lasciatemi gridare a gran voce, soprattutto in faccia a quanti hanno salutato quella brevissima citazione papale (che tra l’altro è brevissima rispetto ad altre citazioni fatte da Giovanni Paolo II e da Paolo VI ) che ci vuole ben atro per riabilitare il gesuita francese!Vorrei anche ricordarvi che l’attuale Papa è stato responsabile del Santo Uffizio per tantissimi anni e non ha mai mosso un dito  magari solo per auspicare lo studio dell’opera di Teilhard nei Seminari. Ma soprattutto non dimentichiamo quello che Ratzinger ha  detto a Messori. Questo riferimento lo trovate nella lettera di Mantovani più sotto. I giornalisti,  che hanno poco in comune con la vicenda drammatica che ha opposto e continua ad opporre il Magistero della Chiesa a Teilhard de Chardin e alla sua opera,  citano la parole del papa come una riabilitazione tout court di Padre Teilhard.  Non dimentichiamoci la vicenda del Card. Casaroli che si permise di inviare una lettera di plauso per i cento anni della nascita di Teilhard e qualche giorno dopo si ebbe un “frustata” da parte dell’Osservatore Romano che sottolineò che quella lettera non era affatto un riabilitazione del gesuita francese. E mutatis mutandi qui è lo stesso.  Con due parole dette in una omelia non si guariscono settanta anni di ostracismo infido e violento da parte del Magistero Ecclesiastico verso l’umile gesuita.Anhce perché chi legge con attenzione le poche e scarne parole di Ratzinger e conosce il pensiero di Teilhard non può che constatare il divario immenso che esiste tra la visione liturgica e cosmica citata dal papa che è legata ad una visione teologica fissista e quella di Teilhard de Chardin che ci parla di una visione liturgica e cosmica evolutiva.  Noi non dobbiamo preparare niente, perché è già tutto intorno a noi, dietro e davanti a noi rivelato da Cristo e “noi dobbiamo solo vedere e rendere testimonianza del Regno di Dio che è già tra noi ma noi non lo vediamo ancora”Agli articoli pubblicati  sul Corriere della Sera a firma di G.G.  Vecchi e sulla Stampa a firma di Galeazzi  sulla riabilitazione di Teilhard risponde a tono, senza polemica e senza astio, ma centrando definitivamente l’argomento, il Prof. Fabio Mantovani, profondo conoscitore dell’opera del gesuita.Sarebbe ora che anche la stampa cosiddetta di opinione cominciasse a parlare della vicenda di Teilhad in termini giusti.  E inutile continuare a dire che scienza e fede vanno  d’accordo se non si chiariscono su che cosa sono d’accordo!  Visto che la fede e la teologia vogliono imporre alla scienza  il loro punto di vista a volte anche con prosopopea e presunzione.La lettera che pubblichiamo è stata inviata   ai due  giornalisti, ma nessuno dei due si è sentito in dovere di dare una pur flebile risposta.  Sempre questa lettera à stata inviata anche al blog di Raffaella su papa Ratzinger. Noi volentieri  pubblichiamo  la puntualizzazione del Prof. Mantovani affinchè i lettori non vengano illusi da ottimismo di facciata. Fosse anche di Papa Benedetto XVIGiovanni FoisCentro di  Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo- Roma  Gentilissimo dott……….ho letto con grande interesse l'articolo  ( qui Mantovani cita i titoli dei due articoli. N.d.r.), sforzandomi di interpretare il discorso di Benedetto XVI nel senso piuttosto ottimistico da Lei espresso.  Come autore del "Dizionario delle opere di Teilhard de Chardin", traduttore per la Querinana dei due capolavori di Teilhard (Il fenomeno umano ,  L'ambiente divino) e per anni Presidente dell'Associazione Italiana TdC, sono molto cauto nell'intravedere delle significative novità da parte del Magistero nei confronti del cosiddetto "gesuita proibito" o "Darwin cattolico" (appellativo che, fra l'altro, irritava molto TdC).Come lei sa bene, la prospettiva teilhardiana implica essenzialmente: (1) un moto evolutivo ascendente e (2) un moto divino discendente, per sovra-umanizzare l'Uomo e per consentire all'Umanità di elevarsi sino al Punto Omega.Si potrebbe parlare (seppur impropriamente) di "riabilitazione" di Teilhard se il Magistero ammettesse questa sua prospettiva evolutivo-teologica.Ma da questa posizione il Magistero è assolutamente lontano in quanto dovrebbe:a. "spiegare" in altro modo l'origine del Male, perché l'evoluzione ascendente  è in totale antitesi con il dogma del Peccato orginale commesso da una coppia realmente esistita.  (Da notare che i guai per Teilhard cominciarono nel 1922 proprio con lo scritto "Nota su alcune rappresentazioni storiche possibili del Peccato originale");b. ridefinire il senso dell'Incarnazione e della Redenzione.  Quand'era card., Ratzinger precisò infatti con chiarezza che  l'accettazione della prospettiva teilhardiana capovolgerebbe la struttura del cristianesimo(p 6 del doc. http://www.biosferanoosfera.it/scritti/SCIENZA%20%20FEDE.pdf  e http://www.biosferanoosfera.it/scritti/PECCATO%20ORIGINALE%20E%20UOMO%20PRIMITIVO%20%20BIS.pdf  ).E allora perché Benedetto XVI ha menzionato Teilhard de Chardin?Perché la visione teilhardiana viene ogni tanto smontata in pezzi al fine di "recuperare" ciò che può servire.  Ma va da sé che il senso delle parti utilizzate non è più quello che avevano nel loro contesto originale:  è come se fossero tasselli distaccati da un unico, coerente mosaico. Mi spiace di averLe fatto perdere un po' di tempo, non per contraddirla polemicamente, ma per cercare di mettere a fuoco il "vero" problema che Teilhard pone al Magistero: la necessità di un aggiornamento dottrinale da troppo tempo rinviato.Cordialissimi saluti.Fabio Mantovani(da Verona 045 7501133)