Teilhard de Chardin

TEILHARD E L'APOCALISSE


Rappresentazioni moderne dell’Apocalisse Una delle rappresentazioni moderne dell’apocalisse è per esempio quella che emerge dagli scritti del padre gesuita Pierre Teilhard de Chardin molto più vicini al tipico discorso scientifico e evoluzionista che al discorso svolto totalmente nel linguaggio teologico.Il suo discorso, in qualche modo profetico sull’avvento dell’Homo noeticus che rappresenta un salto evolutivo rispetto all’attuale Homo Sapiens Sapiens, non è indolore come molti interpreti di questa nuova figura umana ritengono. Per quest’ultimi infatti la nuova umanità viene rappresentata come il baluardo estremo della difesa della specie e del pianeta Terra, della democrazia e soprattutto dell’insieme del patrimonio spirituale accumulatosi lungo il divenire storico dell’umanità che lo piega ai legittimi interessi tattici e strategici dei nuovi movimenti emergenti, talora anche radicali, di stampo ecologista, salutista ecc… Questa lettura è sicuramente significativa e i movimenti non violenti, pacifisti, ambientalisti che talora la supportano sono certamente l’incarnazione sintomatica di una storia che giunge al termine, ma la lettura che il “gesuita proibito” dà dell’avvento dell’Homo Noeticus è ben altra e soprattutto ben più radicale: non è una figura di difesa dello status quo prima che le cose peggiorino irrimediabilmente ma una figura di attacco per far dire alla storia della salvezza: “tutto è compiuto”. Ci troviamo infatti di fronte ad una vera e propria “fine del mondo”. Esso, l’Homo Noeticus rappresenta infatti per così dire lo sprint finale della convergenza di tutta la nostra galassia nel “punto Omega” a forte potenza gravitazionale, rappresentato dal “Cristo evolutore” che attrae tutto a sé e in cui tutto collassa e implode nell’abbraccio finale tra il creatore e la creatura.Pubblicato il 13 luglio 2009 sul sito “ IKONE”