Teilhard de Chardin

Intuizioni teilhardiane


TEILHARD E LA SOCIALIZZAZIONE UMANA (O DEL SOCIALISMO) La socializzazione è un fatto costituito dall'insieme delle interdipendenze economiche. sociali, politiche, giuridiche e culturali degli uomini e delle nazioni. Come tale, essa ha avuto inizio con lo comparsa dell'uomo, e il suo studio si confonde con lo studio delle diverse forme di società: clan, regioni. nazioni, ecc... Nel secolo XlX, dopo l'avvento della rivoluzione industriale, la socializzazione si è intensificata e generalizzata. Si è intensificata: le interdipendenze sono diventate sempre più numerose e necessitanti. Si è generalizzata: costatiamo infatti che, in campo internazionale, si stringono tra gli uomini rapporti sempre più stretti. La sociallzzazione riguarda non solamente le persone di una medesima nazione, ma le nazioni stesse. La socializzazione è dunque un fenomeno che si costata. si descrive e si analizza. 11 socialismo invece è una dottrina o, più esattamente. un insieme di dottrine. tanto che sarebbe più esatto parlare di socialismi anziché di socialismo. Se i socialismi concordano nel mettere l'accento sul Tutto (per usare la terminologia di Tei/bard). differiscono profondamente gli uni dagli altri: il laburismo inglese. ad esempio. è lontano dal comunismo russo. Qual è stato l'atteggiamento di T ei/hard in merito alla socializzazione e al socialismo? Teilhard non ha approfondito le dottrine socialiste, se non per cercarvi le prime soluzioni, ancora incerte e imperfeue, ai problemi posti dalla socializzazione attuale, e per denunciarne le insufficienze e le deviazioni. Prima di tutto e soprattutto si è interessato al fenomeno della socializzazlone, che ha minutamente descritto e analizzato. Ecco perché è più esatto e ovvio parlare di Teilhard e la socializzazione. Afavore del titolo «T eilhard e il socialismo N militano però due ragioni. La prima si desume dal modo con cui Teilhard affronta il fenomeno della socializzazione. Per T eilhard lo socializzazione è un insieme di fatti costatabili. Il suo studio però è qualcosa di più di una pura e semplice costatazione. T eilhard col/oca questo fenomeno in tutta lo storia dell'universo, e ne deduce: I) Che la socializzazione non è una fase momentanea dell'umanità, dovuta al/o sviluppo rapido della tecnica, ma una sua situazione fondamentale. 2) Che s'inserisce in un grande movimento di convergenza dell'universo, assumendo significato individuale. 3) Che è un valore positivo. il movimento di socializzazione è per Teilhard un movimento di personalizzazione.T eilbard ricorda con insistenza le condizioni di riuscita della socializzazione: salvare il Tutto senza trasformare le persone in automi, salvare la persona senza cadere nel­l'individualismo, salvare tutte le persone senza sacrificare quelle di oggi alle persone di domani. T eilbard non ha dunque affrontato questo fenomeno da semplice sociologo: ne ha ricercato il significato, ne traccia le condizioni di riuscita. Certo: molti sono i sistemi concreti di realizzazione che possono soddisfare le condizioni da lui enunciate, e ripetiamo anzi che Tei/hard non si è schierato per nessun sistema politico, sociale od economico. Rimane comunque vero che, per Teilbard, la socializzazione non è un epijenomeno, qualcosa di acci­dentale per l'umanità, «un temporale che dobbiamo attraversare », bensì un qualcosa che appartiene alt' essere stesso della persona. T eilhard ritiene che questo processo non possa fare a meno di intensificarsi: ci invita pertanto a non [renarlo, ma piuttosto ad impegnarvici e a dirigerlo, in modo tale che il movimento di socialtzzazione diventi effettivamente un movimento di personalizzazione. L'accento posto sul valore del Tutto lo avvicina pertanto allo spirito comune a tutti i socialismi. Non dimentichiamo però che esistono differenze profonde. La seconda ragione nasce dalle stesse correnti socialiste. A cominciare dal secolo XIX esse hanno subito una notevole evoluzione e si evolveranno ancora. Sorrette al- l'inizio da ideologie razionaliste, laiciste o marxiste, alcune cominciano a liberarsi dalla filosofia che le ispirava, e si trasformano in sistemi di organizzazione della società, capaci di accogliere i valori ai quali noi non possiamo rinunciare. La Pacem in terris ha sottolineato quest'evoluzione, già avvenuta, o prossima a verificarsi: «Non si possono identificare fa/se teorie filosofiche sulla natura, l'origine, e il destino dell'universo e dell'uomo, con movimenti storici a finalttà economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse, mentre i movimenti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventesi, non possono non subire  può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della natura umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione? ». Conscie della loro evoluzione, alcune correnti socialiste sembrano oggi cercare vie nuove. Non potrebbe Teilbard de Chardin colmare le loro lacune? Ecco perché riteniamo giusto il titolo: «T eilhard de Chardin e il socialismo».  ROBERT COFFY