Teilhard de Chardin

Eco-theology e Teilhard de Chardin


Una nuova forma di teologia  I temi dell’ecologia, del futuro della Terra e dell’Umanità stanno diventando sempre più centrali nell’ambito del pensiero religioso cattolico. Studi sempre più approfonditi appaiono nelle librerie e nei dibattiti organizzati per trovare sempre più nuove soluzioni ai problemi dell’ambiente umano e naturale. La presenza selvaggia dell’industria e della tecnologia sta saccheggiando indiscriminatamente le risorse terrestri e sta distruggendo intere popolazioni di animali.La Chiesa cattolica non ha mai, come in questo momento, tenuto in conto questa grave situazione, Ne fa stato l’organizzazione, da qualche anno, di manifestazioni per la salvaguardia del creato.E’ nata,  da qualche anno, ispirata da  padreThomas Berry una corrente di pensiero teologica che ha preso il nome di Eco-theology.Sempre più uomini di pensiero, nell’ambito della Chiesa cattolica hanno cominciato a riflettere seriamente sul futuro dell’Uomo.Eco-theology è una forma di teologia costruttiva che si interroga sulle relazioni tra la religione e la natura, con particolare riferimento alla situazione ambientale e trae i propri presupposti dall’esistenza di una stretta relazione tra la visione spirituale dell’uomo religioso e il degrado dell’ambiente naturale.  Questa nuova teologia esplora le relazioni tra i valori ecologici (la sostenibilità ambientale, la dominazione dell’uomo sulla natura, la ripartizione delle risorse energetiche e alimentari, ecc…) e lo spirito religioso dell’uomoEco-theology ha mosso sia un vasto movimento religioso a sostegno di progetti ambientali che interessano vaste zone del pianeta che la consapevolezza crescente di una vasta crisi ambientale e climatica ed ha spinto  a rivalutare e ad approfondire una riflessione religiosa sul rapporto che lega l’uomo alla natura e alla Terra.Scriveva Pierre Teilhard de Chardin nel 1933:«In passato il cristiano veniva cresciuto nell'impressione che per raggiungere Dio occorreva lasciare tutto. Oggi scopre che non può salvarsi se non attraverso l'Universo e nel prolungamento dell'Universo. In passato, adorare era preferire Dio alle cose. Ora adorare diventa dedicarsi corpo e anima all'atto creatore, associandosi a lui per portare il Mondo a compimento per mezzo della fatica e della ricerca.Amare il prossimo un tempo era principalmente astenersi dal fargli torto e medicare le sue ferite. La carità, senza cessare di essere compassionevole, si consumerà ormai nella vita dedicata al progresso comune.Sembrava che esistessero solo due attitudini possibili per l'uomo: amare il Cielo o amare la Terra. Ecco che si scopre una terza via: andare verso il Cielo attraverso la Terra.  Esiste una vera Comunione con Dio per mezzo del Mondo.Un tale Cristianesimo è realmente evangelico ... e non ha più quell' odore di oppio che ci si rimprovera così aspramente (e con un certo diritto) di versare ai popoli. Si presenta come l'animatore dell'azione umana, alla quale apporta l'ideale preciso di una figura divina, nella quale si concentrano e si salvano le preziose essenze dell'universo»Pierre teilhard de Chardin, Comment je crois, Paris 1969, pp 110-112 (questo scritto è del 1933)Questa riflessione teologica teilhardiana affonda le sue radici nella tradizione religiosa riscoperta oggi, dalla Chiesa cattolica, nell’etica e nella cosmologia nell’ambito del rapporto con la natura.Questa breve citazione ci fa scoprire come il nuovo pensiero eco-teologico, nell’ambito della Chiesa cattolica, trovi in Pierre Teilhard de Chardin s.j. il suo più pregevole ispiratore e di cui il citato padre Thomas Berry è stato il più fervente continuatoreA parte le opere più conosciute di Teilhard, sacerdote e scienziato, dovremmo  rileggere l’opera che , nel mondo cattolico e cristiano, sta influenzando in modo concreto l’eco-teologia : parlo del pregevole scritto “ IL POSTO DELL’UOMO NELLA NATURA- Il Gruppo zoologico  umano” in cui Teilhard approfondisce l’aspetto profondo che l’Uomo ha nel quadro della Natura e il valore che vi rappresenta.Scrive ancora Teilhard:  “ L’umano deve essere considerato legittimamente come il prolungamento e il coronamento del vivente. Abbiamo scoperto, dice ancora Teilhard, con emozione che se l’Uomo non è più, come si poteva pensare una volta, il centro immobile di un  Mondo già perfetto; in compenso egli tende ormai a rappresentare, per la nostra esperienza, la freccia stessa di un Universo simultaneamente in corso di “complessificazione” materiale e di interiorizzazione pscichica sempre più accelerata.Una visione  il cui contraccolpo sulla nostra mente dovrebbe essere abbastanza forte per esaltare o addirittura trasformare la nostra filosofia dell’esistenza” ( TdC: Il Posto dell’Uomo nella Natura-Il Gruppo zoologico umano – Il saggiatore 1976)E questo un testo di difficile reperibilità che, in questo momento in cui la Chiesa cattolica scopre la sua vocazione ecologica, sarebbe opportuno che qualche editrice ne promuovesse la ristampa, essendo, quella de Il Saggiatore, esaurita da tempo.  Giovanni FoisCentro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’UomoRoma