Teilhard de Chardin

Parliamo di Teilhard


 LA "PLANETIZZAZIONE" DI TEILHARD (3)(segue dal post precedente) Indugiare su vecchie posizioni di contrasto e di antinorniasignificherebbe far risorgere - non sen­za gravi corresponsabilità da parte nostra - gli errori e le illusioni di un positivismo che, dopo avere dissacrato l'uomo e la natura, ed avere pro­messo il paradiso terrestre della pace perpetua e della gioia perenne, hanno immerso l'umanità, al funereo suono della morte di Dio, negli abissi delle guerre mondiali, nelle discriminazioni di razza e di colore, nella ferocia di inaudite persecuzioni. In quel primo fallimento la scienza trovò nella pro­pria evoluzione il vigore ed il rigore di smentire i propri assunti miracolistici e di riscattare tesi fino ad allora proclamate come verità assolute. Ma per­sistette, nell'impostazione di fondo, ad assumere implicitamente od esplicitamente un carattere di pre­giudiziale diniego dei valori soprannaturali dell'uo­mo e della natura.        Teilhard tenta la grande sintesi, operando nel­l'interno della realtà scientifica, e ricollegandosi ai tesori della sapienza biblica e patristica. Egli sente che al movimento ed alle reazioni degli  atomi fino ad ieri considerati come materia inerte, monolitica e indivisibile corrisponde l'irresistibile movimento dell' energia umana. La fase di «convergenza» è aperta e la planetizzazione muove i primi passi: le distanze sono vinte, le fonti di energia moltiplicate e quasi senza limite, la guerra alle infermità si at­testa su strategiche e mobilissime posizioni di avan­guardia, i continenti del nostro pianeta non ba­stano più all'investigazione, allo studio, alle spe­rimentazioni, la terra è sempre più piccola ed il cosmo ha iniziato la sua marcia di convergenza, di avvicinamento all'unità.  RODOLFO ARATA: L'eterno nella coscienza, Ed. Cinque Lune - Roma)