Teilhard de Chardin
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Fabio Mantovani, uno dei migliori Amici di Teilhard compie gli anni.
Forse non tutti voi conoscete il Prof. Fabio Mantovani, insigne studioso di Pierre Teilhard de Chardin s.j.
E' stato per lunghi anni Presidente dell'Associazione Teilhard de Chardin quando questa aveva la sede a Firenze presso l'Istituto Stensen.
Anni d'oro quelli che vedeva la partecipazione, intorno all'Associazione, di decine e decine di uomini di cultura, scienziati, teologi, biblisti e moltissimi uomini di Chiesa.
Erano gli anni della interdisciplinarietà che si coagulava intorno alla rivista IL FUTURO DELL'UOMO. Rivista che per molti anni è stato un veicolo di ricerche, di riflessioni e di scoperte del pensiero teilhardiano.
Erano gli anni in cui anche Padre Dall'Olio, direttore dell'Istituto Stensen e anche lui profondo conoscitore di Teilhard radunava presso la sede dell'Associazione scienziati come Ferdinando Ormea, Lodovico Galleni e Michele Sarà, teologi come Battista Mondin e Paolo Giannoni, uomini della politica e della stampa che sarebbe troppo lungo citare.
Ma quegli anni finirono con le dimissioni di Fabio Mantovani e il successivo trasferimento dell'associazione a Torino.
Trafserimento che portò ad un offuscamento della tradizione teilhardiana instaurata a Firenze.
Oggi l'associazione vive una vita non tanto illustre, basti vedere il loro sito, perchè ha ritenuto di non avvalersi più di tanti uomini che avevano testimoniato di Teilhard ed ancora oggi sono gli unci a portare avanti un'approfondimento del pensiero e dell'opera teilhardiana.
Soprattutto Fabio Mantovani, che dal momento in cui lasciò l'Associazione si dedicò esclusivamente alla traduzione delle opere di Teilhard fino ad arrivare, nel 2006, a pubblicare un libro che non dovrebbe mancare in "case" teilhardiane.
Mi riferisco al DIZIONARIO DELLE OPERE DI TEILHARD DE CHARDIN edito dai Gabrielli Editori.
Ma, secondo me, la sua migliore attività la dimostra nella redazione del sito www.biosferanoosfera,it dove pubblica materiale di studio olistico e lo confronta con il pensiero di Teilhard.
Non solo, nello scorso anno Mantovani ha pubblicato inediti assoluti d Teilhard de Chardin: delle perle utili a migliorare la conoscenza e la riflessione del pensiero di Teilhard.
L'associazione della Tassone-Bernardi non ha ritenuto di inviare a Mantovani un ringraziamento ed un apprezzamento per questa opera.
Questa associazione vive solo nel culto della personalità della presidente e a nulla valgono gli stimoli inviati come l'ultimo che potete leggere sul post precedente.
Mi onoro di collaborare con Mantovani nella promozione del pensiero di Teilhard in rapporto alla cultura moderna e nel tentare di far capire al Magistero che sarebbe ora di riabilitare sul serio Teilhard ( e non come ha fatto Benedetto XVI citando solo alcune parole teilhardiane.)
Se non l'avete ancora fatto o non l'avete mai letto, vi invito ad aprire il sito citato. Ne troverete un beneficio assoluto perchè è così che si da valore a Teilhard e non come fanno molti teilhardiano che non avendo letto o letto poco di Teilhard lo tradiscono ad ogni momento.
E l'ultimo e più grave tradimento è quello consumato dalla Tassone-Bernardi che ha avallato lo scempio perpetrato nel volume della Jaca Book (vedi post precedente)
Bene, Fabio, l'altro ieri è stato il tuo compleanno e non posso fare altro che augurarti ogni bene e che tu possa continuare ancora per molto tempo l'impegno che ha preso con Pierre Teilhard de Chardin, tuo migliore Amico.
Giovanni
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)