Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« TEILHARD DE CHASRDIN, TEOLOGO | IL MIO AMICO TEILHARD » |
Ho sempre vissuto in avanti…
(Il messaggio di un Uomo nato il 1 maggio 1881)
“Io penso che il Mondo non si convertirà alle speranze celesti del Cristianesimo se prima il Cristianesimo non si converte, per divinizzarle, alle speranze della Terra”
Tutto il contemuto del messaggio proposto da un Uomo al nostro tempo è riassunto mirabilmente in questa convinzione..
Questo messaggio è pregno di una tale carattestica spirituale ed umana, di una reale densità di significato da non lasciare indifferente nessun essere umano, cristiano e non, che cerca, che si interroga e vive le grandi mutazioni spirituali, culturali e sociali del nostro tempo.
Si nota in tutto il mondo il desiderio di accedere ad una nuova fase di costruzione della Noosfera. Malgrado, girando lo sguardo attorno a noi, vediamo solo guerre, distruzione, sopraffazione, ingiustizia, fame, razzismo, la volontà di pace, di giustizia, di fratellanza resistono al di là della violenza e della morte.
Se vogliamo veramente suscitare nel mondo, a cominciare da noi stessi, un profondo e rinnovato interesse allo sviluppo integrale dell’Umanità dobbiamo conciliare il nostro pensiero creativo con la meditazione, il grido con il silenzio, la nuova tecnologia con l’arte, il pensiero con il dinamismo della nostra mente e la volontà di crescere con la perfezione dell’essere.
E’ questo lo spazio imponente che un uomo, nato il 1 maggio 1881, ha invaso ed ha contribuito a sviluppare attraverso la sua fede, la sua credibilità, la sua serietà, la sua onestà, con la rottura di tutte le gabbie ideologiche, con amore verso tutte le creature.
Facendosi forte del detto di S,Paolo:”Quando sono debole, allora sono forte” (2Cor.12.10) e di quello di San Giovanni.” Il Verbo si è fatto carne” (Gv.1,14)
Era un Uomo “ardente” che ha segnato la sua epoca, e la nostra, battendo nuovi sentieri della scienza e della fede, senza idee preconcette, denunciando sempre e dovunque gli stanchi stereotipi dei linguaggi astratti, le ripetizioni sterili del passato, che alla luce dei grandi passi dell’ Umanità non sono più fedeli alla dinamica del Vangelo e della Resurrezione. E soprattutto hanno perso, nella religione, la grande tradizione biblica, mistica ed ecclesiale.
Quest’Uomo appartiene alla grande razza dei pensatori in grado di interessare le nuove generazioni e di far loro scoprire la grandiosità e la maestà della prossimità e della bellezza di Dio.
Tocca a noi, uomini del nostro tempo, prendere nelle mani lo sviluppo della Noosfera e dell’avvenire dell’Uomo,
Tocca a noi far brillare quella luce per il domani...
Quest’Uomo scriveva:
“ La strada si aprirà sotto i nostri passi: Ci basta sapere che davanti a noi la Via è libera… Andrò verso l‘avvenire più forte della mia duplice fede di uomo e di cristiano perché dall’alto della montagna, ho intravisto la Terra promessa,”
Quest’Uomo era Pierre Teilhard de Chardin, gesuita, scienziato, filosofo e teologo nato a Sacernat (Alvernia, Francia) il 1 maggio 1881
Un Uomo che Etienne Gilson, sul quotidiano Le Monde diceva essere :” un genio che del sapere positivo e dell’impazienza profetica aveva fatto un’indivisibile grandezza” (Le Monde 11 aprile 1955)
Mentre quattro anni dopo, sul quotidiano Daily Mail ( 22 novembre 1959) Sir Arnold Toynbee, scienziato e storico di fama mondiale così ricordava questo grande Uomo:” Padre Teilhard sarebbe già un gigante dell’intelligenza se si fosse limitato alla paleontologia, ma di fatto è anche un poeta e un cristiano, e ciò fa di lui un gigante sia della spiritualità che dell’intelligenza: La sua visione unitaria incontra un bisogno spirituale del nostro tempo”
Un Uomo che nelle sua mitezza pregava ogni giorno:
“Tutto tentare per il Cristo,
tutto sperare per il Cristo.
Al cielo con il complimento della
Terra”.
GIOVANNI FOIS
Centro di Documentazione Teilhard de Chardin - Roma
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)