Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianze« Parliamo di Teilhard | 22 Aprile 2010 - Giornat... » |
Pasqua 2010
un grande cambiamento ci attende
“Mi piacerebbe morire il giorno della Resurrezione”: questo desiderio venne espresso da Teilhard de Chardin il 15 marzo 1955 a New York.
In questa espressione era condensata la storia della sua vita profonda vissuta nella contemplazione del Cristo risorto, Signore dell’Universo.
Venne esaudito qualche settimana dopo, come egli ardentemente desiderava: il 10 aprile era la Pasqua , giorno di Fuoco e di Resurrezione, giorno che sintetizzava in modo mirabile tutta la sua vita e quel giorno, puntualmente, il Risorto venne per prendere il suo fedele servitore Pierre Teilhard de Chardin per portarlo con sé.
Pierre Leroy così lo ricorderà:” è morto all’improvviso, come aveva richiesto, nella città più cosmopolita del mondo, lui l’amico di ogni uomo del mondo.”
A parte gli scritti, che ancora oggi vengono letti e studiati da moltissimi scienziati, teologi, uomini di cultura e semplici cittadini,Teilhard de Chardin ci ha lasciato tutta la sua vita, una vita di testimonianza della fede nella Resurrezione; una fede vera che non si basa su possibili illusioni, come hanno scritto tanti uomini di Chiesa, ma che scaturisce dalla meditazione sulla vita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, letta nella scrittura prima di tutto, e letta poi nella storia dell’Uomo congiunta con la storia di Cristo.
Teilhard aveva visto giusto quando mezzo secolo fa aveva previsto una crisi di crescita della Chiesa e della società dell’Uomo; ma aveva anche previsto e lasciato a noi metodi e vie di soluzione di queste crisi.
Oggi,all’interno dell’Umanità più avveduta, i suoi metodi, le sue vie di soluzione e i suoi punti di vista sono adottati largamente e sempre più giovani, in cerca di cambiamento per costruire la nuova società dell’Uomo, si avvicinano al pensiero di Padre Teilhard: basta girare un poco sui blog della Rete informatica per rendersene conto.
Credo che anche la Chiesa farebbe bene oggi a riscoprire questo “gentiluomo della fede”.
E’ il cambiamento della storia, che sta avvenendo sotto i nostri occhi, che ci spinge verso un rinnovato impegno all’interno della Chiesa e tra gli Uomini, ma noi non ce ne accorgiamo ancora.
E’ in questa strada del cambiamento verso la riscoperta dell’Uomo e della sua pienezza nel Cristo Redentore che Pierre Teilhard de Chardin può darci il suo valido aiuto.
(Giovanni Fois)
Un fratewrno esincero augurio di una Santa Pasqua
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)