Teilhard de Chardin
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Teilhard de Chardin
Nel mio costante girovagare per tutta la Rete alla ricerca di informazioni, notizie, documenti suTeilhard per il mio Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo ho visto spuntare sotto il mio mouse una breve nota che ha attirato la mia attenzione e che mi ha fatto rimanere a bocca aperta.
La nota cominciava cosi: “ Oggi ho avuto la fortuna di incontrareTeilhard…”
La mia sorpresa era tanta perché forse avevo scovato qualcuno che ha incontrato Teilhard a Roma alla fine degli anni ’40.
Ho cercato alla fine del post di scoprire l’autore ma invece dell’autore mi è apparso il sito della Tenuta di Ceppaiano, nota azienda vinicola della Toscana.
Ma che ci faceva una nota su Teilhard in un sito di una casa che produce vino?
Il mistero è stato subito scoperto. Dopo una telefonata all’Azienda ho parlato con il Signor Piergiorgio Castellani che mi ha spiegato l’arcano della nota.
L’anno scorso il Signor Castellani, uomo che ha girato il mondo e che si è interessato di arte, teatro, viaggi, della mente umana e del mistero della natura. Questa sua molteplice attività lo ha portato ad appassionarsi al grande mistero e alla sacralità della natura che ci circonda.
Per mettere a frutto questa sua esperienza ha chiamato attorno a se intellettuali e non fondando un gruppo che ha chiamato Materia Prima Territori Creativi.
Il primo gruppo che il Signor Castellani ha raccolto attorno a se hanno scelto di donare un poco del loro tempo a questa testimonianza verso il nostro meraviglioso paese.
Piergiorigio Castellani ha scelto per se la difficile opera di …incontrare passeggiando uomini e donne che hanno dedicato tutta la loro vita a testimoniare l’amore per la terra e per l’Uomo che vi abita.
E non poteva che cominciare con Teilhard de Chardin.
Per questo Castellani ha descritto con delicata fantasia un suo improbabile incontro personale con il Gesuita .
Ve lo ripropongo con l’autorizzazione dell’autore e vi invito a visitare il sito e, se siete interessati chiedete di far parte del movimento Materia Prima Territori creativi.
Giovanni Fois
Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo –Roma.
“Oggi ho avuto la fortuna di incontrare Teilhard, abbiamo intrapreso una bella passeggiata all’aria aperta…, si trova da queste parti messo al bando dalla gerarchia dominante perché ha tentato di insegnare agli uomini e alle donne moderni a trovare Dio in ogni cosa. Lui stesso mi ha confessato:
” Dapprima, mi hanno considerato un ottimista o un utopista beato, un sognatore di uno stato d’euforia umana in un qualche futuro. Poi, cosa più grave ancora, si va ripetendo che sono il profeta di un universo che distrugge i valori individuali. In verità, la mia più grande preoccupazione è stata quella di affermare che l’unione fra l’uomo e Dio, fra l’uomo e l’altro uomo, fra l’uomo e il cosmo non annulla mai la differenza.”
Dopo aver percorso alcune strade di campagna e ala fine di un lungo silenzio mi ha confessato:
“…l’umanità si dirige irreversibilmente verso il Punto Omega nel quale la vita rifiuta di continuare a esistere e abbraccia la comodità del non essere ”
Teilhard de Chardin (1881-1955)
(post a cura di Piergiorigio Castellani)
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)