Messaggi di Febbraio 2009

TESTIMONIANZE PER UNA BIOGRAFIA SPIRITUALE DI TEILHARD

Post n°165 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da bioantroponoosfera
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IL MIO AMICO TEILHARD

 

Gli scienziati che lavorarono con lui, i filosofi che seguirono l’evoluzione del suo pensiero, gli uomini e le donne cui confidò i suoi entusiasmi e le sue crisi, ci rivelano un nuovo Teilhard de Chardin.

 

Fino a qualche mese fa, in Italia, il nome di Pierre Teilhard de Chardin era più familiare agli studenti di paleontologia che ai cattolici.  La sua fama presso il pubblico italiano si affidava cioè assai più alla datazione del famoso Sinantropus pechinensis, o “ Uomo di Pechino”, che alle polemiche suscitate dai suoi scritti teologici.  E ciò anche perché, in Italia,  quegli scritti non  sono stati ancora pubblicati (ricordo che l’articolo è datato 1963, n.d.r.), restando la loro conoscenza limitata a quella esigua minoranza di cattolici impegnati e di studiosi che li avevano letti nelle copie semiclandestine al ciclostile diffuse in Francia prima della morte del loro autore:

Ma negli ultimi mesi il nome di Pierre Teilhard de Chardin è esploso anche in Italia, favorito dalla diffusione dei volumi francesi, dalla traduzione di una raccolta di lettere e dalla biografia di Claude Cuenot, da molti articoli di riviste specializzate e di giornali, dal saggio di Giancarlo Vigorelli e anche dal del monitum  con il quale il Santo Offizio ha consigliato estrema prudenza nel consentire ai giovani, soprattutto in seminario, la lettura delle sue opere.

La diffidenza di certi ambienti della Curia romana a lasciare avvicinare i fedeli italiani a correnti di pensiero pur liberamente dibattute negli altri paesi ha ancora una volta generato confusioni pericolose: molti discutono ora di Teilhard de Chardin conoscendolo poco o senza conoscerlo affatto;  la oiù importante forse tra le sue opere, “ Le milieu divin” sta  per avere la stessa sorte del “Capitale” di Marx: quella di essere un libro pochissimo letto e spessissimo citato.

Chi era Teilhard de Chardin?  Che tipo d’uomo?  Che tipo di cristiano ?  Queste le domande cui abbiamo cercato di  rispondere con la presente inchiesta condotta fra coloro che conobbero, amarono, criticarono Teilhard: e poiché è assai difficile separare una personalità d’eccezione (quale indubbiamente Teilhard fu ), dalle sue idee, si vedrà che dalle risposte raccolte anche queste emergono con sufficiente chiarezza.  Per la nostra inchiesta, dovunque, con una  sola eccezione, abbiamo incontrato mani tese, incoraggiamenti; dovunque si sono aperti archivi privati contenenti lettere e documenti a tutt’oggi inediti; e la Compagnia di Gesù, cui  Teilhard appartiene, non ci è stata meno larga di aiuti degli studiosi e degli amici cui ci siamo rivolti.

L’impressione dominante che abbiamo tratto da tutti questi incontri, eccola in breve.  Dovunque passò,  Pierre Teilhard de Chardin lasciò il ricordo di un’altissimo ingegno e di una sconcertante bontà: tutti, difensori e avversari, si sono detti concordi su questo punto, a cominciare da Gabriel Marcel, il leader dell’esistenzialismo francese,  che ebbe con Teilhard alcune polemiche rimaste famose: “ Teilhard de Chardin si muoveva su un altro piano”: ce lo siamo saentito dire dire cento volte.  Vittima spesso di terribili crisi di angoscia, egli fu e rimase un ottimista di fronte al mondo, alla vita: in tutti cercava subito l’aspetto migliore, il lato positivo.  Teilhard de Chardin amava l’uomo così come amava il  mondo e credeva in esso.  “Non mi sembra un caso”, scriveva ad un amico nel dicembre del 1917, “ che Dio mi abbia dato una così viva passione per il mondo e per Cristo.  Dal momento che il loro doppio amore si concilia e si sostiene così fortemente in me, nella realtà dei miei affetti, non è questa la prova che  esiste un punto di vista sotto il quale l’uno si ricollega all’altro?  Per me accanto a una comunione con il mondo.  E’ di questa  comunione che mi sembra di essere l’apostolo”.

La vita spirituale di Teilhard de Chardin fu dominata da una specie di “sentimento” profondo della realtà organica del mondo, il sentimento di una convergenza generale su se stesso dell’universo, di una convergenza che culmina in Cristo: la creazione non è qualcosa di fatto una volta per tutte, la creazione è qualcosa che continua  a farsi, la  creazione è evoluzione.  Dio non ha creato a una data X il mondo ma lascia piuttosto che il mondo continui a crearsi.  Visione del cristianesimo prematura, incompleta?  Il una lettera che Teilhard scrisse al padre generale dei Gesuiti, Janssens, nell’ottobre del 1951 da Città del Capo, egli ammetteva che Roma potesse considerarla tale per una serie di ragioni e avvertiva che, nonostante certe apparenze esterne, egli era ben deciso a restare obbediente e  docile alla Chiesa ( “anche se non posso” aggiungeva,  “senza provocare una catastrofe interna e senza essere infedele alla mia più cara cessare dal cercare”).

Fosse oggi vivo, Teilhard assai probabilmente non troverebbe nulla da ridire contro il monitum del Santo Offizio: quanto alle sue obbiezioni all’articolo dell’Osservatore Romano che lo ha accompagnato, se le sarebbe tenute per sé. E’ un punto da sottolineare: questo prete che ha conosciuto lunghi esili per le sue idee, era prete sino al fondo dell’anima, e prete cattolico e gesuita.

Ecco un’altra considerazione emersa dalla nostra inchiesta.  Non tutto probabilmente è accettabile in Teilhard de Chardin: scienziato di prim’ordine, non era un teologo e alcune  sue osservazioni non paiono tenere di fronte ad una critica agguerrita:  Ma come ogni uomo di genio, come ogni artista, Teilhard de Chardin ci permette non di comprendere tutta la realtà ma di scoprire uno o più aspetti della realtà che sinora ci erano sfuggiti.  Non si tratta insomma di leggere Teilhard: si tratta di saperlo leggere.

 

MASSIMO OLMI

(da l'EUROPEO n.36- 8  settembre 1965) 

(seguono, in un l prossimo post,  le prime  testimonianze raccolte da Massimo OLMI)

 
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SALVAGUARDIA DEL CREATO

Post n°166 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da bioantroponoosfera
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QUALE PERCORSO EVOLUTIVO NELLA  NATURA

Circa 3,5 miliardi di anni fa ebbero origine le prime forme di vita sul pianeta Terra, il quale si era formato un miliardo di anni prima. La materia ha intrinseche capacità di evolversi, con il passaggio a molecole e forme di vita sempre più complesse. Recenti esperimenti hanno dimostrato la possibilità della formazione di forme iniziali di vita partendo dalla materia inerte. Pertanto l’idea che la vita vegetale e animale abbia avuto origine dalla terra è abbastanza accettata dagli studiosi. Non sono mancati coloro che hanno tentato di estendere il processo evoluzionistico anche al campo religioso e spirituale. Forse il caso più emblematico è quello di Teilhard de Chardin, il “gesuita proibito”. Pur vivendo in un contesto altamente ostile al materialismo dilagante, ribaltò il giudizio esprimendo una particolare attenzione per la materia:

Benedetta sii Tu, universale Materia,
Durata senza fine, Etere senza sponde,
triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni,
Tu che eccedendo e dissolvendo le nostre anguste misure
ci riveli le dimensio
ni di Dio

Dai suoi studi di paleoantropologia allargò l’orizzonte fino ad affermare: “Credo che l’Universo è un’Evoluzione. Credo che l’Evoluzione va verso lo Spirito. Credo che lo Spirito si compie in qualcosa di Personale. Credo che il Personale supremo è il Cristo-Universale.”

Il pensiero evoluzionistico di Teilhard de Chardin comporta alcuni termini a lui propri come noosfera: si tratta della sfera del pensiero umano, che va sviluppandosi dopo la geosfera (materia inanimata) e la biosfera (vita biologica). Come lo sviluppo della vita ha trasformato in maniera significativa la geosfera, così lo sviluppo della conoscenza sta trasformando radicalmente la biosfera. Nel passaggio dalla geosfera, alla biosfera e alla noosfera, si può constatare quella che Teilhard ha chiamato legge di complessità e coscienza. L’universo è in costante evoluzione verso livelli più elevati di complessità e di coscienza. Il punto supremo verso cui converge è chiamato da Teilhard Punto Omega: un nome che rimanda al libro dell’Apocalisse. Non è solo il punto di arrivo del processo evolutivo, ma la causa per la quale l’universo si muove in quella direzione. È indipendente dall’universo che si evolve, quindi trascendente, e identificato nel Logos biblico, ossia in Gesù Cristo, persona per eccellenza. Pertanto, oltre a complessità e coscienza, l’evoluzione comporta anche una maggiore personalizzazione. Pur in quest’ampia prospettiva e nonostante difficoltà e tentennamenti verso quella direzione, la noosfera è un’opera umana, e l’umanità deve assumersi la responsabilità del futuro non solo della specie ma del cosmo tutto intero. In effetti oggi possiamo riconoscere che lo sviluppo della noosfera (di cui internet è un’espressione evidente e di proporzioni forse inattese) si accompagna a una probabile distruzione della biosfera. Occorre riconoscere a Teilhard una sensibilità ecologica non comune, in tempi nei quali questa espressione non era neppure usata.

La gerarchia cattolica ha pesantemente ostacolato l’opera e la vita di Teilhard. Già inizialmente, nel primo dopoguerra, quando lui, nel tentativo di conciliare la teoria evoluzionista e la dottrina del peccato originale, aveva espresso opinioni non conformi alla dottrina ufficiale della Chiesa, i superiori del suo ordine, con un provvedimento disciplinare, lo costrinsero a dimettersi dall’insegnamento di materie filosofico-teologiche, lo invitarono a non pubblicare più nulla su questi temi e gli imposero il trasferimento in Cina, dove rimase dal 1926 al 1946. Tornato in Francia ebbe incarichi nel campo della ricerca scientifica, ma il suo pensiero religioso fu sempre osteggiato, anche per l’eccessivo rilievo dato alla natura. Nel 1951 fu mandato negli Stati Uniti, dove morì nel 1955. Nel 1958 un decreto del Sant’Uffizio, presieduto dal cardinale Ottaviani, impose alle congregazioni religiose di ritirare le opere del gesuita da tutte le biblioteche. Nel documento si può leggere come i suoi testi “racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi che offendono la dottrina cattolica” per cui si imponeva al clero di allertarsi per “difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin e dei suoi discepoli”. Può aver commesso errori metodologici o salti logici nel passare dalle scoperte evolutive nel campo della paleoantropologia al ruolo del divino negli accadimenti della storia, ma non si vede quale pericolo possa costituire, specie per i giovani, l’indicazione, prospettata da Teilhard, di una finalizzazione, di una evoluzione anche dello spirito, oltre alla riaffermazione dell’universalità del messaggio cristiano - spesso dimenticata da una chiesa che fatica ad aprirsi alle realtà esterne. Il riconoscimento più autorevole dell’ottusità e miopia della gerarchia ecclesiastica nei confronti del gesuita francese venne forse dall’allora cardinale Ratzinger, adesso papa Benedetto XVI, quando ammise che uno dei documenti principali del Concilio Vaticano II, la Gaudium et Spes sulla chiesa nel mondo contemporaneo, è fortemente permeato dal pensiero di Teilhard (con l’ottimismo che manifesta verso il mondo e la materia, l’attenzione ai segni dei tempi..).

Segni dei tempi. Si legge ad es., nella Gaudium et spes, che “è dovere permanente della Chiesa scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini” (n. 4); subito delinea in fame, ingiustizie, squilibri, guerre i principali motivi di inquietudine di quel periodo. Meno presenti invece le preoccupazioni per gli aspetti ambientali, scoppiate con evidenza più tardi, ma già anticipate da Teilhard e indicate alla responsabilità degli uomini. Un analogo appello alla responsabilità si è levato, sempre mezzo secolo fa, da un altro profeta e martire della follia nazista: Dietrich Bonhoeffer. Partendo più specificamente dalla meditazione biblica, intuì l’autonomia delle realtà terrestri rispetto al divino, in un mondo diventato “adulto”; parlò di laicità, di un “cristianesimo non religioso”, del dovere di assumersi le proprie responsabilità, anche verso la collettività. Non è vero che non cade foglia che Dio non voglia; le foglie cadono per l’autunno, il vento… cioè per cause naturali, che Dio rispetta. Anche l’uomo deve rispettare la natura e impedire con ogni mezzo che si compi la distruzione della biosfera, in pochi decenni di consumi impazziti, dopo tre miliardi e mezzo di anni di evoluzione. E nessuno dovrebbe permettersi di chiedere a Dio di salvare l’ambiente, senza aver fatto prima quanto è in suo potere fare, ad es. con i propri consumi o con l’impegno politico. L’ambiente, dunque, assieme alla pace e alla giustizia, dovrebbero essere oggi al vertice delle responsabilità di tutti gli uomini, credenti o non credenti che siano.

Tratto dal sito "brianzcum.wordpresse.com "

 

 

 

 
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Dopo la lettura de IL GESUITA PROIBITO di Vigorelli

Post n°167 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Chi ha paura di Teilhard?


  

 


Non so quando questa mia opinione la riterrò "completa" e da pubblicare. Ho iniziato a pensarci da tempo ….Ci lavoro ma non mi soddisfa quello che scrivo.
Forse scriverò per essere letto da un pugno di amici, forse già alle prime frasi potreste rinunciare a leggermi.
Mi dispiacerebbe, non poco, presentarvi questo pensatore in modo maldestro, vorrei almeno stimolarvi a conoscerlo ( e magari istaurare una discussione più ampia) sia che siate nella fede, nel dubbio o completo ateismo.
Qualunque sia la riflessione o l'opinione sul mio scritto (che cercherò di contenere, di non far diventare troppo esteso) vi dico che il pensiero di Teilhard de Chardin è nutrimento e godimento intellettuale, provate a cercare il libro di Vigorelli (quasi certamente in biblioteca) navigate su internet alla sua scoperta… Teilhard e internet…anche di questo vi parlerò

Riscoperta di Teilhard de Chardin
Avevo già inviato la relazione (nota 1) a Vasto quando, di domenica mattina, un vago ricordo mi appare in mente ….Ho aperto, dopo più di trenta anni, gli scritti di P. Teilhard De Chardin riportati da Vigorelli nel suo "IL GESUITA PROIBITO".
Ho ritrovato questo passo che, con segno leggero, avevo sottolineato :
"Quest'idea di una totalizzazione planetaria della coscienza umana, a prima vista, deve parere folle: e tuttavia non coinvolge e non copre esattamente tutti i fatti? ...Sembra folle: e tuttavia, proprio per quel che c'è in essa di fantastico, non è forse vero che la nostra visione della vita finisce per innalzarsi al livello delle altre misure e dismisure fantastiche della fisica atomica e della astronomia? Sembra folle: e tuttavia, sotto il peso dell'evidenza alcuni grandi biologi moderni, come Julian Huxley e J.S. Haldane, non hanno appunto incominciato a trattare scientificamente l'Umanità, e a diagnosticare l'avvenire, come se si trattasse di un cervello dei cervelli?
Da semi culturali particolarmente fecondi possono sbocciare frutti che nutrono la mente ancora molti anni dopo e in contesti completamente differenti.
Ed ora, dopo altri dieci anni, sto scrivendo dello stesso tema e con una conoscenza che è diventata albero (di 60 anni)…Da quei semi.

Teilhard de Chardin nacque il primo maggio 1881 presso il Castello di Sarcenat nei pressi di Clermont-Ferrand
I geni della madre, pronipote di Voltaire, hanno comunicato al gesuita P Teilhard la vivezza intellettuale e critica dell'illustre pensatore (che aveva studiato dai gesuiti)
Entra nel collegio dei Gesuiti a undici anni. Il suo interesse per la scienza risulta evidente e insegnerà fisica e chimica nel collegio dei Gesuiti del Cairo.
Nel 1911 viene ordinato sacerdote e partecipa, da valoroso, alla tragedia della Prima Guerra mondiale come barelliere gli sarà assegnata una medaglia al valore e l'onorificenza di cavaliere della Legion d' onore. Nel 1925 viene mandato in Cina a Tien Tsin, dopo la laurea in Scienza Naturali.
Quando torna ad insegnare a Parigi nell'Istituto Cattolico ha già all'attivo riflessioni contenute in alcuni scritti che le autorità ecclesiastiche giudicano severamente, non allineate all'ortodossia cattolica.
Per evitare la diffusione delle sue idee che utilizzano la teoria dell'evoluzione come presupposto di una nuova visione di Dio, lo costringono a lavorare, per venti anni, in Cina.
Teilhard fu nel gruppo di scienziati che scoprirono e studiarono "uomo di Pechino" o Sinantropo Fa ritorno a Parigi Nel 1947, non si è placata l'opposizione al suo pensiero.
Vorrebbe pubblicare le sua opere ma il Vaticano non lo permette. I suoi scritti iniziano a diffondersi quasi clandestinamente. Nel 1951 si trasferisce definitivamente a New York dove continua i suoi studi alla Fondazione Wenner e proseguendo le sue ricerche in Sud Africa e Rhodesia.
Muore il 10 Aprile 1955 a New York, colpito da infarto, dopo aver assistito la messa del giorno di Pasqua. Theilard aveva detto agli amici, il 15 marzo, ad un pranzo al consolato di Francia: "Mi piacerebbe morire il giorno della Risurrezione" (nota 2) .
Era morto un rivoluzionario della fede che, con il suo pensiero, aveva cercato di rendere un "Tutt'Uno" la materia e lo spirito. considerando l'evoluzione come un percorso che indicava la necessità del raggiungimento della "Noosfera" punto di arrivo dell'evoluzione in cui spirito e materia si compongono nell'interazione, sempre più forte, fra gli individui.
Teilhard è un pioniere della "complessità" di tutto quel pensiero moderno che sfocia nella teoria dei sistemi.
Una settimana dopo, 18 aprile 1955 a Princeton, moriva anche Albert Einstein. Anche lui un rivoluzionario…Della scienza; aveva unito materia ed energia in un tutt'uno ma che l'uomo, ancora in ritardo nella sua evoluzione morale, aveva utilizzato per distruggere altri uomini a Nagasaki e Hiroshima
Per me, leggere P. Teilhard è leggere di utopia, di poesia
E' ancora leggere di scienza e di bioetica
E' anche leggere di religione e di come l'umanità dovrebbe interpretarla in modo utile alla sua crescita.
Vigorelli utilizza in modo esteso i testi originali, il libro è uno di quelli da "tenere vicino", è sintesi del pensiero di Teilhard occasione per riflettere, con l'autore, su come si possa proporre il superamento delle barriere fra spiritualità e materialismo fra dottrine politiche e sociali completamente diverse come quelle capitalista e comunista.
Il volume comparve, nella collana La CULTURA della casa editrice IL SAGGIATORE, nel 1963 ( costava 1200 lire….Quanto tempo è passato!) 396 pagine dense di entusiasmo per uno scienziato, un uomo, un religioso che è stato osteggiato anche in modo severo dalla chiesa ufficiale.
Il Monitum del Sant'Uffizio ne è esempio . Il 30 giugno 1962, dopo la precedente condanna del 1957 (nota 3) , la Suprema Congregazione del Sant'Uffizio, presieduta dal card. Ottaviani, ha emanato(testo originale in nota ):
"Certe opere del P. Pietro Teilhard de Chardin, comprese anche alcune postume, vengono pubblicate ed incontrano un favore tutt'altro che piccolo (affatto disdicevole).
Indipendentemente dal dovuto giudizio in quanto attiene alle scienze positive, in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica. Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Teilhard de Chardin e dei suoi discepoli" (nota 4)
Che cosa aveva di tanto pericoloso per la chiesa questo pensatore e le sue opere?
Cominciamo dall'evoluzionismo (nota 5). Ancor oggi, soprattutto in America, il Creazionismo è all'attacco del darwinismo, ben 150 anni dopo la pubblicazione dell'"Origine della specie" e delle prove, numerose della validità scientifica di Darwin.
La Chiesa ha , da tempo, cambiato opinione .ma quando Theilhard scriveva non era così (nota 6).
Il suo esilio cinese e poi quello negli Stati Uniti, era la prova della volontà di non far circolare le idee che avrebbero diffuso rapidamente il darwinismo anche fra i cattolici più osservanti.
Teilhard de Chardin, abbraccia la teoria dell'"evoluzionismo finalistico" generato e gestito da un Dio Creatore che manifesta nell'evoluzione la sua potenza guidando l'uomo verso una unione del tutto.
La Chiesa non era ( e forse non è) pronta ad accettare è l'idea totalizzante di una evoluzione che in sé ha un contenuto divino, un tendere verso un "'Homo progressivus, potremmo chiamarlo così: cioè l'Uomo per il quale l'avvenire terrestre conta più del presente. Nuovo tipo di uomo, dico, perché, meno di duecento anni fa, l'idea stessa di una trasformazione organica del Mondo nel Tempo non aveva ancora preso né forma né consistenza nello spirito dell'uomo...: scienziati, pensatori, aviatori, ecc. - tutti quelli che sono in preda al Demone (o all'Angelo) della Ricerca... Sorprendeteli, questi uomini dotati da un misterioso senso dell'Avvenire, prendeteli in un punto d'incontro qualsiasi: anche in mezzo a una folla anonima, l'uno andrà subito diritto verso l'altro, e si riconosceranno"
Per Teilhard non ci sono credenti e miscredenti, ci sono uomini che si incontrano su un cammino comune e che, qualunque sia il loro credo, può portare alla redenzione: possono esserci due vie per raggiungere il regno di Dio, come per due scalatori che partono da pareti di roccia opposte e arrivino però sulla stessa cima.
Per il credente il salire dello spirito verso il "Culmine-Omega di Dio" è diretto dal suo credere, è un automatismo. Per chi non crede i passaggi lo porteranno dalla sperimentazione dal "Caso" al sottoporsi alla "Selezione naturale" per concretizzarsi nel "Materialismo storico" che comunque sfocerà nella "Finalità(amore)" punto d'arrivo sia cristiano che marxista.
La diffidenza nei suoi confronti si capisce ancora di più, con questo ardito accostamento-convergenza era inviso sia dai Conservatori che dalla Chiesa che tanto da impedirgli addirittura lo svolgimento dell'attività scientifica, nel 54 scriveva, da New York:
"…Ho ricevuto una lettera dal padre X., estremamente amichevole, ma mi sconsiglia persino di chiedere il permesso di assistere ad un colloquio di paleontologia, in aprile alla Sorbona…"
Teilhard fu perseguitato….
Un elemento particolarmente innovativo del suo pensiero religioso e sociale lo trovo nel passo in cui espone la sua teologia "positiva": sostituisce alla visione di un Dio pronto a punirci un Dio che ci incita a riparare le piaghe del mondo, dell'umanità. E' fiducioso nella possibilità che il male possa essere annientato e con questo possa rivelarsi tutta la potenzialità dell'umanità nel suo percorso verso la Noosfera. Teilhard dice:
"Lottare contro il Male, ridurre al minimo il Male (anche semplicemente fisico) che ci minaccia - questo è indubbiamente il primo gesto del Padre che è nei cieli; sotto un'altra forma ci- sarebbe impossibile concepirlo, e ancor meno amarlo. Sì, è una visione esatta delle cose - e una visione strettamente evangelica - rappresentarci la Provvidenza, attenta, lungo il corso delle età, a risparmiare al Mondo le ferite e a medicarne le piaghe.
È veramente Dio, nell'arco dei secoli, che conformemente al ritmo generale del progresso, fa nascere i grandi benefattori e i grandi medici. È lui che anima, perfino in coloro che maggiormente non credono, la ricerca di tutto quel che dà sollievo e di tutto quel che guarisce. Gli uomini non riconoscono forse istintivamente questa divina Provvidenza essi, i cui odii si calmano e le cui obiezioni si sciolgono ai piedi di ogni liberatore dei loro corpi e del loro spirito? Non ne dubitiamo. Al primo sopravvenire delle «diminuzioni», noi non sapremmo trovare Dio altrimenti che detestando quel che ci piomba addosso e facendo tutto il possibile per evitarlo. In quel momento, più respingeremo la sofferenza, con tutto il nostro cuore e la nostra forza, più aderiremo allora alla mente e all'azione di Dio."
Concludo con l'idea della costruzione di una "Umanità",un organismo "cervello dei cervelli".
Internet potrebbe essere il mezzo per realizzarla?
Il solo aspetto tecnico non basta.
Dovremmo essere convinti con Teilhard che deve sorgere un esemplare di "Homo progressivus" che sappia creare:
"un raggruppamento in blocco di una Umanità, i cui frammenti si compenetrano e si saldano sotto i nostri occhi, a dispetto, addirittura in rapporto e in proporzione, di quegli stessi sforzi che vorrebbero ancora separarli".
Non mi creo illusioni ma…amo sognare!
_____________________________________
nota 1 La relazione è quella che ho tenuto nel convegno "Arte e matematica: un sorprendente binomio" nel 1997
nota 2 In una versione su Wikipedia la frase è "se nella mia vita non ho preso cantonate, chiedo al Signore di farmi morire nel giorno della resurrezione". Vorrei verificare le parole esatte, se ci fosse "Se nella mia vita non ho preso cantonate…." Sarebbe ancora più suggestivo questo morire vedendo realizzato un suo desiderio, quello di aver detto qualcosa al mondo di utile, di propositivo, verso la realizzazione dell'Homo Noeticus.
nota 3 Nel 1958 il Padre Generale Janssens dovette comunicare alla Compagnia di Gesù il decreto del Sant'Uffizio, presieduto,dal cardinale Ottaviani, che imponeva alle congregazioni religiose di ritirare le opere del gesuita dalle biblioteche
nota 4 "Quaedam vulgantur opera, etiam post auctoris obitum edita, Patris Vetri Teilhard de Chardin, quae non parvum favorem consequuntur. Praetermisso iudicio de bis quae ad scientias positivas pertinent, in materia philosophica ac theologica satis patet praefata opera talibus scatere ambiguitatibus, immo etiam gravibus erroribus, ut catholicam doctrinam ofendant.
Quapropter Em.mi ac Rev.mi Vatres Supremae Sacrae Congregationis S. Officii Ordinarìos omnes necnon Superiores Institutorum religìosorum, Rectores Seminariorum atque Unìversìtatum Praesides, exhor-tantur ut animos, praesertim iuvenum, contra operum Patris Teilhard de Chardin eiusque asseclarum pericula tutentur.
Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 30 iuni 1962.
Sebastianus Masala Notarius"
nota 5 Non dimentichiamo che nel 2005 ci fu un tentativo istituzionale, in Italia, per abolire l'insegnamento delle teorie di Darwin ai giovanissimi.
Il tentativo di respingere Darwin è condotto su due linee fondamentali: il primo tende a screditare la teoria in quanto non userebbe strumenti matematici "forti" come quelli adottati nella fisica, il secondo fa riferimento all'idea "creazionista" per cui i testi sacri dettano la loro "la verità", quella della creazione in sei giorni. Questa ipotesi è caratterizzata dalla sigla ID (intelligent design). Alcuni sostenitori non respingono completamente l'evoluzionismo ma sostengono comunque un "programmatore" intelligente che ne sia l'artefice inducendo a un fondamentalismo religioso incapace di sollevarsi dalle "lotte" religiose. Proprio questa mattina (29-12) nella trasmissione Prima pagina (alle 7,15 su RAI TRE) ho sentito di un numero sempre più grande di americani che fanno studiare i loro figli in casa con un istitutore, soprattutto i seguaci del Creazionismo
nota 6 Nel novembre del 2005 Paul Poupard, porporato francese e "ministro" della cultura del Vaticano ha etichettato in negativo il rigido "creazionismo" di quanti negano, interpretando alla lettera la Bibbia, le acquisizioni della scienza.

Un'amica mi scrive a commento dell'opinione:
"la tua opinione è davvero fantastica. Ora so chi era Theilard! Interessantissimo il pensiero che inserisce Dio nell'evoluzionisno, rispetto al creazionismo fino ad allora seguito dalla Chiesa. Il mio voto non è eccellente solo perchè credo che, chi legge questa opinione, debba avere già delle buone basi di storia e filosofia, altrimenti non capisce un tubo. Non tutti sanno cos'è il Materialismo sorico, la teoria evoluzionistica e il creazionismo ecc.. ecc... "

Un giro su wikipedia potrebbe soddisfare le curiosità (o la tradizionale enciclopedia) ...Per i più pigri aggiungo:

Materialismo storico
La storia per Marx si sviluppa all'interno della teoria del "materialismo storico" soprattutto per il condizionamento degli elementi materiali, della tecnologia e dell'economia (fondata sul lavoro proletario). Il pensiero si contrappone a quello che considera elementi come la politica, la filosofia, l'arte e la religione determinanti a segnare il sentiero della storia


Evoluzionismo
Darwin elaborò la sua convinzione "evoluzionistica" convinto che la "lotta per la sopravvivenza" fosse la spinta principale dell'evoluzione dell'uomo dalle caratteristiche primordiali dei primati. Identificò nei meccanismi genetici e del sistema ambiente i responsabili di questa evoluzione.

Per il creazionismo credo di aver detto l'essenziale nelle note.

Dal sito www.ciao.it

Il testo è stato redatto da un’opinionista che si è dato il nome  Theilhard e che ha redatto questa nota molto interessante in seguito alla lettura del libro di Giancalo Vigorelli : Il Gesuita Proibito, edito da Il Saggiatore.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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