Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianzeMessaggi del 20/06/2008
Padre Pierre Teilhard de Chardin è nato in Francia nel 1881.
Nella sua vita ha sintetizzato una doppia vocazione: qualla di scienziato e quella di religioso e una realtà di questo grande pensatore è stata quella che malgrado le disgraziate vicende vissute, e non per sua colpa, ha mantenuto una profonda unità psicologica.
Il suo campo scientifico spaziava tra la Geologia, la Paleontologia e infine la Preistoria. Acquisì in questo vasto settore una competenza e una fama internazionale. La sua competenza è ancora oggi, dopo più di cinquanta anni dalla sua morte, riconosciuta nei tanti consessi internazionali che si tengono in questo campo in tutto il mondo. Basti pensare che nel 2004, al Simposio internazionale di New York per i cinquantìanni della scomparsa del Padre Teilhard, più di 800 scienziati si sono riuniti per discutere ancora sulla validità del pensiero teilhardiano e per andare oltre il sua pensiero così come lo stesso Teilhard si auspicava: Mi capiranno quando sarò superato.
Nel campo della scienza è senz'altro tra i più grandi della prima metà del novecento.
Dal punto di vista religioso l'esame dei suoi scritti e della sua stessa vita religiosa (obbediente fino al proprio sacrificio) rivelano in lui un grande mistico che nella tradizione dei Padri della Chiesa finisce col vivere nella costante presenza di Dio.
Diceva Padre Dall'Olio s.j. che Teilhard non è solo uno scienziato e un credente, ma è soprattutto un grande pensatore sapienziale.
Molti scienziati credenti non cercano di mettere d'accordo la loro scienza con la loro fede: Teilhard appartiene a quella esigua schiera di coloro che hanno tentato (e hanno avuto la capacità) di ripensare l'Universo intero alla luce sia della scienza che della fede. Ed ha realizzato una sintesi espressa essenzialmete, ma non unicamente, nelle due opere più famose: Il Fenomeno Umano e L'Ambiente Divino.
Il settore scientifico che gli fà da base è il suo: la Geologia e la Paleontologia. Ma ha anche insegnato Fisica e Chimica tanto da scrivere: " di sentirsi a casa sua nel mondo degli atomi e delle molecole". Si teneva sempre informato sull'astronomia, sulla biologia e sulla genetica:
Nel suo animo è intensissimo "il senso della Storia".
Pur non avendo spinto gli studi filosofici, oltre quelli compiuti nella Compagnia di Gesù, dimostra, nei suoi scritti di conoscere esattamente l'essenzialità delle teorie filosofiche dei grandi pensatori del passato e del presente e sa benissimo situare il proprio pensiero rispetto a quello degli altri. Anche la teologia, a dispetto di tantio detrattori del pensiero di Teilhard, era ben presente nei suoi studi e nella sua valutazione delle realà umane e spirituali.
La grandezza di quest'uomo, in campo filosofico-scientifico, sta nell'aver sottolineato una veduta prospettica della storia dell'intero Univeraso, veduta fondata essenzialmente su dati scientifici che ben conosceva, e su una intensa vita religiosa che si nutriva, in particolare, del pensiero di S.Paolo e di S.Giovanni.
Una veduta, quella del Gesuita francese, che finalmennte ingloba tutto, che ci costringe a ripensare tutto, anche i dati della teologia cristiana e cattolica, non già per distruggere, come tanti pseudo teologi scrissero dopo la sua morte, ma per chiarire, valorizzare, potenziate quanto gli uomini hanno saputo scoprire con le indagini della scienza, o potuto ricevere per rivelazione divina.
Oggi molti teoligi e uomini di chiesa parlano del messaggio cristiano senza rendersi conto del mondo e della realtà che li circonda (ed è forse anche per questo che Benedetto XVI è preoccupato per l'allontanamento di tanti cristiani dalla Chiesa).
Teilhard aveva una vasta intelligenza fatta apposta per la sintesi, aveva un temperamento orientato verso il pensiero e verso l'azione ed era un mistico arso dall'amore per Cristo e per la Chiesa.
Un essere in cui si è compiuta forse, come scriveva il suo biografo ufficiale C.Cuènot, una mutazione dell'Homo Sapiens.
(Sintesi realizzata da un documento della Professoressa Annette Daverio)
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)