Messaggi del 02/07/2008

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 02 Luglio 2008 da bioantroponoosfera

Lo Spirito della Terra
di Pierre Teilhard de Chardin




Con il termine “senso della Terra”, “designeremo qui il senso appassionato del destino comune che trascina sempre più lontano la frazione pensante della Vita. In via di diritto, nessun sentimento è meglio fondato per natura, né pertanto più potente di questo. Ma in pratica, è quello che si sveglia più tardi degli altri, dato che per esplicitarsi esige che la nostra coscienza, emergente dai cerchi sempre più vasti (ma ancora assai troppo ristretti) della famiglia, delle patrie, delle razze, scopra finalmente che la sola unità umana veramente naturale e reale è lo Spirito della Terra.

Sembra che, sottola spinta delle scoperte ripetute che nel giro di un secolo hanno rivelato successivamente alla nostra generazione, dapprima la profondità e il significato della durata, poi le risorse spirituali illimitate della Materia, e infine la potenza dei viventi associati, la nostra psicologia stia cambiando e che l’Uomo si avvicini a quella che si potrebbe chiamare la sua crisi di pubertà. Una passione nuova, vittoriosa (lo crediamo sul serio) comincia a profilarsi, e spazzerà via o trasformerà quelli che sono stati sinora i capricci e le puerilità della Terra. E la sua azione salvifica giunge proprio al momento giusto per “controllare”, risvegliare e organizzare le forze emancipate dell’Amore, le forze dormienti dell’Unità, le forze esitanti della Ricerca…..

A. L'Amore

L’amore è la più universale, la più formidabile, la più misteriosa delle energie cosmiche….

Dal punto di vista dell’evoluzione spirituale che abbiamo accettato qui, sembra che possiamo dare un nome ed un valore a questa strana energia dell’Amore. Non rappresenterebbe, per caso, molto semplicemente la stessa attrazione esercitata dal Centro dell’Universo su ogni elemento cosciente? Il richiamo alla grande unione la cui attuazione è l’unica impresa attualmente in corso nella Natura?….. In questa ipotesi, secondo la quale conformemente ai risultati dell’analisi psicologica) l’Amore sarebbe l’energia psichica primitiva e universale, tutto non si chiarisce forse attraverso a noi, sia per l’intelligenza che per l’azione?

Verso l’Uomo, attraverso la Donna, è in realtà verso l’Universo che si fa avanti. Se l’Uomo non riconosce la vera natura, il vero oggetto del suo amore, si instaura il disordine irrimediabile e profondo. Accanito a sfamare con una cosa troppo piccola una passione il cui oggetto è il Tutto, egli tenterà necessariamente di colmare uno squilibrio fondamentale con la materialità e molteplicità sempre crescenti delle sue esperienze. Vani tentativi, e spaventoso sperpero agli occhi di colui che intravede il valore inestimabile del “quanto spirituale” umano.

Guardiamo molto freddamente da biologi o da ingegneri, l’atmosfera rosseggiante delle nostre grandi città, nelle ore della sera. Lì, come del resto in ogni luogo, la Terra dissipa continuamente in pura perdita la sua più meravigliosa potenza. La terra brucia “all’aria aperta”. Quanta energia pensate che si perda in una notte per lo Spirito della Terra?…

Che l’uomo percepisca, invece, la realtà universale che brilla spiritualmente attraverso la carne. Allora scoprirà la ragione di ciò che sino a quel momento deludeva e pervertiva la sua potenza di amare. La Donna gli sta davanti come il fascino e il simbolo del Mondo. Non potrebbe abbracciarla se egli non si ampliasse, a sua volta, alla stessa misura del Mondo. E poiché il Mondo si rivela sempre più grande e sempre incompiuto, e sempre oltre noi, l’Uomo per afferrare l’oggetto del suo amore, si trova impegnato in una illimitata conquista dell’Universo e di se stesso. In questo senso l’Uomo non potrebbe raggiungere la Donna che nell’unione universale consumata.

L’Amore è una riserva sacra di energia, e come il sangue stesso dell’evoluzione spirituale: ecco la prima lezione che ci dà il Senso della Terra.

B. L'Unità Umana

In singolare contrapposizione con l’attrazione irresistibile che si manifesta nell’Amore, esiste una ripulsione istintiva che in genere allontana l’una dall’altra le molecole umane. In realtà, questa ripulsione non può corrispondere che a una timidezza o una viltà dell’individuo di fronte a uno sforzo di ampliamento capace di assicurare invece la sua liberazione.

Ma, quale compimento nelle sue potenze quando, nella ricerca e nella lotta, l’Uomo si sente avvolto dal soffio dell’affetto e del cameratismo! Quanta pienezza quando, in certe ore di pericolo o di entusiasmo, egli riesce ad eccedere, come in un lampo, alle meraviglie di un’anima comune! Quelle pallide e brevi illuminazioni devono farci intuire quale formidabile potenza di felicità e di azione sonnecchia ancora nel seno dello strato umano. Senza rendersene molto conto gli Uomini soffrono e vegetano nel loro isolamento: hanno bisogno di un impulso superiore che, sopravvenendo, li costringa a superare il punto morto in cui sono immobili e li faccia cadere nel raggio della loro profonda affinità. Il Senso della Terra è la pressione irresistibile che giunge, al momento giusto, per cementarli in una comune passione.

L'Amore d'interrelazione legame al di sopra dell'amore di attrazione, gli elementi che si raggruppano per subire l'Unione. Conosciamo già un po' la seconda di queste due passioni, chi ci rivelerà la pienezza di una quantità sinora quasi sconosciuta, l'ebbrezza immensa di una fraterna amicizia, che si accompagnerebbe, per la Noosfera, la vittoria sulla sua interna molteplicità residua cioè la finale presa di coscienza dell'Unità umana, in vista del progresso?

C. La ricerca

Come il senso della Terra spiega agli uomini il motivo e l'uso possibile della loro sovrabbondanza d'amore, così, nel contempo, si rivela come la forza destinata a muovere ed a organizzare la massa sbalorditiva delle produzioni e delle scoperte umane.

Per il suo stesso sviluppo, il mondo sarebbe forse condannato a morire soffocato dall'eccesso del proprio peso? Niente affatto; ma sta raggruppando gli elementi di un corpo superiore e nuovo. In questa crisi di nascita, tutto il problema è quello dell'emersione rapida dell'anima che, con il suo apparire, verrà ad organizzare, alleviare, vitalizzare questo mucchio di materia stagnante e confusa. Ora, quest'anima non può essere che la "cospirazione" degli individui che si associano per rialzare di un altro piano l'edificio della Vita. Le risorse di cui oggi disponiamo, le potenze che abbiamo scatenato, non potrebbero essere assorbite dal ristretto sistema dei quadri individuali o nazionali che hanno sinora servito agli architetti della Terra umana. L'età delle nazioni è passata. Se non vogliamo perire. si tratta ora per noi di rigettare i vecchi pregiudizi e di costruire la Terra.

Più osservo scientificamente il Mondo, e meno vedo per esso un esito biotopico possibile al di fuori della coscienza attiva della sua unità. D'ora innanzi sul nostro pianeta la Vita non potrà progredire (e nulla le impedirà di progredire, nemmeno le sue schiavitù interne) se non farà saltare le paratie che tramezzano ancora l'attività umana, e se non si abbandonerà senza esitazione alla Fede nell'Avvenire.

Poniamo in primo piano delle nostre preoccupazioni concrete una vera organizzazione e una esplorazione sistematica del nostro Universo inteso come l'unica vera patria dell'Uomo. Allora l'energia materiale circolerà. E, cosa ancor più importante, l'energia spirituale, corrotta dalle meschine gelosie della odierna società, troverà il suo esito naturale nell'assalto dato ai misteri del Mondo. E' giunto il momento di accorgersi che la Ricerca rappresenta la alta funzione umana, quel la che assorbe in sé lo spirito delta Guerra in cui risplende la luce delle Religioni. Premere costantemente sull'intera superficie del Reale, non è forse per eccellenza il gesto della fedeltà all'Essere, dunque dell'adorazione? E tutto questo se saremo capaci di non soffocare in noi lo Spirito della Terra.

Colui che vuol partecipare a questo Spirito deve morire, poi rinascere agli altri e a sé stesso. Per accedere a questo piano di umanità superiore, deve non solo riflettere, ma, nel seno stesso del suo modo di valutare e di agire, realizzare una totale trasposizione.

Ancora un po' di tempo e lo Spirito della Terra sorgerà con la sua individualità specifica, il suo carattere e la sua fisionomia propria. Allora, alla superficie della Noosfera, gradualmente sublimata nelle sue preoccupazioni e passioni, sempre tesa verso la soluzione di problemi via via più elevati, e il possesso di oggetti via via più grandi, la tensione verso l'Essere sarà massimale.

Cosa succederà in quel periodo critico di maturazione della vita terrestre? In quel momento saremo forse in grado di raggiungere altri centri di vita cosmica, per ricominciare, a un ordine superiore di grandezza, il lavoro di sintesi universale? E' più verosimile che accada un'altra cosa, che possiamo intravedere solo se prenderemo in considerazione l'influsso spirituale di Dio.

È stato un periodo di grande illusione quello attraversato dall’Uomo del nostro tempo quando ha immaginato che, giunto ad una migliore conoscenza di sé e del Mondo, non aveva più bisogno di Religione. Si sono moltiplicati i sistemi in cui il fatto religioso era interpretato come un fenomeno psicologico legato all’infanzia dell’Umanità. Massimo alle origini della Civiltà, doveva gradualmente dileguarsi e cedere il posto a costruzioni più positive dalle quali Dio (specie un Dio trascendente e personale) sarebbe stato escluso. In realtà per chi sa vedere, il grande conflitto dal quale usciamo avrà come effetto soltanto quello di consolidare nel Mondo la necessità di una fede.

Giunto ad un grado superiore nella padronanza di se stesso, lo spirito della Terra scopre in sé un bisogno man mano più vitale di adorare: dall’evoluzione universale, Dio emerge, nelle nostre coscienze più grande, e più necessario che mai. L’unico Motore possibile della vita riflessiva è un Termine assoluto, vale a dire Divino. La religione può essere stata intesa come un semplice sollievo delle nostre sofferenze, un “oppio”. Ma la vera sua funzione è quella di sorreggere e di spronare i progressi della Vita.

E’ un bisogno profondo di assoluto che, sin dalle origini, ha cercato se stesso attraverso tutte le forme progressive di religione. Ora, ammesso questo punto di partenza, diventa evidente che la “funzione religiosa”, nata dall’ominizzazione e vincolata alla medesima, non può che crescere continuamente con l’Uomo stesso. Più l’Uomo sarà Uomo, e più sentirà la necessità di donarsi ad uno più grande di lui. Non è forse proprio ciò che possiamo constatare attorno a noi? Nella Noosfera, in quale momento è esistito un bisogno più urgente di trovare una Fede, una Speranza per conferire un senso, un’anima, all’immenso organismo che stiamo costruendo?

Con l’evento capitale dell’Ominizzazione, la porzione più progredita del Cosmo si è trovata personalizzata. Con questo semplice cambiamento di variabile, sorge, per il futuro, una doppia condizione di esistenza che non potrebbe essere elusa.

Dato che nell’Universo a partire dall’Uomo, tutto si svolge nell’Essere personalizzato, il Termine ultimo, divino, della convergenza universale deve, a sua volta, avere (in modo eminente) la qualità di una Persona. Per superanimare, senza distruggerlo, un Universo costituito da elementi personali, deve essere, da parte sua, un Centro speciale. Così ricompaiono, non già istintive, ma strettamente vincolate alle prospettive evolutive attuali, le concezioni tradizionali di un Dio che influisce intellettualmente su monadi immortali distinte da Lui.

La corrente che solleva la materia deve essere concepita meno come una semplice spinta interna che come una marea. Il Molteplice sale, attratto e inglobato da uno “già Uno”.

In una prima fase anteriore all’Uomo, l’attrazione era recepita dal Mondo, vitalmente ma ciecamente. A partire dall’Uomo essa si desta, almeno in parte, nel pensiero riflesso e suscita la Religione. E tale Religione non è una scelta o una intuizione strettamente individuale, ma rappresenta, attraverso l’esperienza collettiva dell’intera Umanità, il lungo dispiegarsi dell’Essere di Dio, Dio che si riflette personalmente sulla somma organizzata delle monadi pensanti, per garantire un esito sicuro e definire leggi precise per le loro attività esitanti.

Oceano Pacifico, 1931

N. B. Questo testo si trova in:  L'Energie Humaine, Oeuvres Vol. 6, Parigi, Seuil, 1962, pp. 23-57 passim.

Nella traduzione italiana il testo riprodotto si trova nel Vol. 11 delle Opere di Teilhard de Chardin; L'Energia Umana,  Il Saggiatore, Milano, pag 1-43 oppure in Teilhard de Chardin: L'Energia Umana tra scienza e fede, Pratiche Editrice, Milano,  pag. 1-43

Il testo qui riprodotto è stato ripreso dal sito: www.dimensionesperanza.it

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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