Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianzeMessaggi del 18/07/2008
di Pierre Teilhard de Chardin
Non appena ammessa la realtà di una noogenesi, colui che crede nel Mondo è spinto a riservare, nelle proprie prospettive dell'avvenire, un posto sempre più grande ai valori di personalità e di trascendenza. Di personalità, poiché un Universo in corso di concentrazione psichica è, in altre parole, un Universo che si personalizza. Di trascendenza, poiché un polo ultimo di personaliz-zazione "cosmica" per essere supremamente consistente ed unificante, è quasi inconcepibile se non appare emerso, con la sua cima, dagli elementi che esso personalizza unificandoli.
Sempre, nella stessa prospettiva, che supponiamo accettata, di una genesi cosmica delle spirito, il credente nel Cielo si accorge che la trasformazione che egli segna presuppone e consacra tutte le realtà tangibili e tutte le condizioni laboriose del Progresso umano.
Per essere superspiritualizzata in Dio, l'Umanità non deve forse, preventivamente, nascere e crescere conformemente all'intero sistema che chiamiamo "evoluzione"?
Il senso della Terra si apre ed esplode verso l'alto in un senso di Dio; e il senso di Dio si radica e si .alimenta, verso il basso, nel senso della Terra. Il Dio trascendente personale e l'Universo in evoluzione non formano più due centri antagonisti di attrazione, ma entrano in congiunzione gerarchizzata per sollevare la massa umana in una marea unica. Ecco la notevole trasformazione che l'idea di una evoluzione spirituale del mondo lascia prevedere in teoria, e comincia a realizzare in pratica, in un numero crescente di spiriti, sia liberi pensatori che credenti. Proprio la trasformazione che stavamo cercando !
L'anima nuova per un mondo nuovo.
Per unificare le forze vive dell'Umanità così dolorosamente disgiunte in questo momento, il metodo diretto ed efficace sarebbe semplicemente quello di chiamare a raccolta e costituire il blocco di tutti coloro che, sia a destra che a sinistra, pensano che la grande impresa, per l'Umanità moderna, sia quella di aprirsi un varco in avanti, forzando una qualche soglia di maggiore coscienza.
Cristiani o non cristiani, gli uomini animati da questa convinzione particolare formano una categoria omogenea. Pur essendo situati ai due lati estremi dell'Umanità in cammino, essi possono avanzare senza equivoco la mano nella mano, perché i loro atteggiamenti, anziché escludersi, sono virtualmente posti nel prolungamento l'uno dell'altro e non chiedono altro che di completarsi. Che cosa aspettano per riconoscersi ed amarsi? "L'unione sacra", il fronte comune di tutti coloro che credono che l'Universo avanzi ancora e che noi siamo incaricati di farlo avanzare: non sarebbe proprio questa la minoranza attiva, il nucleo solido attorno al quale deve svilupparsi l'Umanità di domani?
Nonostante l'onda di scetticismo che sembra avere spazzato le speranze (probabilmente troppo semplicistiche e materialistiche) che avevano alimentato il sec.XIX, la fede nell'avvenire non è morta nei nostri cuori. Sembra, anzi, che proprio tale speranza, approfondita ed epurata, sia destinata a salvarci. Infatti, non solamente l'idea di un possibile risveglio delle nostre coscienze a una qualche supercoscienza si afferma ogni giorno meglio fondata scientificamente, dal punto di vista sperimentale, e psicologicamente più necessaria per mantenere nell'Uomo il gusto dell'azione; ma, inoltre, questa stessa idea, seguita logicamente fino all'estremo, appare come l'unica in grado di preparare il grande avvenimento che attendiamo: la rivelazione di un gesto sintetico di adorazione in cui si uniscano e si esaltino reciprocamente un'aspirazione appassionata a conquistare il Mondo ed un'aspirazione appassionata ad unirsi a Dio: l'atto vitale, specificamente nuovo, corrispondente a una nuova età della Terra.
Pechino, 30 marzo 1941
Pierre Teilhard de Chardin
Queste riflessioni scritte in occasione del Congresso di Nuova York, Scienza e Religione, avevano lo scopo di segnalare il terreno sul quale tutti gli uomini desiderosi di progredire potrebbero incominciare a capirsi e ad aiutarsi reciprocamente prima di unirsi in una stessa verità.
N.B. Questo testo si trova in: L'avvenire del1'Uomo, Opere voi.VI, Milano II Saggiatore 1972, pp.103-130 passim.
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Da ormai un anno e mezzo è attivo in internet un sito molto interessante. Un sito che come spiega il curarore Prof. Fabio Mantovani "rivolge la sua attenzione ai problemi del nostro tempo" Problemi che riguardano il singolo individuo, nella sua vita fisico-spirituale, che l'umanità nella sua intierezza.
E' ora di prendere finalmente una corretta coscienza dei tanti conflitti, delle tante barriere ideologiche e delle tante ( pericolose, diciamo noi) demarcazioni religiose o pseudoreligiose, che stanno trascinando il mondo verso un baratro senza ritorno.
A questo aggiungiamo ( noi, n.d.r.), il potere infinito delle grandi muitinazionali delle materie prime, i grandi affaristi finanziari che infischiandosi delle popolazioni meno fortunate, traggono enormi profitti ed interessi personali.
Il sito del Prof. Fabio Mantovani ha adottato una visione olistica "estesa a tutto lo spazio-tempo, poichè (...) la comprensione del presente e la migliore previsione dell'avvenire dipendono in gran parte dal contesto osservato. Fra i pensatori che più decisamente si sono posti in tale propspettiva, abbiamo sccelto come modello Pierre Teilhard de Chardin. Gli aspetti scientifici, filosofici, teologici sono analizzati separatamente e quando è opportuno sono posti a confronto nella fase di sintesi".
L'indirizzo del sito è : http://www.biosferanoosfera.it e fino ad oggi ha pubblicato 24 studi nominali, 3 studi collettivi nella rubrica Studi correnti: mentre nella rubrica Archivio sono già presenti 15 lavori nominali. Gli interessi del sito sono, come si è detto ampi e chi volesse fare delle osservazioni può scrivere alle e/mail citate.
Inutile fare una lista dei titoli e degli argomenti; ciascuno, interessato, può entrare nel sito e...buona lettura
Giovanni Fois
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)