Teilhard de Chardin
Incontro con Teilhard de Chardin attraverso varie testimonianzeMessaggi del 13/09/2009
(segue dal post precedente)
E' questo il testo in lingua spagnola pubblicata sulla Rivista Jusuitas in ricordo del 50° anniversario della morte di Teilhard de Chardin della preghiera attribuita al gesuita francese
Adora y confía
No te inquietes por las dificultades de la vida,
por sus altibajos, por sus decepciones,
por su porvenir más o menos sombrío.
Quiere lo que Dios quiere.
Ofrécele en medio de inquietudes y dificultades
el sacrificio de tu alma sencilla que, pese a todo,
acepta los designios de su providencia.
Poco importa que te consideres frustrado
si Dios te considera plenamente realizado;
a su gusto.
Piérdete confiado ciegamente en ese Dios
que te quiere para sí.
Y que llegará hasta ti, aunque jamás le veas.
Piensa que estás en sus manos,
tanto más fuertemente asido,
cuanto más decaído y triste te encuentres.
Vive feliz. Te lo suplico.
Vive en paz.
Que nada te altere.
Que nada sea capaz de arrebatarte tu paz.
Ni la fatiga psíquica. Ni tus faitas morales.
Haz que brote, y conserva siempre sobre tu rostro
una dulce sonrisa, reflejo de la que el Señor
continuamente te dirige.
Y en el fondo de tu alma coloca, antes que nada,
como fuente de energía y criterio de verdad,
todo aquello que te llene de la paz de Dios.
Recuerda:
cuanto te reprima e inquiete es falso.
Te lo aseguro en nombre de las leyes de la vida
y de las promesas de Dios.
Por eso, cuando te sientas
apesadumbrado,
triste,
adora y confía...
P. TEILHARD DE CHARDIN
(segue)
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Ed ecco la traduzione in italiano fatta dal nostro amico Francesco Ortolani, della preghiera, comunque molto bella, attribuita a Teilhard de Chardin
PREGA E ABBI FEDE
NON TI AGITARE PER LE DIFFICOLTA' DELLA VITA,
PER I SUOI ALTI E BASSI, PER LE SUE DELUSIONI,
PER IL FUTURO PIU’ O MENO CHIARO.
DESIDERA QUELLO CHE DIO VUOLE.
DONA IN MEZZO AI DUBBI E ALLE DIFFICOLTA'
IL SACRIFICIO DELLLA TUA ANIMA SEMPLICE CHE, NONOSTANTE TUTTO,
ACCETTA IL DISEGNO DELLA PROVVIDENZA.
POCO IMPORTA CHE TI CONSIDERI UN FALLITO,
SE DIO TI CONSIDERA PIENAMENTE REALIZZATO, A MODO SUO.
CONFIDA CIECAMENTE IN QUESTO DIO CHE TI VUOLE PER LUI
E CHE ARRIVERA' A TE, ANCHE SE NON LO VEDRAI MAI.
PENSA CHE SEI NELLE SUE MANI,
TANTO PIU' SICURO,
QUANDO PIU' TRISTE TI SENTI.
VIVI FELICEMENTE. TI PREGO. VIVI IN PACE.
CHE NIENTE TI DISTURBI.
CHE NIENTE SIA CAPACE DI TOGLIERTI LA TUA SERENITA'.
NE' LA FATICA FISICA. NE' I TUOI PECCATI MORALI.
FAI CHE NASCA E SI CONSERVI SUL TUO VISO
UN DOLCE SORRISO, RIFLESSO DI QUELLO CHE IL SIGNORE
CONTINUAMENTE FA A TE.
E NEL FONDO DELLA TUA ANIMA METTI, PRIMA DI TUTTO,
COME FONTE DI ENERGIA E CRITERIO DI VERITA',
TUTTO QUELLO CHE TI RIEMPIA DELLA PACE DI DIO.
RICORDA: TUTTO QUELLO CHE TI BLOCCA E TI INNERVOSISCE E' FALSO.
TE LO ASSICURO IN NOME DELLA LEGGE DELLA VITA
E DELLE PROMESSE DI DIO.
PER QUESTO, QUANDO TI SENTI APPESANTITO, TRISTE,
PREGA E ABBI FEDE.
(Traduzione dallo spagnolo di Francesco Ortolani)
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)