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Dove c'è Di Canio c'è rabbia


È più forte di lui. O fa e dice cose che fanno rumore o non è contento. Paolo Di Canio si è congedato dal calcio giocato (a meno di ripensamenti) nel peggiore dei modi. Cisco Roma-Reggiana, ritorno della finale dei playoff, in palio un posto in C1. L'andata era finita uno a zero per gli emiliani.Roma in questi giorni era tappezzata di manifesti che invitavano la gente ad andare al Flaminio per stringersi intorno alla squadra (e al suo capitano, Di Canio appunto, che campeggiava nella maxi foto col grugno da mattatore). Stesso risultato ieri. Morale: la Cisco rimane in C2. Quanto basta per far scattare la molla. Di Canio, raccontano i presenti (e le foto sui giornali), ha puntato dritto verso il settore dello Stadio Flaminio occupato dai circa 500 tifosi granata. Se ne dovevano andare, gli ha detto a gesti. Il messaggio, testualmente (come riporta Andrea Pugliese sulla Gazzetta) e come ci conferma un tifoso della Reggiana presente allo stadio (lo stesso che ha girato il video che vedete), suonava così: «Mo' annatevene via. Bastardi, pezzi di...».Una stagione buttata al vento. Rabbia allo stato puro, e questo ci può pure stare. Anzi, ci sta proprio. Però siccome Di Canio l'anno prossimo dovrebbe sedere sulla panchina della Cisco (perché è un trascinatore, perché nessuno riesce come lui a coinvolgere la gente e a farla andare allo stadio, perché patron Tulli e famiglia hanno scelto la sua faccia per rilanciare il progetto-Cisco) in vista del nuovo ruolo in società forse è bene che cominci a ripensare alla sua immagine. Giusto così, per voltare pagina.