blackangels76

lettera di un amica


Scrivo questo post di fretta, senza pensarci troppo su. Giornate difficili ma intense, tese a riorganizzarmi la vita e quel briciolo di futuro che annaspa all'orizzonte. Voglia di tornare a scrivere. Voglia di crederci, ancora. Voglia di sorridere e lottare, malgrado tutto. Voglia, perché no, di con/dividere ancora, in lassi di non-tempo, pause dal mondo utili a capire, scambiarsi, sentire.Allego un messaggio di una mia grandissima amica...che bello avere amici cosiSolo il silenzio può dire il dolore che proviamo nel separarci dalla persona che amiamoSe stai leggendo, sì, hai capito benissimo. Questo messaggio è dedicato a te, amico mio. Al tuo dolore, alla tua ferita che fa male ogni minuto di più. Mi conosci bene, malgrado tutto, sai che con i rapporti umani non sono sempre stata un granché, spesso mi rifugio dietro me stessa e corro via, senza aspettare nessuno, senza lasciare traccia di me, senza voltarmi. Solo una cosa so fare, forse, chissà – scrivere. Eppure ogni parola si fa retorica in casi come questo, ogni frase rischia di apparire banale, forzata, vuota. E io e te siamo uguali in questo: odiamo le espressioni di circostanza, i convenevoli, le formule di convenienza che puzzano d’ipocrisia. Io non so cosa si deve dire. Mi viene in mente, però, che la cosa migliore, sempre che ce ne sia una, è tacere. Il silenzio sa essere più espressivo ed eloquente di fiumi di parole che tu non saresti in grado di seguire, ora come ora. E che io non sarei capace di esprimere, del resto. E allora, permettimi di invitarti a guardare attraverso il mio mutismo. Osserva bene, vedrai che la sostanza è un esserti vicino che vuol essere agli antipodi dell’invadenza. Io sono qui quando vuoi, permettimi di aiutarti in qualche modo. Basta poco: uno sguardo, uno squillo, un cenno, un segnale di fumo, qualsiasi cosa andrà bene, io capirò, ci sarò. Te l’assicuro.Fammi soltanto un favore, però: non abbatterti, reagisci, da subito. So che è dura, che sembra impossibile, che di fare l’eroe proprio non ti va e che non ti senti forte neanche un po’. Lo so, certo che lo so. Ma tu provaci lo stesso: ce la fai, piano piano ce la fai.E quando ti sembra di non riuscirci, urla. Con tutto il fiato che hai in gola. Oppure, ancora meglio, a bocca chiusa: perché non c’è urlo più grande del silenzio (“La Vita è bella” di R. Benigni).Io resto qui, ti aspetto. Quando vuoi.