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Il canto della Tenebra


Il canto della tenebraLa luce del crepuscolo si attenua:Inquieti spiriti sia dolce la tenebraAl cuore che non ama più!Sorgenti sorgenti abbiam da ascoltare,Sorgenti, sorgenti che sannoSorgenti che sanno che spiriti stannoChe spiriti stanno a ascoltareAscolta: la luce del crepuscolo attenuaEd agli inquieti spiriti è dolce la tenebra:Ascolta: ti ha vinto la Sorte:Ma per i cuori leggeri un'altra vita è alle porte:Non c'è di dolcezza che possa uguagliare la MortePiù Più PiùIntendi chi ancora ti culla:Intendi la dolce fanciullaChe dice all'orecchio: Più PiùEd ecco si leva e scompareIl vento: ecco torna dal mareEd ecco sentiamo ansimareIl cuore che ci amò di più!Guardiamo: di già il paesaggioDegli alberi e l'acque è notturnoIl fiume va via taciturnoPùm! Mamma quell'omo lassù! "-- Dino Campana ..................« Il tempo miserabile consumi / Me, la mia gioia e tutta la speranzaVenga la morte pallida e mi dica / Pàrtiti figlio. » (Dino Campana, Canti Orfici[1])
Dino CampanaDino Carlo Giuseppe Campana (Marradi, 20 agosto 1885Scandicci, 1º marzo 1932) è stato un poeta italiano.Irrequieto, instabile, insofferente alle regole civili e familiari, incapace di autocontrollo, grazie alle sue stravaganze nei comportamenti, Campana impersona da subito la figura del ribelle, creando intorno a se` il mito del nuovo poeta maledetto della letteratura italiana. La voce solitaria, altra e diversa di Campana si diffonde nella sua unica opera, I Canti orfici, che nel panorama della poesia italiana rappresenta un quadro a se`, perche` difficilmente accostabile ad altre opere, cosi` come il suo autore e` difficilmente accostabile ad altri scrittori o correnti letterarie del suo tempo.« Tutto va per il meglio nel peggiore dei mondi possibili... » (Dino Campana, lettera dell'11 aprile 1930 a Bino Binazzi, spedita dal manicomio di Castelpulci[8])
La tomba di Dino Campana nella Badia a SettimoNel 1918 Campana viene internato presso l'ospedale psichiatrico situato nella Villa di Castelpulci, presso Scandicci (Firenze). Lo psichiatra Carlo Pariani lo va a trovare per intervistarlo e conferma l'inappellabile diagnosi: ebefrenia, una forma estremamente grave e incurabile di psicosi schizofrenica; il poeta è ormai completamente paranoico e convinto di essere perseguitato e spiato dal governo[9].Dino Campana muore in ospedale, sembra per una forma di setticemia, dovuta ad una malattia mai ben chiarita, il primo marzo del 1932, la salma è sepolta nel cimitero di San Colombano, nel territorio di Scandicci.Il 2 marzo, il corpo di Campana viene inumato nel cimitero di San Colombano a Badia a Settimo ma nel 1942, su interessamento di Piero Bargellini, viene data alle spoglie del poeta una sepoltura più dignitosa e la salma trova riposo nella cappella sottostante il campanile della chiesa di San Salvatore. Durante la seconda guerra mondiale, il 4 agosto 1944, i tedeschi, in ritirata, fanno saltare con una carica esplosiva il campanile distruggendo nel contempo anche la cappella.Nel 1946 le ossa del poeta, in seguito ad una cerimonia alla quale partecipano numerosi intellettuali dell'epoca, tra i quali Eugenio Montale, Alfonso Gatto, Carlo Bo, Ottone Rosai, Pratolini e altri, vengono collocate all'interno della chiesa di San Salvatore a Badia a Settimo, raggiungendo così la loro dimora attuale.