Domani parto per Melbourne, dove la mia intenzione sarebbe quella di trovare un appartamento e un lavoro. Ho dosato attentamente sostantivi e verbo nella frase precedente anche perche' sinceramente non so ancora a cosa andro' incontro.Direi che oggi non e' stata proprio una giornata brillante. Tutt'altro. Ho sofferto di insonnia piu' o meno fino alle quattro, poi mi sono addormentato verso le sei, ma la mia intenzione era quella di svegliarmi alle nove. Peccato che il sonno si sia fatto pesante, e mi sia messo in moto solo alle dieci. Percependo il tutto con qualche ora di meno. Il mio bancomat non funziona, pare - secondo il sito della mia banca e il numero del servizio clienti per l'estero - che sia momentaneamente fermo per manutenzione straordinaria, intanto il presente mensieur Hulot si trova all'altro capo del mondo senza contanti a pagare da McDonald con la carta di credito, che almeno quella funziona, destanto i sorrisi sornioni della commessa malesiana.Comunque, venerdi' sera mi sono concesso una seratona. Al The basement, tempio storico del jazz australiano, cena piu' concerto jazz di grande classe. E poi mi lamento se mi bloccano il bancomat, eh? Ma valeva il prezzo che e' costato. Jazz band con batteria, contrabbasso, una cantante, sax soprano, chitarra, pianoforte e un trombettista/cabarettista di grande classe e grande esperienza, divertente negli intermezzi colloquiali e superbo musicista eclettico. Davvero piacevole cenare a lume di candela e ascoltare ottima musica. Ottimo anche il cibo.Poi ieri sera concerto di musica classica al conservatorio di Sydney, dove si esibiva un Ensamble di musica da camera che ha suonato un pezzo australiano di musica colta contemporanea (non sapevo ne esistessero, ma c'e' un motivo per cui non sono famosi), un Taylor-Campbell e un Brahms abbastanza classico. Peccato il Brahms fosse un po' suonato col sole in fronte e non con l'umore da mattino di pioggia autunnale come sarebbe piu' adatto.Che altro dire. Mi lamento troppo per essere a Sydney? Forse e' la solitudine che mi inaspriesce. Ho passeggiato ieri notte lungo King's Cross dove le ragazzine fuori dalle discoteche sono vestite come le ballerine dei lap dance scese in strada ad adescare i clienti, ciabattando nelle loro infradito con la loro camminata da papere accompagnate da ragazzini arrapati e muscolosi. Ho mangiato messicano e scoperto di odiare una spezia che ho gia' trovato in un ristorante indiano e in uno vietnamita (il cameriere mi ha detto si tratta di coriandle, ma devo ancora capire cosa sia, somiglia a prezzemolo ma e' piu' grande ed amaro). Oggi ho passeggato sul ponte, e sono stato a Manly. Mi sto attrezzando per aggiungere qualche foto. Ieri a Bondi beach, che, con Darling Harbour e le strade di negozi come Pitt street e George street, merita sicuramente una visita. Per il resto ho visto un posto dove fanno gli Shoe Shiner, che suona esattamente come gli sciuscia' italiani, solo che invece di "regazzini de borgata" se ne occupa una signora bionda - e mi ero ripromesso di segnalarlo. Direi che per ora questo e' quanto, sicuramente ho scordato qualcosa, ma vi faro' sapere.Nonostante tutto, acquistate il romanzo del mio nemico Davide De Lucca, Duemiladuecentodiciotto, Giraldi editore.
Ultimo giorno a Sydney
Domani parto per Melbourne, dove la mia intenzione sarebbe quella di trovare un appartamento e un lavoro. Ho dosato attentamente sostantivi e verbo nella frase precedente anche perche' sinceramente non so ancora a cosa andro' incontro.Direi che oggi non e' stata proprio una giornata brillante. Tutt'altro. Ho sofferto di insonnia piu' o meno fino alle quattro, poi mi sono addormentato verso le sei, ma la mia intenzione era quella di svegliarmi alle nove. Peccato che il sonno si sia fatto pesante, e mi sia messo in moto solo alle dieci. Percependo il tutto con qualche ora di meno. Il mio bancomat non funziona, pare - secondo il sito della mia banca e il numero del servizio clienti per l'estero - che sia momentaneamente fermo per manutenzione straordinaria, intanto il presente mensieur Hulot si trova all'altro capo del mondo senza contanti a pagare da McDonald con la carta di credito, che almeno quella funziona, destanto i sorrisi sornioni della commessa malesiana.Comunque, venerdi' sera mi sono concesso una seratona. Al The basement, tempio storico del jazz australiano, cena piu' concerto jazz di grande classe. E poi mi lamento se mi bloccano il bancomat, eh? Ma valeva il prezzo che e' costato. Jazz band con batteria, contrabbasso, una cantante, sax soprano, chitarra, pianoforte e un trombettista/cabarettista di grande classe e grande esperienza, divertente negli intermezzi colloquiali e superbo musicista eclettico. Davvero piacevole cenare a lume di candela e ascoltare ottima musica. Ottimo anche il cibo.Poi ieri sera concerto di musica classica al conservatorio di Sydney, dove si esibiva un Ensamble di musica da camera che ha suonato un pezzo australiano di musica colta contemporanea (non sapevo ne esistessero, ma c'e' un motivo per cui non sono famosi), un Taylor-Campbell e un Brahms abbastanza classico. Peccato il Brahms fosse un po' suonato col sole in fronte e non con l'umore da mattino di pioggia autunnale come sarebbe piu' adatto.Che altro dire. Mi lamento troppo per essere a Sydney? Forse e' la solitudine che mi inaspriesce. Ho passeggiato ieri notte lungo King's Cross dove le ragazzine fuori dalle discoteche sono vestite come le ballerine dei lap dance scese in strada ad adescare i clienti, ciabattando nelle loro infradito con la loro camminata da papere accompagnate da ragazzini arrapati e muscolosi. Ho mangiato messicano e scoperto di odiare una spezia che ho gia' trovato in un ristorante indiano e in uno vietnamita (il cameriere mi ha detto si tratta di coriandle, ma devo ancora capire cosa sia, somiglia a prezzemolo ma e' piu' grande ed amaro). Oggi ho passeggato sul ponte, e sono stato a Manly. Mi sto attrezzando per aggiungere qualche foto. Ieri a Bondi beach, che, con Darling Harbour e le strade di negozi come Pitt street e George street, merita sicuramente una visita. Per il resto ho visto un posto dove fanno gli Shoe Shiner, che suona esattamente come gli sciuscia' italiani, solo che invece di "regazzini de borgata" se ne occupa una signora bionda - e mi ero ripromesso di segnalarlo. Direi che per ora questo e' quanto, sicuramente ho scordato qualcosa, ma vi faro' sapere.Nonostante tutto, acquistate il romanzo del mio nemico Davide De Lucca, Duemiladuecentodiciotto, Giraldi editore.