Ho visto,da ragazzo,come mangiavano gli ultimi uomini:
una punta di coltello,
una fetta di formaggio,
un triangolo di pane.
Piccoli morsi,tanti tagli,
poco formaggio.tanto paner,
un bicchiere di vino,rosso,
il silenzio.
Lo sguardo lontano, i panni di fustagno,
il mulo alla catena,bardato,in attesa.
La coppola sulla fronte,i campi intorno,
una strada, la casa lontana,
il lavoro nei campi:
il silenzio.
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Se potessi fermare il tempo,
che inarrestabile prosegue,mi fermerei anch'io,
tra cielo e terra: un focherello d'inverno,
pane e cacio al dì ed il trillo dei grilli
nelle sere d'estate,
al chiarore lunare.
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Le mie origini si perdono nella notte dei tempi.
M'era compagno il vento,la pioggia,il gelo,le fiere e il fuoco.
La luna mi guardava,dall'alto,
ed il silenzio tutt'intorno.
Gli occhi guardavano pur essi in alto,lontano,
oltre le stelle,
e m'addormentavo.
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