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THE BYRDS : “Mr. Tambourine man”


Provate a tuffarvi in un viaggio nel tempo e cercate mentalmente di proiettarvi nel 1965; sforzatevi di annullare ogni cognizione musicale arrivata dopo e il gioco è fatto: vi troverete di fronte ad un disco che vi sbalordirà, vi appassionerà, vi annienterà.L’approccio avuto da ognuno di noi (per chi ha vissuto all’epoca la propria gioventù in quegli anni) al cospetto di questo 45 giri credo che sia rimasto tra i ricordi più cari. Pochi dischi mi avevano colpito così tanto; ancora pochi dischi mi colpiranno al pari di questo negli anni a seguire. Questi 5 ragazzacci americani che diventeranno colonne portanti della musica a Stelle e Strisce, pensarono bene di sequestrare un bel pezzo folk di Bob Dylan e di farne una cover. Fin qui... che impresa!, Direte voi. Ma, pur se giovanissimi, potevano le menti di Gene Clark, Roger McGuinn e di David Crosby, dare alla luce un rifacimento lineare e fedele al già splendido originale? Ovviamente no; se ne impossessano a tal punto da farlo diventare proprio al 100% e praticamente ne stravolgono l’anima, quasi scrivendolo di nuovo. Ci sbattono dentro delle meravigliose 12 corde elettrificate e ne inventano un accompagnamento sonoro/vocale che brulica di scintillanti melodie: praticamente concepiscono e brevettano un nuovo filone: il ‘Jingle-jungle sound’, che verrà nel tempo copiato, riadattato e sviluppato per una storia che tutt’oggi vanta centinaia di proseliti. Voci e chitarre si accapigliano come in un totale amplesso amoroso e quando il braccetto del vostro giradischi tornerà a (ri)posarsi sul proprio piedistallo, avrete raggiunto uno degli orgasmi più totali della vostra vita. Ma pensate che i Byrds la finiscano qui? Nossignori!. Perché il disco ha due facce e l’altra, “I’d knew I’d want you”, mette in risalto il talento innato e la colorata fantasia artistica di Gene Clark, un autore che regalerà agli appassionati negli anni a seguire, dei lavori solistici sbalorditivi per la loro bellezza. Insomma, amici: se la vostra collezione enumera anche 45 giri di poco conto, di questo conservatene gelosamente almeno una dozzina di copie (se le troverete...).di: Claudio Scarpa