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Il velo islamico e l'integrazione


Partiamo con dire che L'obbligo del “velo” viene reclamato oggi a gran voce in Italia dalla setta dei fondamentalisti dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) come uno dell’elemento fondamentale dell'islam, ma c’è anche da considerare che in ogni epoca è stato contestato anche dall'interno stesso del mondo musulmano.Nel IX secolo a Bagdad un Imam sosteneva che il Corano prescriveva il velo solo alle donne di Maometto e che ogni donna che si velava il volto commetteva la colpa di prendersi per la sposa di Maometto ed era punibile con 80 colpi di frusta. Il velo non costituisce un simbolo di libertà, così come non è solo simbolo religioso ma politico. Insomma il velo non è un precetto del Corano.Del resto il velo favorisce l'esclusione delle donne le quali si ritrovano senza diritti, esse sono di conseguenza sottomesse favorendo il contrasto che si riferisce all'uguaglianza fra uomini e donne stendendo un muro di separazione sia tra i musulmani stessi che tra i musulmani e le altre religioni trovandosi in opposizione alle politiche di integrazione che faticosamente si cerca di attuare ogni giorno.C’è da dire che il velo assume ruoli diversi in base alle diverse culture ma per quella islamica è simbolo di appartenenza religiosa. Ma coprendo le spalle, la testa, anche il volto per intero, diventa un grosso ostacolo all'integrazione.Secondo la Costituzione Italiana: esiste già una legge che vieta di coprirsi il viso e rendersi quindi così non identificabili. La legge c'è e va fatta rispettareC’è da porsi anche una domanda di quale Islam si parla? Cominciamo con l'integralismo, che non consiste nel portare la barba o vestire un chador: ma in un mondo libero ognuno deve essere libero di vestirsi come crede per cui l'essenza dell'integralismo non è nel modo di vestire e ancor meno nella stretta osservanza del culto.Putroppo gli integralisti islamici rifiutano la libertà dell'altro, anche dello stesso musulmano, che si veste e pensa diversamente. Ogni integralista, con turbante o senza, si considera infallibile per cui agisce e si comporta come Il tutore di Dio. Per questo l'integralismo ed il fondamentalismo costituiscono una vera e propria minaccia rivolta non solo verso l'Occidente, ma verso l'Islam stesso.Una Costituzione liberale e democratica riconosce sia la libertà religiosa come punto cardine nel rispetto di una minoranza, come quella islamica, sia il diritto di avere i propri luoghi di culto contribuendo alla crescita dell' identità islamica facendole assumere forme più consapevoli e mature. La difesa della propria identità diventa un modo di rifugiarsi di fronte a tutte le paure che i processi di globalizzazione provocano, ma i timori creati da tali problemi reali rende difficile l’integrazione stessa delle popolazioni islamiche nella nostra società.In Italia sembra che in troppi non si accorgano che una cultura come quella islamica non si adatta facilmente ad una civiltà liberale come la nostra.In troppi non hanno inteso che il multiculturalismo non è un perfezionamento del pluralismo proprio della società aperta e liberale ne tanto meno rappresenta la negazione e la distruzione: ma bisogna accettare che essi costituiscano all'interno di una società pluralista identità culturali separate e chiuse minando alla radice il pluralismo e minaccia la società aperta.In Italia se le minoranze religiose hanno tra noi quelle libertà e quei diritti che costituzionalmente spettano a tutti i cittadini senza eccezioni, non ci si può appellare ai principi della legge islamica per esigere spazi o prerogative giuridiche speciali quali, per esempio, le scuole coraniche, nascondendosi dietro al cosiddetto multiculturalismo..di: ladeadeiventi