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Qui lo DICO....


Il dibattito sui Dico vedo che si sta sminuzzando in infiniti rivoli, dalla difesa dei diritti degli omosessuali alla definizione di cosa si intenda per famiglia "naturale".questa decomposizione fa perdere di vista quella che, a mio avviso, č la questione di fondo  : la chiesa, fondamentamentalmente, lotta contro un relativismo, un pensiero debole onnipresente che si contrappone ad un oggettivismo di cui essa stessa č, eticamente, gestore privilegiato. il matrimonio, in questo caso, č esistito in varie forme dall'alba
dei tempi, e non l'hanno certo inventato loro. ma dal momento che lo si č fatto diventare sacramento, la gestione dello stesso, che č anche una forma di controllo e potere, č stata sua prerogativa. Relativizzare qualsiasi cosa, mettendo ogni legame e convivenza sullo stesso piano, come valore sociale ed etico, la priva di questo controllo e di questo potere e mi sembra normale che ci si opponga. l'incattivirsi delle gerarchie ecclesiastiche mi sembra, oltre che una battaglia di retroguardia, anche una precisa volontā d'ora in poi, di non cedere di un millimetro su nessuna questione. questo avviene, per me, anche grazie ad un fondamentale vuoto morale caratteristico della cultura moderna ed alla specifica debolezza culturale italiana ed un non ben sviluppato senso civico e laico. Come avvenuto per il divorzio e l'aborto, tra vent'anni nessuno, ragionevolmente, metterā in dubbio la legittimitā per due persone di stipulare un contratto di convivenza e assistenza, ma ritengo che tutti noi dovremmo, visto che non predicano ex cathedra ma si buttano a corpo morto nell'agone "politico", controbattere queste ingerenze non solo su un piano dialettico ma cercando di consolidare una cultura morale, etica e sociale connotata da un senso di appartenenza ad una societā piuttosto che ad una chiesa, senza per questo sentirsi o sentirsi tacciare di anticlericalismo.scritto da:totem63