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...insostenibile leggerezza dell'essere...


La parte più difficile per me è trovare un punto d’inizio...panico da foglio bianco!!!Ma questa è una di quelle sere in cui le parole possono scivolare via libere dalla catena di egoismo-timidezza con cui le tengo normalmente legate a me. Una volta tanto posso provare a condividerle. Capita a volte di capire tutt’un tratto cosa vogliono significare certe frasi. Parole sentite migliaia di volte, nello stesso ordine, allo stesso modo, ma che non si sono, chissà perché poi, scolpite nella mente… fino al momento in cui quelle stesse parole non si ricollegano ad una situazione in maniera così chiara, lampante che non si possa proprio fare a meno di sentirle battere, ripetersi in testa fino quasi all’ossessione. Io ho sentito queste parole ronzarmi nel cervello e anche un po’ nel cuore, colpa del cuba libre??? Le avevano già dette tante volte, qualcuno le ha anche cantate, ma solo adesso sono stata “illuminata” sul loro significato… Ho sentito sulla mia pelle quella famosa “insostenibile leggerezza dell’essere”. Si potrebbe pensare che sia stata colpa del rum…! Beh, confesso che ha lasciato qualche traccia… ma la colpa, se di colpa si può parlare, è più che altro del mio interlocutore, bravo come nessuno a tirare fuori le mie più profonde incertezze. Così ho scoperto un po’ di carte accorgendomi che non tutte erano vincenti. Ho rivisto Monica, con il suo cappellino di fronte allo specchio, così inadeguata e così vera, ed ero io, con il mio cappellino fatta di idee precise, incrollabili, di fronte al mio specchio che, povera me, le ha smontate tutte, una ad una… A quel punto è venuta fuori tutta l’insostenibile leggerezza del mio essere; piccolo, incerto essere, forse anche un po’ vigliacco. Perché se sei tanto leggero non riesco a sopportare il tuo peso? Tutti i giorni lotto con te (me), perché non sei (sono) come vorrei e perdo… Dio mio perdo sempre inesorabilmente! Mi accanisco, provo a coglierti alla sprovvista, ti attacco alle spalle, uso anche i metodi più meschini, ma tu mio piccolo essere, sei sempre pronto a schivare ogni mio colpo. Poi arriva questo nuovo sogno, sfacciatamente, ostentatamente sincero e cadi al primo colpo. Mi fai rabbia, perché sei così … mi fai rabbia perché volevo essere io stessa a farti cadere. Ma mi fai anche tenerezza, perché riesco a sentirmi viva di nuovo, e adesso forse vedo una strada per poterti finalmente non colpire, ma abbracciare e sopportare con leggerezza. ...Adesso chiedo scusa, ma è molto tardi, forse il mio essere ha bisogno più che altro di sonno, ma vorrei riprendere questo discorso; lasciate che dorma, Monica per ora ce la fa appena rimettere il cappellino sul manichino… Scritto da: monikadgl7