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500 BRUM BRUMMMMMMMMMMMMMM


Come diceva Jonny stecchino “ non gli somiglia per niente” come ho visto la nuova  fiat 500 mi è venuta in mente questA espressione, doveva essere la
rediviva mitica vettura invece ci hanno proposto un’accozzaglia di macchine messe in insieme a cui hanno applicato dei fari che vagamente la ricordano. Come potrei mai dimenticare il mitico” cinquino” che fu la mia prima macchina, la comprai nel 1982 e ed era del 1957, bianca confetto, sedili in velluto rosso, volantino da corsa, l’unico problema è che per circa 4 mesi camminai solo in prima e seconda, ci stava da fare la doppietta ( quel mitico gioco dei pedali e cambio degno di un giocoliere con i piedi al circo) che se non la facevi velocemente  ti trovati letteralmente dentro a un fosso mentre facevi la curva, mai fatta una curva a folle? Ma non solo, potevi rischiare di portarti a casa il cambio come trofeo, perché ti rimaneva in mano dopo una grattata clamorosa. “ Come faranno 4 elefanti a stare in una cinquecento?” ma non solo 4 elefanti, anche 4 poveri cristi, eppure ci si imbarcava in quei viaggi Roma-Firenze  7 ore, andata e ritorno nello stesso giorno, che già durante il viaggio di andata perdevi piano piano l’uso delle gambe, scendevi e camminavi in ginocchio “ che fai preghi? No bacio la terra come Cristoforo Colombo” perché non era facile arrivare vivi: con il cinquino lanciato in autostrada alla folle velocità di 100/110 km orari, ogni camion che passava ti mandava direttamente alla stazione di servizio, ( te se incollava proprio) e il rumore nell’abitacolo che si tentava di coprire con la musica a palla, ti portava a un rincoglionimento totale che ogni tanto qualcuno tentava di aprire la cappottina e di lanciarsi fuori in corsa “ VOGLIO SCENDEREEEEEEEEEEE” L’avevo dotata di un impianto stereo Pioner potentissimo, 4 casse, valeva più lo stereo della macchina, almeno mi sentivano arrivare e si scansavano, con i freni a ferodi(ferodi?) per fermarsi bisognava buttare l’ancora. Una vera fiat 500 in inverno non partiva mai, era una questione di orgoglio personale, tu tiravi la levetta e l’aria e la levetta e quella niente manco a calci, bisognava lasciare una copertina sul motore la notte, solo che la mattina ti scordavi di toglierla e ti pigliava fuoco tutto, ma insomma erano piccoli dettagli, insomma mica tanto piccoli. Potete immaginare l’utilizzo del cinquino per le gite serali d’infratto, sedili non reclinabili, volante in mezzo alla schiena, che come ti appoggiavi suonavi il clacson se per caso qualcuno non si era accorto che stavi a pomicià, ma non solo ti pigliava un infarto che stavi tutto intorcinato nell’estasi d’amore, con un ginocchio sul cambio o sul freno a mano e uno sullo sportello. I problemi gravi erano 2, il cofano si apriva da solo mentre guidavi, e procedere come “ la cieca di Sorrento” in mezzo al traffico era da Circo Barnum, e i fondi…si i fondi della macchina, si aprivano per la ruggine dei buchi che tu avevi le prese d’aria nei piedi ma non solo, visto che frenava poco potevi farlo con i piedi, dopo la quinta volta che li facevi rifare rimaneva solo una gettata di cemento. Ogni cinquino serio aveva  gli adesivi attaccati dietro, io ne avevo uno grande di Snoopy con scritto: NON SEGUITEMI MI SONO PERSO ANCH’IO” il che era assolutamente vero, mi persi nel raccordo anulare di Roma per 5 ore poi mi feci venire a prendere da mio padre, che iniziò subito le pratiche per il ricovero coatto di figlia incapace di intendere e di volere, ma cavoli…il raccordo anulare di Roma è un casino! La feci demolire nel 1994, ormai la “ruzza” se la stava magnando tutta, E6105963 questo è quello che mi rimane di lei, una targa, che mi porto dietro a ogni trasloco. Ho avuto altre macchine ma quella è l’unica che mi è rimasta nel cuore, forse perché si chiamava Carolina o forse perché quell’adesivo che portava a spasso rivelava una costante verità: Non seguitemi….mi sono persa anch’io!scritto da: sissunchi