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Quel maledetto déjà vu


Déjà vu. Già, déjà vu. A chi non è tornato in mente lo stadio Massimino e la guerriglia che lo incorniciò lo scorso 2 febbraio? La differenza è che stavolta prima c’è stato il morto, poi è seguito il delirio.Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso laziale, era nella stazione di servizio di Badia al Pino, sulla A1, vicino ad Arezzo. Una sosta sulla strada verso Milano, una lite non meglio precisata, poi un colpo di arma da fuoco sparato da un agente della Polizia stradale. La dinamica di quanto accaduto non si conosce ancora e chissà se mai si conoscerà. Resta una morte assurda, che, verrebbe da dire “come al solito”, fa riflettere.Poi, il delirio: scontri tra tifosi e forze dell’ordine a Bergamo, l’assalto di una caserma di Polizia a Roma, l’irruzione nella sede del Coni. Delirio puro, scatenato da quel tragico evento accaduto a Badia al Pino.Sugli spalti del Bernabeu i tifosi del Real Madrid hanno esposto lo striscione “Gabriele R.I.P.”, Gabriele riposa in pace. E in Italia che cosa bisognerebbe esporre? Probabilmente lo striscione della vergogna. Resta da capire “chi” e “quanti” dovrebbero appenderlo al balcone della propria abitazione. Dovrebbero, perché, sempre “come al solito”, non lo faranno.Difficile aggiungere altro.di: marco_amabili