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Fiction... anche troppo fiction


Mi ero astenuto da ogni commento in occasione della fiction su Dalla Chiesa con grande fatica; c’ero riuscito per cinque puntante con quella su Totò Riina, ma adesso qualcosa la voglio dire.Per prima cosa, vorrei capire perché il regista ha preferito girare il film altrove? nessuna delle scene che avete visto, sottolineo NESSUNA è stata girata tra Palermo e Corleone. Pensate, quando ho visto la ricostruzione dell’attentato al primo magistrato vittima di mafia Pietro Scaglione, procuratore della Repubblica  e del suo autista (5 maggio 1971), mi sono venute le crisi di identità, ho pensato che mi fossi rincoglionito, si perché il luogo in cui avvenne l’omicidio fu davanti il cimitero dei Cappuccini, che dista circa duecento metri da dove sono cresciuto. Mi sono chiesto ma è possibile che la via dei Cipressi, una strada così stretta, nel film sia diventata così enorme? Nessuna paura, era soltanto un altro posto. Mah! Proprio la scelta di altri luoghi anziché quelli dove i fatti avvennero, mi fa pensare male, come a dire, che a Palermo non si può girare un film di mafia…
Poi passiamo al super poliziotto Schirò, nato e cresciuto a Corleone  insieme a Riina. Bene, cioè male! Trattasi di un’ invenzione della produzione, in effetti almeno cento servitori dello stato morti per mafia erano pochi (il numero totale dei morti per mano della mafia sono circa 5000), serviva per forza inventarsi un altro eroe?Per non parlare delle ricostruzioni, un film per niente coraggioso che non parla degli intrecci politici con la mafia. Si cita soltanto l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, ma per il semplice fatto che è stato uno dei pochi politici condannati con sentenza definitiva per mafia. S’intravede la figura di un onorevole, che non viene chiamato per nome, il riferimento è a Salvo Lima, democristiano ucciso dalla mafia, ma mai condannato per il reato di mafia, perché morto prima dello svolgimento del processo che lo riguardava. Ovviamente tecnicamente, in questi casi non può dirsi che era mafioso perché mai stato condannato con sentenza definitiva. Il film ovviamente mancando di coraggio se ne guarda dal nominarlo. Tra i politici credo che ne manca un altro, un certo senatore democristiano con la gobba, che è stato assolto perché mafioso fino al 1980, no signori non sono pazzo questo recita la sentenza che lo assolse. Bene, cioè male! Anche di questa figura non risulta traccia. Forse perché il film non vuole dispiacere nessuno? E che cazzo non fatelo allora.Passiamo al punto più importante, la ricostruzione del personaggio Toto Riina, bravo marito, padre premuroso, però mafioso spietato, disegnato come un uomo che si è trovato quasi obbligato a dovere diventare mafioso, perché aveva vissuto nella miseria. Diciamo una sorta di eroe. Questo ovviamente è un messaggio negativo che la fiction da.Riassumendo, la serie manca di coraggio, i luoghi non rappresentano la realtà, ed infine rischia di creare un mito dietro la figura del mafioso. Scialbo. Senza voto.Scritto da: consal