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"Terzo tempo" nel calcio, che pasticcio lessicale!


I media e molti uomini di calcio stanno facendo un po’ di confusione sull’espressione “terzo tempo”, dopo la bella iniziativa della Fiorentina di rendere omaggio all’Inter all’uscita dal terreno di gioco del Franchi.Per quel po’ che so di rugby, il “terzo tempo” non è l’uscita dal campo dello sconfitto tra le ali del vincitore. Bensì, l’incontro festoso tra squadre e tifosi dopo il fischio finale, occasione per bere birra, brindare in allegria e banchettare. In Inghilterra il terzo tempo si tiene nei famosi “Club House”, vale a dire i pub di riferimento di ciascun club, situati di solito a due passi dallo stadio.Ora, nel calcio tutti stanno parlando di “terzo tempo” a sproposito e ho la vaga sensazione di conoscere il perché lo fanno: nessuno ha idea di come chiamare quell’uscita dal campo in cui si rende onore all’avversario sconfitto. E, allora, con un maldestro artificio dialettico, si è presa in prestito l’espressione rugbistica senza conoscerne, o fingendo di non conoscerne, il reale significato.Un pasticcio lessicale, insomma. Comunque, la notizia è che alla ripresa del campionato dopo la pausa per le festività natalizie, la cerimonia di uscita dal campo vista ieri al Franchi diventerà una consuetudine su tutti i campi dei campionati italiani. Lo ha deciso il Consiglio di Lega che, il 13 dicembre prossimo, sottoporrà l’approvazione della cerimonia alle società.di: marco_amabili