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Le donne vogliono sapere


Cito il titolo di un libro di Umberto Veronesi edito Sperling & Kupfer sulla prevenzione e le nuove cure per il tumore al seno, per introdurre un argomento difficile che è quello dell'approcciarsi alla malattia e al viverla sia da parte delle pazienti che delle persone che fanno parte della loro sfera affettiva.Purtroppo temo ormai molti di noi hanno in qualche modo, se non vissuto personalmente l'esperienza, quantomeno tramite un parente od un amico, ne sono venuti in contatto e quindi, diversamente da quello che era l'impatto di 10 anni fa, oggi lo si affronta in modo diverso, per l'informazione e la prevenzione che ci vengono fornite e che siamo stati educati a fare.Per questa ragione oggi sappiamo che di una neoplasia al seno si muore meno, se è di dimensioni inferiori ad 1 centimetro di diametro e i linfonodi sono negativi, cioè senza la presenza di cellule cancerogene e i ricettori ormonali positivi, la percentuale di guarigione sfiora il 90 per cento.Tuttavia per le donne il tumore della mammella resta il pericolo numero uno.Oggi diversamente da quanto succedeva in passato, con una neoplasia con caratteristiche come sopra ho descritto, non viene più effettuata la mastetcomia radicale, che andava a togliere il seno e i muscoli sottostanti, ma viene più frequentemente utilizzata la quadrantectomia che consiste nell'asportazione del quadrante di ghiandola mammaria in cui si trova il tumore.Questa tecnica consente di preservare, in un'ottica di conservazione estetica, buona parte del seno e di creare un impatto emotivo anche da parte della paziente più accettabile. Non dimentichiamoci che per quanto sia chiaro, la vita è il primo bene da conservare, la sua qualità non deve essere sottovalutata.Meno invasive sono le cure chirurgiche e farmacologiche e meno psicologicamente peseranno sulla paziente.Una donna viene colpita nel suo aspetto, in un lato che rappresenta la propria femminilità ed invade con il blocco ormonale anche la sua sfera sessuale.Difficile è affrontarlo, difficile trovare la serenità necessaria anche per la guarigione e fondamentale è l'ambiente che la circonda e gli affetti che la sostengono, sì perchè non è solo difficile per chi vive in prima persona questo dramma, ma chi ne è investito di conseguenza.L'età in cui si riscontrano le prime neoplasie si è decisamente abbassata rispetto al passato, oggi è molto più frequente incontrare in oncologia ragazze di 30 anni e per molte di loro l'inizio della malattia è coinciso con la fine del loro rapporto affettivo che fosse matrimoniale o meno.Ho letto ultimamente un libro straordinario che è una storia vera LOVE LIFE di Ray Kluun, per chi volesse capirne di più lo consiglio, perchè leggendo si scopre un modo di amare incondizionato.Io sono Dodi e oggi vivo la mia seconda neoplasia.Scritto da: badgirl06